I videogiochi nella didattica: un dibattito da autogestione I videogiochi nella didattica: un dibattito da autogestione - Pagina 3

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Discussione: I videogiochi nella didattica: un dibattito da autogestione

  1. #41
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    Re: I videogiochi nella didattica: un dibattito da autogestione

    E comunque noi avevamo già anticipato i tempi alla fine degli anni '80 tentando di distruggere le tastiere dei (già vetusti all'epoca) 8086 del laboratorio grazie ad uno squallido gioco di Olimpiadi in ASCII...
    Endure. In enduring, grow strong.

  2. #42

    Re: I videogiochi nella didattica: un dibattito da autogestione

    Citazione Originariamente Scritto da manuè Visualizza Messaggio
    assolutamente no: un film è immediato, racconta una storia, che è da seguire nel tempo del film e ci sono dei personaggi che si impara a conoscere subito (e già anche con i film ci sono degli osannati pipponi sonnolenti assurdi), mentre un videogioco, non fps o action in genere, è una roba lunga da apprendere e da imparare a "giostrare" e non a tutti piace, indipendentemente dall'età.

    giusto le avventure grafiche potrebbero essere indicate.
    Non riesco a capire cosa pensi quando si parla di videogiochi a scuola. Sicuramente non li metti davanti ad un Final Fantasy. Un videogioco didattico dovrebbe avere come prima cosa un gameplay immediato. Qualunque avventura interattiva potrebbe essere adatta. Pensiamo ad un gameplay alla Dear Esther, The Vanishing of Ethan Carter, Ether One ecc.

  3. #43
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    Re: I videogiochi nella didattica: un dibattito da autogestione

    Citazione Originariamente Scritto da piergiorgio91 Visualizza Messaggio
    Non riesco a capire cosa pensi quando si parla di videogiochi a scuola. Sicuramente non li metti davanti ad un Final Fantasy. Un videogioco didattico dovrebbe avere come prima cosa un gameplay immediato. Qualunque avventura interattiva potrebbe essere adatta. Pensiamo ad un gameplay alla Dear Esther, The Vanishing of Ethan Carter, Ether One ecc.
    Hai letto tutto il mio discorso sopra? Capisci che dovrebbero essere gli studenti a vivere OGNUNO l'esperienza singola e non l'insegnante a giocare per loro?
    ""...Gli ci volle un pò di tempo per ritrovare la forza di alzarsi e appoggiare il piede. Quando ci riuscì, prima di ricominciare la fuga verso casa si voltò di nuovo in dietro. E allora il suo grido disperato risuonò nel silenzio stupore della campagna."

