letto l'albo di novembre davvero bello, uno dei migliori fino ad ora imho
e dire che a me le ambientazioni orientali fanno cagare a spruzzo
soprattutto
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"The man in black fled across the desert and the
gunslinger followed." Stephen King - The Gunslinger
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Calmissimi che domattina arrivano rece dell'albo decembrino e anteprima del nuovo Senzanima
Tre autori e quattro disegnatori...e una copertina da applausi, basteranno per fare di questo'albo uno di quelli indimenticabili?
Proprio no.
Ma andiamo a guardarci dentro e vediamo un po'.
Enoch si occupa del soggetto, della seconda storietta e del "collegamento" tra gli episodi, a Vietti e Barbieri il resto; per le tavole il Rizzato fa il compitino con l'apertura ed il finale -il collegamento di cui sopra-, tal Itri, nuova leva, al primo episodio restituisce buone tavole, mostrando uno stile fresco ed inedito per la testata.
Nel mezzo abbiamo la ridente Ceregatti -molto amata nella sua Varese, immagino, visto l'incipit della sua presentazione- ad offririci le migliori tavole dell'albo, mentre in fondo il vecchio Bonesso chiude con la consueta consistenza lasciando il testimone nuovamente al Rizzato per la conclusione.
In breve vengono raccontati tre episodi di guerra che hanno come tema principale il ritorno in pompissima dell'imperatore, ora in veste di eroe liberatore-drizzatorti: un Napoleone rientrato dall'Elba con, speriamo, maggiori fortune e glorie ad attenderlo.
Mhm.
In fretta si legge ed ancor piu' velocemente lo si ripone nella stanza delle scope della memoria: se questo e' l'antipasto della presa di Vahlendart beh...speriamo che la portata principale sia molto -ma molto- piu' gustosa.
Oltre tutto qui abbiamo uno Gmor a mezzo servizio, e questo e' sempre un gran male.
Baruffe, elmi mollicci infilati manco fossero di pongo ed un epilogo interessante seppur atteso -sappiamo da molto del ritorno dell'"imperatorissimo" e dell'armata delle tenebre in marcia verso l'Erondar- fanno pendere il barometro verso il sereno...con rannuvolamenti sparsi.
Un 6/7 generoso ma non troppo.
Culattacchioni e bimbetti a nanna che e' arrivato il Senzanima 8
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Scritto dalla coppia di fondatori Vietti-Enoch(Enoch e basta, che' Vietti in questo periodo dell'anno e' totalmente assorbito da panettoni e passiti di Pantelleria) ed illustrato dal leggendario Calcaterra...serve altro?
Ecco qua il primo albo del 2022
Beh, copertina di grande impatto(e non che la precedente scherzasse)
Per voi e pochi intimi, presso i migliori rivenditori, dall'11/1.
ian e gmor in "brokeback mountain"
Senzanima tregua bello. tanta gnagna.
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te lo stai immaginando tutto, vero?
cmq, preso or ora l'albo in questione e la cosa che più mi interessa è la copertina del prossimo alben (ahah!)
questo albo è il filler più filler che abbia mai letto
è talmente filler che mi ha spianato un paio di rughe in faccia
Ma che cover!
Eh, si, che copertinetta di quelle fischianti!
E che...che?
Scrivo questa recensione cosi', come un Calamandrei, con l'albo appena chiuso e le memorie fresche fresche...nell'assoluta certezza che tra un paio d'ore non ricordero' assolutamente nulla di cio' che alla notte han raccontato i quattro sventurati protagonisti di questo mese.
Dato per assodato che l'abito non fa il monaco possiamo tranquillissimamente dire di trovarci al cospetto del classico -non troppo, per quanto riguarda Dragonero- albetto sciatto e tappabuco.
Perche' diamine ci sia bisogno di tanti tappabuchi e rifritture resta un bel mistero: chiudete 'sta Ribellione e andiamo avanti!
Eddai.
"Gran parte dei nostri lettori amano la formula Gmor old man...", ecco, a parte che Gmor sarebbe un orco, evidentemente non faccio parte di questa "gran parte": me ne sono fatto una ragione da tempo e ok.
E che dire della giostra ubriacante di illustratori -cinque su novanta tavole-, "gran parte" etcetera pure in questo caso?
Bah.
