Originariamente Scritto da
akrilico
mah, oddio, in generale questo tipo di giochi sono fortemente soggettivi. però effettivamente se rileggi quello che hai scritto, forse qualcosina in più della sufficienza ci stava
.
anche io ad un certo punto ho iniziato a provare "antipatia" per il personaggio principale, ed in un certo senso per i genitori. ma come dici tu, nella vita vera esistono anche le persone "brutte". e se ci pensi, è proprio grazie a questo che certe problematiche insorgono.
ed io credo che bene o male l'autore abbia un po' voluto raccontare questo. forse incidentalmente, perchè credo sia molto autobiografico. e dunque il tutto risulta "sincero".
per fare un esempio, prendi il fidanzato piagnone. in relazione con lei superficiale ed egoriferita (non che lui non lo sia, eh). bhè, una relazione del genere, con tutte le problematiche che possono insorgere, è DECISAMENTE comune nella quotidianità, un po' meno nei videogiochi.
anche il cammino di redenzione non è che sia esattamente "eroico", e dunque non stereotipato.
in tal senso credo abbia fatto un buon lavoro.
riassumendo, il gioco parte abbastanza bene, con tutte le carte in regola per essere l'ennesimo indie intimistico, con scarso gameplay.
poi succede qualcosa che fa sì che diventi una esperienza decisamente diversa dal solito (nonostante certi stilemi classici permangano. vedi "il mostro" con il quale in seguito simpatizziamo)