  4. #44

    Re: I videogiochi nella didattica: un dibattito da autogestione

    Citazione Originariamente Scritto da Harry_Lime Visualizza Messaggio
    Il discorso qui avviato è molto interessante, ma anche estremamente complesso e non riducibile al semplice refuso culturale di due generazioni di insegnanti (quella dei quasi pensionati che i videogame li vedono di striscio e quella degli insegnanti videogiocatori o quasi che hanno inziato a crescere con il medium ludico), ma che invece dovrebbe condurre la discussione verso due parametri: esiste un sottogenere di prodotti ludici che hanno davvero uno scopo educativo in ambito scolastico? E secondo: esistono videogame che pur senza questo scopo, possono davvero insegnare qualcosa ad uno studente o dare una esperienza di vita e di maturazione ad un ragazzo?
    Ecco, la risposta è Ni.
    Per la prima, è importante dire che non bastano prodotti con dentro due righe di storia o che hanno come contesto la ww2 per dire che è un videogioco educativo. Questo perchè l'elemento ludico viene prima dell'elemento storiografico ed educativo, per chi lo produce. Sarebbe come dire che quando da piccolini si giocava coi soldatini e si schieravano tedeschi contro americani divisi da una collina di sabbia, quella è una esperienza educativa per uno studente.
    Allora la questione profonda è: perchè tutti i prodotti videoludici apparentemente educativi e studiati per la scuola falliscono? Perchè in quel caso l'elemento principale del gioco, ovvero il divertimento, viene soffocato per l'elemento esterno che è l'educazione didattica.
    Certo, ci sono casi a mio avviso interessanti che potrebbero portare ad un buon equilibrio e ad un genere specifico di giochi educativi e questi sono Valiant Hearth e never Alone. Questi a mio avviso hanno un discreto equilibrio, portando il giocatore alla curiosità di approfondire l'evento attivo attraverso la lettura delle slide passive e delle voci off nel gioco.
    Il primo, basato sulla grande guerra, fa rivivere un percorso storico ed umano, di sofferenza direi, dei personaggi principali, sbloccando la storiologia degli eventi, mischiando in alcuni casi un eccessivo uso della fantasia nei boss di fine livello (eccessiva se lo si vuole considerare un prodotto educativo). Il secondo mescola il mito del tribale e l'avventura di una terra ghiacciata, per raccontare e incuriosire lo spettatore sulla storia di un popolo che è praticamente estinto.
    Ma entrambi i prodotti hanno un vantaggio: hanno un gameplay che funziona, breve e ben calibrato. Insomma, la verità è che a mio avviso a parte rarissimi casi, se si vuole parlare di usare il videogame come strumento di apprendimento nelle scuole, è necessario sviluppare prodotti specifici da professionisti che mettano insieme non solo l'elemento educativo (testo, immagini, video, quello che è), ma anche e soprattutto una gameplay divertente, che immerga il giocatore in un evento credibile, moderno, al passo coi tempi e coi gusti del ragazzo. E questo a mio avviso assorbe risorse economiche e umane talmente elevate che il comparto scolastico di qualsiasi nazione non si può permettere.

    Il secondo punto da considerare, è se certi videogiochi con temi estremamente maturi ma slegati dal concetto di educazione, possono davvero lasciare qualcosa di importante a chi li vive.
    Cosa intendo: è risaputo che il cinema è spesso parte dell'educazione scolastica. Poniamo come esempio Shindler's list. Se accompagnato dalla visione di un adulto che ne approfondisce le tematiche, è l'esempio classico di film per la scuola. Storiografia, ritmo, emozione, paura. Lascia tanto più per il contenuto forte che per ciò che descrive.
    Ora poniamo un esempio estremo nel videoludo: the last of us. Mondo distopico, "zombie", morte, azione, avventura, una storia forte e una narrazione persistente che guida il giocatore dentro i conflittuali sentimenti di Joel ed Ellie. Allora, io credo che in se, questo videogame possa suscitare molte riflessioni se contestualizzato e vissuto in una esperienza scolastica, accompagnata da un professore. Forse, queste 30 ore di lezione pratica in aula potrebbero pure valere una stazione di gioco a testa per ogni studente di una classe. Ma come affronti l'esperienza in toto? Cioè, fai un'ora di gameplay in aula dove joel ed Ellie interagiscono insieme, uccidono i cattivi, sopravvivono, si conoscono e si scambiano alcune batuttute -anche questo parte narrativa imprescindibile per capire le cutscene; bello per i ragazzi eh, ma come le giustifiche queste ore a livello didattico? Poi arrivi alla cutscene e parli di quella per gli altri 30 minuti che ti avanzano?
    Allora anche qui la questione è che il mezzo videoludico ha avuto una sua progressione e si distanzia dal cinema in maniera drastica. Se porti in aula solo le cutscene porti dei pezzi di film slegati tra loro. Se porti tutto il videogioco diventa palloso da guardare o troppo lungo per gli insegnanti se lo rendi azione attiva degli studenti.

    Quindi, credo che al di là del refuso culturale tra generazioni di insegnanti o tra insegnanti e studenti, il vero punto è che non si può introdurre il videogioco allo stato attuale senza che prima questo medium, subisca un vero sottogenere che è quello del videogioco didattico. ma non fatto con due lire, ma attraverso uno studio sui tempi di reazione e attenzione degli studenti e sulla capacità educativa dell'insegnante. E questo significa modificare la struttura di gioco per creare tempi e pause adatte all'educazione durante l'evento attivo del videogiocare in aula.
    E' un percorso interessante, ma richiede un investimento globale enorme. intrigante, affascinante, forse indispensabile, ma a mio avviso pure ingiustificato valutando la situazione fondi mondiale per l'educazione.

