L'ex fidanzato di Jennifer Lopez vuole comprare la Panini L'ex fidanzato di Jennifer Lopez vuole comprare la Panini

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Discussione: L'ex fidanzato di Jennifer Lopez vuole comprare la Panini

  1. #1
    Major Sludgebucket (ABS)
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    L'ex fidanzato di Jennifer Lopez vuole comprare la Panini

    Teodoro Chiarelli per “La Stampa”

    Dal mitico Pier Luigi Pizzaballa, all’ex fidanzato di Jennifer Lopez, Alex Rodriguez, il leggendario A-Rod del baseball a stelle e strisce. Con il secondo intenzionato a comprarsi per 3 miliardi di dollari la Panini di Modena, la casa editrice delle figurine dei calciatori (e non solo) fra le quali quella del portierone dell’Atalanta, l’introvabile numero 1 della raccolta ‘63-’64.

    La due diligence, rivela Bloomberg, è in corso, e non è detto che si arrivi a un accordo. La Panini ha i suoi azionisti di riferimento nell'ad italo-argentino Aldo Hugo Sallustro e nelle sorelle bolognesi Anna e Teresa Baroni. Slam Corp è una spac, un veicolo contenente solo liquidità destinata ad acquisizioni. Costituita da A-Rod Corp., la società di investimento di Rodriguez (ritiratosi dalle gare nel 2017), e dall'hedge fund Antara Capital, Slam Corp ha raccolto 575 milioni di dollari quotandosi lo scorso febbraio. Il dossier Panini è da tempo sul tavolo di fondi private e investitori, come Advent, Eqt, Carlyle e Kkr.

    Panini è uno dei più famosi marchi del made in Italy. Lo scorso anno ha fatturato oltre 800 milioni di euro. Le sue "figu" sono passate per le mani di milioni di ragazzi, di generazione in generazione, a partire dagli anni Sessanta, in Italia e all’estero. «Celo, celo» e «manca, me-manca" hanno alimentato scambi frenetici davanti alle scuole di collezionisti imberbi, ma anche di uomini maturi. Passando dalle figurine da incollare con la coccoina, alle autoadesive ad alta definizione, con Chiesa, Insigne e il condottiero Mancini eroi dell’Europeo.

    Giusto sessant’anni fa, come raccontava su "La Stampa" l’indimenticato Giampiero Paviolo, grande collezionista e appassionato di figurine prestato al giornalismo politico, un oscuro litografo di Reggio Emilia, Benito Panini, creava la prima figurina Panini. «L’onore - scriveva Paviolo - spettò a Bruno "Maciste" Bolchi, roccioso mediano di Inter e Nazionale: dal bianconero della foto originale al neroazzurro con bordo giallo. Parve un miracolo. E miracolo fu, incastonato in quello più grande, il boom economico. Tutto sembrava possibile.
    Anche costruire un impero sul faccione di Bolchi. I Panini (Benito, Giuseppe, Umberto e Franco) erano rivenditori e distributori di giornali. L’edicola in centro a Modena era quello che oggi chiameremmo il "core business" di un’economia familiare medio-borghese, cui concorrevano il posto in banca di uno dei fratelli e il lavoro delle sorelle. L’anno prima avevano acquistato una raccolta in disarmo, infilando le figurine nelle buste-sorpresa, un gadget che andava per la maggiore. Un trionfo inatteso e redditizio, che li convinse al grande salto: diventare essi stessi editori. In pochi mesi ottennero autorizzazioni, foto, dati statistici, bozze. Il primo album era pronto, la foto di Nils Liedholm campeggiava sullo sfondo giallo che avrebbe colorato tanti destini dell’azienda».

    Fu un trionfo. E una crescita continua, inarrestabile, sino ai 100 miliardi di lire di fatturato di metà anni ‘80. La Panini inizia a far gola ai big della Finanza. Nel 1986 nella società entra con il 25% Carlo De Benedetti, mentre un 10% lo rileva la Mondadori. Giuseppe Panini, alla guida dell'azienda, coltiva l'idea di quotarla in Borsacon il supporto di De Benedetti. L’operazione Piazza Affari non va in porto e nel 1988 i Panini vendono al gruppo inglese Maxwell: il loro 70% è valutato 150 miliardi. Il magnate impone un nuovo management straniero, con un ad australiano che parla solo inglese. La Panini va in crisi.

    Finché viene nuovamente ceduta e acquistata, nel ’92, da Bain Gallo Cuneo e dalla De Agostini. In poco tempo l’azienda si riprende, ma due anni dopo viene nuovamente ceduta all’americana Marvel. L’obiettivo è rilanciare gli album dei supereroi in Italia. La gestione rimane italiana. Cinque anni dopo, Panini torna di nuovo italiana a tutti gli effetti: una cordata guidata dalla Fineldo di Vittorio Merloni, insieme al top management della società.
    Riparte l’espansione, fino all’acquisizione nel 2013 del ramo di azienda dei periodici Disney in Italia, gli storici fumetti di Topolino. Nel 2016 i Merloni escono e incassano 79,7 milioni di euro per il 26% , mentre con un'operazione di leverage buyout da 700 milioni, la proprietà passa a Sallustro e alle sorelle Baroni. Ora, per il leader mondiale nella produzione di figurine e quarto editore in Europa nel settore dei ragazzi, è in arrivo un nuovo padrone.

  2. #2
    Moggi idolo!
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    Re: L'ex fidanzato di Jennifer Lopez vuole comprare la Panini

    Hai capito le figurine quanto tirano

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