Per tacere che dei cinque disegnatori se ne salvano giusto uno e mezzo, ovvero il solito, solidissimo Riccardi e l'esordiente tal Tommaso Bianchi che, con un compitino prudente ma di indubbia qualita', contribuisce a rendere il boccone meno amaro.
E niente, si siedono attorno al fuoco per un bel giro di "ti ricordi di quella volta che...", il peggio del peggio del raschiare il fondo.
Col l'ira di Dio di soggetto che hanno a disposizione.
Un 4 secco secco perche' digressioni e ciurlate nel manico sono irritanti quanto fisiologiche.
A patto che rientrino nei limiti della decenza.
e con la banale superguerriera lesbica
ebbasta
Mi riprendero' con l'abbondanza di gore e (soprattutto)seni sballonzolanti del Senzanima 8
***
Siccome la Ribellione e' roba da dopolavoristi, tra un calcetto ed un padel, ecco che Ian e Alben decidono di partire per il lontano "Paese Vuoto", laddove antichi misteri si disvelano etcetera.
Cover intrigante -campanellino d'allarme tintinnante- ed il ritorno dai bagordi festivi del Vietti fanno ben sperare.
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Khame Grathe!
Solo due disegnatori stavolta!
Dal 10/2.
Ed eccoci al Senzanima 8, Tregua.
Ovvero: l'educazione sentimentale -stucchevoletta- del signorino Aranill.
Con l'appendice "guida ai peggio malfamati e sporchi tra i postriboli dell'Erondar, e come non perdersene neanche uno".
Perche' devono avere una certa fissa malata i nostri -intendo il Vietti e l'Enoch- per lupanari e pu**anai assortiti, tanto da distoglierci dal non poco sfaccettato e valido quadro generale.
Si nota subito una piu' marcata consequenzialita' di eventi tra gli ultimi Senzanima, al punto che, se i primi volumi potevano essere considerati quasi alla stregua di storie a se, ora diventa fondamentale conoscere e, soprattutto, ricordare decentemente quanto letto precedentemente, pena la piu' classica delle situazioni a' la: "chicca**o era questo???/perche' 'sta qua e' tanto inca**ata col nobil-pirlettino?" etcetera.
Non un problema, i Senzanima vanno presi e collezionati tutti, tassativo.
Bene: tette, tettone e flosci melonazzi d'ogni forma e colore sono il trait d'union delle vicende raccontate, inutile girarci attorno, e' cosi' e basta(e, diciamocelo, poteva andarci peggio), e a mettere su pregiatissima carta tanto ben di Dio e' nientemeno che il maestrissimo Calcaterra, simbioticamente integrato da un Francescutto in formissima.
Quindi tavole da sindrome museale e oltre, al punto che vi ritroverete spesso ad andare avanti di una e indietro di tre o quattro, tanta sara' la tentazione di riassaporare/osservare piu' attentamente il lavoro dell'ottimo duo.
L'esatto contrario di quando abbiamo a che fare con lavoretti sciatti e/o mer*osetti.
Occhio appagatissimo a parte, note semi-dolenti arrivano da un soggetto abbastanza trito tenuto fortunatamente assieme da una sceneggiatura frizzantina; naturalmente il peccato originale di questa serie rimane li', sospeso sopra ogni cosa come una pesantissima flamberga di Damocle, e non e' cosa che possa essere messa da parte.
Per cui abbiamo il solito Ian chierichetto -per tacere di quella ca**o di chioma da cherubino, 24/7 fresca di shampoo&balsamo- tra le anime perdute.
Un 8 sganciato senza ripensamenti, ma con pizzichi di perplessita' ed amarezza, dovuto in gran parte alla sbalorditiva resa visiva.
Ultima modifica di Marlborough's; 22-01-22 alle 11:34
E cosi' si chiude anche questa doppia tutta scoppi, fiamme e diavoloni giganti...no, non l'ho ancora manco guardato, potrebbe benissimo raccontare di un Alben giovane apprendista combattuto tra la dura disciplina, le relative rinunce e l'attrazione omosex verso il vecchio mentore
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"Dobbiamo tornare indietro! Questa sara' la fine degli HobbitS!...e c'ho 'sto calippo nelle mutande che minaccia di spezzarsi in due ad ogni passo!" Ehm.
Da un paio di giorni presso i migliori rivenditori.
...ah, probabilissimo sia aumentato il prezzetto