    - - - Aggiornato - - -


    Vedi è questo che non comprendi: se l'esperienza videoludica la vive il professore, tu togli al mezzo il suo scopo. Che è quello di far immagazzinare informazioni agli studenti utilizzatori, attraverso una esperienza attiva.
    Tu non fai altro che trasformare un videogioco in un film.
    Pessimo e anche ossimorico rispetto a quello che tu vorresti chiamare educazione alternativa.
    Una riflessione davvero interessante! Parto dal dire che quando ho fatto l'esempio del proiettore non intendevo che avrebbe dovuto giocare il professore xD

    Se prendiamo ad esempio Valiant Hearts, i livelli sono molto brevi e sarebbe adatto anche ad essere giocato un pezzo a testa. Ovviamente il massimo sarebbe mettere tutti gli studenti davanti alla propria postazione, ma si tratta già di un obiettivo più lungimirante.

    Valiant Hearts è assolutamente stereotipato, come hai detto tu, ma credo che questo non sia un limite per l'uso didattico di questo videogioco. Come esempio mi viene in mente La vita è bella. Si tratta di un film che potrebbe essere tranquillamente mostrato a scuola, ma non si tratta ugualmente di un'opera stereotipata e con errori storici? Basta che a questo punto il professore spieghi i punti deboli dell'opera.

    La via di mezzo migliore sarebbe, come hai ricordato anche tu, lo sviluppo di videogiochi espressamente pensati per la didattica. Sinceramente non penso però che questi progetti non possano riscontrare un successo anche al di fuori delle scuole. Oltretutto non è necessario rimanere costantemente aggiornati. Valiant Hearts ad esempio ha uno stile grafico fatto a mano che resterà bello in eterno ed un gameplay visto e rivisto, ma comunque accessibile.

  5. #45
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    Re: I videogiochi nella didattica: un dibattito da autogestione

    Ma rivolto a che età? Educare attraverso il gioco è una cosa che si fa coi bambini. Il gioco insegna delle regole, dei comportamenti, delle analisi. Ovvero una educazione attraverso degli stimoli.

    Ma gioco e studio sono due ambiti separati nel bimbo.

    Far imparare dei contenuti è una cosa abbastanza improbabile.

    Anche il cinema nelle scuole è una grande illusione, basta parlarne coi bimbi per capire come vivono il film in classe.

    Ovviamente poi ci sono i casi in cui si fa capire cos'è la stop motion mostrando al bimbo Wallace & Gromit o gli si insegna cos'è un legame molecolare attraverso sokobond, ma sono casi particolari.


    Il vero bisogno della scuola è tornare alla realtà, non al virtuale. Laboratori di fisica in cui si ha esperienza del reale, laboratori di chimica, la storia insegnata attraverso documenti e testimonianze, non semplificazione e interpretazione del manuale, e via dicendo

  6. #46

    Re: I videogiochi nella didattica: un dibattito da autogestione

    Citazione Originariamente Scritto da Necronomicon Visualizza Messaggio
    Ma rivolto a che età? Educare attraverso il gioco è una cosa che si fa coi bambini. Il gioco insegna delle regole, dei comportamenti, delle analisi. Ovvero una educazione attraverso degli stimoli.

    Ma gioco e studio sono due ambiti separati nel bimbo.

    Far imparare dei contenuti è una cosa abbastanza improbabile.

    Anche il cinema nelle scuole è una grande illusione, basta parlarne coi bimbi per capire come vivono il film in classe.

    Ovviamente poi ci sono i casi in cui si fa capire cos'è la stop motion mostrando al bimbo Wallace & Gromit o gli si insegna cos'è un legame molecolare attraverso sokobond, ma sono casi particolari.


    Il vero bisogno della scuola è tornare alla realtà, non al virtuale. Laboratori di fisica in cui si ha esperienza del reale, laboratori di chimica, la storia insegnata attraverso documenti e testimonianze, non semplificazione e interpretazione del manuale, e via dicendo
    Quindi tu, dei titoli che hai giocato non ti ricordi nulla? La storia? Il contesto? I personaggi?

  7. #47
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    Re: I videogiochi nella didattica: un dibattito da autogestione

    Citazione Originariamente Scritto da Necronomicon Visualizza Messaggio
    Ma rivolto a che età? Educare attraverso il gioco è una cosa che si fa coi bambini. Il gioco insegna delle regole, dei comportamenti, delle analisi. Ovvero una educazione attraverso degli stimoli.

    Ma gioco e studio sono due ambiti separati nel bimbo.

    Far imparare dei contenuti è una cosa abbastanza improbabile.

    Anche il cinema nelle scuole è una grande illusione, basta parlarne coi bimbi per capire come vivono il film in classe.

    Ovviamente poi ci sono i casi in cui si fa capire cos'è la stop motion mostrando al bimbo Wallace & Gromit o gli si insegna cos'è un legame molecolare attraverso sokobond, ma sono casi particolari.


    Il vero bisogno della scuola è tornare alla realtà, non al virtuale. Laboratori di fisica in cui si ha esperienza del reale, laboratori di chimica, la storia insegnata attraverso documenti e testimonianze, non semplificazione e interpretazione del manuale, e via dicendo
    Sono anch'io dell'idea che bisogna aumentare l'esperienza pratica nelle scuole attraverso laboratori e testimonianze dirette, ma sulla seconda guerra mondiale non è che puoi pensare esistano testimoni sempre (già ora sono rarissimi), e non puoi far costruire un Panzer per convincer qualcuno a studiare l'assalto di stalingrado.
    Il videogioco su attività storiografiche, ma anche di educazione e di morale potrebbe essere una buona alternativa, ma solo se si hanno a scuola i mezzi adatti per far vivere l'esperienza ad ogni studente e che questo videogioco sia estremamente articolato per un uso didattico e contemporaneamente divertente abbastanza da tenere il giocatore sul filo del rasoio per continuare a proseguire e a stare attento agli stimoli che il gioco offre. E questo al momento non esiste ancora.
    ""...Gli ci volle un pò di tempo per ritrovare la forza di alzarsi e appoggiare il piede. Quando ci riuscì, prima di ricominciare la fuga verso casa si voltò di nuovo in dietro. E allora il suo grido disperato risuonò nel silenzio stupore della campagna."

  8. #48
    Malmostoso L'avatar di Necronomicon
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    Re: I videogiochi nella didattica: un dibattito da autogestione

    Citazione Originariamente Scritto da piergiorgio91 Visualizza Messaggio
    Quindi tu, dei titoli che hai giocato non ti ricordi nulla? La storia? Il contesto? I personaggi?
    Che domande sono?
    Tu cosa hai imparato dai videogiochi meglio che sui libri?
    Seriamente.

  9. #49

    Re: I videogiochi nella didattica: un dibattito da autogestione

    Citazione Originariamente Scritto da Necronomicon Visualizza Messaggio
    Che domande sono?
    Tu cosa hai imparato dai videogiochi meglio che sui libri?
    Seriamente.
    Non è quello che ho imparato, ma quello che ricordo. Le storie che ho vissuto. Non è così difficile pensare che vivere un periodo storico in un videogioco te lo faccia ricordare meglio rispetto a studiarlo in un libro.

    La stessa cosa vale per i video. Io studio biologia e vedere tridimensionalmente l'azione di un enzima o di un processo biologico in generale è ovviamente più immediato e facile da ricordare rispetto a studiarlo su un libro. Se quel video diventasse interattivo, con una forma primitiva di gameplay sarebbe meraviglioso. Ovviamente in questo caso però parliamo di simulazioni, che non sono esattamente "giochi".

    Se penso a SpaceChem mi vengono subito in mente tantissime applicazioni per lo studio della chimica. Se tu GIOCHI con i composti chimici ti ricorderai sicuramente più facilmente la nomenclatura delle molecole rispetto a studiarle a memoria sui libri. Tu quanti termini usati nei videogiochi ti ricordi facilmente? Capisci cosa intendo?

    Per lo studio di un quadro o di un testo letterario. Un breve videogioco che ti faccia entrare nell'opera. Anche una semplice avventura interattiva. VIVERE attraverso il gioco un'esperienza la fa sentire tua. Te la ricorderai per sempre, molto probabilmente.
    Ultima modifica di piergiorgio91; 04-02-16 alle 15:17

  10. #50

    Re: I videogiochi nella didattica: un dibattito da autogestione

    Per ampliare la discussione vorrei ricordare che "didattica" non è solo ciò che si fa a scuola, ma anche a casa. In questo caso il videogioco potrebbe essere un consiglio per coadiuvare lo studio o per far appassionare all'argomento trattato, come descrive bene l'articolo "Assassini incappucciati" pubblicato nel numero di gennaio di TGM.

  11. #51
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    Re: I videogiochi nella didattica: un dibattito da autogestione

    Citazione Originariamente Scritto da piergiorgio91 Visualizza Messaggio
    Se penso a SpaceChem mi vengono subito in mente tantissime applicazioni per lo studio della chimica. Se tu GIOCHI con i composti chimici ti ricorderai sicuramente più facilmente la nomenclatura delle molecole rispetto a studiarle a memoria sui libri.
    Bisogna però fare attenzione a quello che viene "insegnato" dal gioco, cito le parole testuali degli sviluppatori:

    While not a replacement for traditional instruction in the areas of computer programming and chemistry, SpaceChem can be used as:

    a reward that keeps students thinking;

    an opportunity to practice problem solving skills;

    an application for statistics using students’ scores;

    a way to get students excited about computer programming and chemistry;

    The core gameplay involves programming machines that are able to directly manipulate atoms and molecules, a concept that is not entirely grounded in reality.

    The bonding model in SpaceChem is much simpler than in real life. Instead of being based on electronegativity and orbital levels, bonds are created and removed directly through the use of "bonders".

    The last few puzzles involve imaginary atoms as part of the story.
    Insomma, c'è il rischio concreto di creare piuttosto ulteriore confusione...
    Endure. In enduring, grow strong.

  12. #52

    Re: I videogiochi nella didattica: un dibattito da autogestione

    Citazione Originariamente Scritto da Shog-goth Visualizza Messaggio
    Bisogna però fare attenzione a quello che viene "insegnato" dal gioco, cito le parole testuali degli sviluppatori:

    Insomma, c'è il rischio concreto di creare piuttosto ulteriore confusione...
    Non sono stato assolutamente chiaro :p
    SpaceChem l'ho citato per fare un esempio di come un gameplay da puzzle game POTREBBE veicolare contenuti didattici. Non volevo assolutamente dire che il gioco in sé sarebbe da usare nelle scuole, perché di chimica in fondo insegna davvero pochissimo. Giusto i nomi degli elementi :p

    Ovviamente ci sarebbe bisogno di un gioco pensato a scopo didattico, anche in questo caso e sinceramente penso che potrebbe riscuotere anche un buon successo commerciale al di fuori dell'ambito scolastico.

    p.s.

    Tra l'altro un gioco con un gameplay del genere è un esempio perfetto perché non richiederebbe un budget ingente per essere sviluppato.

  13. #53
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    Re: I videogiochi nella didattica: un dibattito da autogestione

    Citazione Originariamente Scritto da Harry_Lime Visualizza Messaggio
    Il discorso qui avviato è molto interessante, ma anche estremamente complesso e non riducibile al semplice refuso culturale di due generazioni di insegnanti (quella dei quasi pensionati che i videogame li vedono di striscio e quella degli insegnanti videogiocatori o quasi che hanno inziato a crescere con il medium ludico), ma che invece dovrebbe condurre la discussione verso due parametri: esiste un sottogenere di prodotti ludici che hanno davvero uno scopo educativo in ambito scolastico? E secondo: esistono videogame che pur senza questo scopo, possono davvero insegnare qualcosa ad uno studente o dare una esperienza di vita e di maturazione ad un ragazzo?
    Ecco, la risposta è Ni.
    Per la prima, è importante dire che non bastano prodotti con dentro due righe di storia o che hanno come contesto la ww2 per dire che è un videogioco educativo. Questo perchè l'elemento ludico viene prima dell'elemento storiografico ed educativo, per chi lo produce. Sarebbe come dire che quando da piccolini si giocava coi soldatini e si schieravano tedeschi contro americani divisi da una collina di sabbia, quella è una esperienza educativa per uno studente.
    Allora la questione profonda è: perchè tutti i prodotti videoludici apparentemente educativi e studiati per la scuola falliscono? Perchè in quel caso l'elemento principale del gioco, ovvero il divertimento, viene soffocato per l'elemento esterno che è l'educazione didattica.
    Certo, ci sono casi a mio avviso interessanti che potrebbero portare ad un buon equilibrio e ad un genere specifico di giochi educativi e questi sono Valiant Hearth e never Alone. Questi a mio avviso hanno un discreto equilibrio, portando il giocatore alla curiosità di approfondire l'evento attivo attraverso la lettura delle slide passive e delle voci off nel gioco.
    Il primo, basato sulla grande guerra, fa rivivere un percorso storico ed umano, di sofferenza direi, dei personaggi principali, sbloccando la storiologia degli eventi, mischiando in alcuni casi un eccessivo uso della fantasia nei boss di fine livello (eccessiva se lo si vuole considerare un prodotto educativo). Il secondo mescola il mito del tribale e l'avventura di una terra ghiacciata, per raccontare e incuriosire lo spettatore sulla storia di un popolo che è praticamente estinto.
    Ma entrambi i prodotti hanno un vantaggio: hanno un gameplay che funziona, breve e ben calibrato. Insomma, la verità è che a mio avviso a parte rarissimi casi, se si vuole parlare di usare il videogame come strumento di apprendimento nelle scuole, è necessario sviluppare prodotti specifici da professionisti che mettano insieme non solo l'elemento educativo (testo, immagini, video, quello che è), ma anche e soprattutto una gameplay divertente, che immerga il giocatore in un evento credibile, moderno, al passo coi tempi e coi gusti del ragazzo. E questo a mio avviso assorbe risorse economiche e umane talmente elevate che il comparto scolastico di qualsiasi nazione non si può permettere.

    Il secondo punto da considerare, è se certi videogiochi con temi estremamente maturi ma slegati dal concetto di educazione, possono davvero lasciare qualcosa di importante a chi li vive.
    Cosa intendo: è risaputo che il cinema è spesso parte dell'educazione scolastica. Poniamo come esempio Shindler's list. Se accompagnato dalla visione di un adulto che ne approfondisce le tematiche, è l'esempio classico di film per la scuola. Storiografia, ritmo, emozione, paura. Lascia tanto più per il contenuto forte che per ciò che descrive.
    Ora poniamo un esempio estremo nel videoludo: the last of us. Mondo distopico, "zombie", morte, azione, avventura, una storia forte e una narrazione persistente che guida il giocatore dentro i conflittuali sentimenti di Joel ed Ellie. Allora, io credo che in se, questo videogame possa suscitare molte riflessioni se contestualizzato e vissuto in una esperienza scolastica, accompagnata da un professore. Forse, queste 30 ore di lezione pratica in aula potrebbero pure valere una stazione di gioco a testa per ogni studente di una classe. Ma come affronti l'esperienza in toto? Cioè, fai un'ora di gameplay in aula dove joel ed Ellie interagiscono insieme, uccidono i cattivi, sopravvivono, si conoscono e si scambiano alcune batuttute -anche questo parte narrativa imprescindibile per capire le cutscene; bello per i ragazzi eh, ma come le giustifiche queste ore a livello didattico? Poi arrivi alla cutscene e parli di quella per gli altri 30 minuti che ti avanzano?
    Allora anche qui la questione è che il mezzo videoludico ha avuto una sua progressione e si distanzia dal cinema in maniera drastica. Se porti in aula solo le cutscene porti dei pezzi di film slegati tra loro. Se porti tutto il videogioco diventa palloso da guardare o troppo lungo per gli insegnanti se lo rendi azione attiva degli studenti.

    Quindi, credo che al di là del refuso culturale tra generazioni di insegnanti o tra insegnanti e studenti, il vero punto è che non si può introdurre il videogioco allo stato attuale senza che prima questo medium, subisca un vero sottogenere che è quello del videogioco didattico. ma non fatto con due lire, ma attraverso uno studio sui tempi di reazione e attenzione degli studenti e sulla capacità educativa dell'insegnante. E questo significa modificare la struttura di gioco per creare tempi e pause adatte all'educazione durante l'evento attivo del videogiocare in aula.
    E' un percorso interessante, ma richiede un investimento globale enorme. intrigante, affascinante, forse indispensabile, ma a mio avviso pure ingiustificato valutando la situazione fondi mondiale per l'educazione.
    mi chiedevo appunto se e quando saresti intervenuto nella discussione

    analisi interessante, forse come dici serve uno sforzo globale non solo per creare un vg didattico ma anche per far capire alla gente che può esistere un vg didattico, però l'uso di giochi come valiant heart potrebbe essere la scintilla che da inizio a tutto


    ma al di la dello strumento, un fattore importante è come questo strumento debba essere usato, come dice harry se il vg viene usato dal prof con gli studenti semplici spettatori viene meno il fattore gioco/interattività e allora tanto vale fargli vedere un film

    quindi mettere delle postazioni in classe e giocare col professore vicino? sembrerebbe la soluzione migliore, però parliamo di poche ore alla settimana (a seconda della materia presa in esame) e molto frammentate, senza contare che nonostante un gameplay semplice ogni giocatore progredisce nella storia in tempi diversi creando confusione, soprattutto al professore

    secondo me potrebbe essere utile come "compito a casa", e poi in classe si commenta e approfondisce gli argomenti che sono stati trattati nel gioco, magari si da come "compito" ogni settimana un livello così che tutti progrediscano assieme....e per una volta tanto essere "secchioni" non sara visto come un male

  14. #54

    Re: I videogiochi nella didattica: un dibattito da autogestione

    Citazione Originariamente Scritto da CX3200 Visualizza Messaggio
    mi chiedevo appunto se e quando saresti intervenuto nella discussione

    analisi interessante, forse come dici serve uno sforzo globale non solo per creare un vg didattico ma anche per far capire alla gente che può esistere un vg didattico, però l'uso di giochi come valiant heart potrebbe essere la scintilla che da inizio a tutto


    ma al di la dello strumento, un fattore importante è come questo strumento debba essere usato, come dice harry se il vg viene usato dal prof con gli studenti semplici spettatori viene meno il fattore gioco/interattività e allora tanto vale fargli vedere un film

    quindi mettere delle postazioni in classe e giocare col professore vicino? sembrerebbe la soluzione migliore, però parliamo di poche ore alla settimana (a seconda della materia presa in esame) e molto frammentate, senza contare che nonostante un gameplay semplice ogni giocatore progredisce nella storia in tempi diversi creando confusione, soprattutto al professore

    secondo me potrebbe essere utile come "compito a casa", e poi in classe si commenta e approfondisce gli argomenti che sono stati trattati nel gioco, magari si da come "compito" ogni settimana un livello così che tutti progrediscano assieme....e per una volta tanto essere "secchioni" non sara visto come un male
    Sei un grande, hai capito il mio spirito!

    Sì direi che in generale un gioco, adattandosi alle scelte del giocatore/studente (che magari preferisce soffermarsi di più su un particolare piuttosto che su un altro), durerebbe troppo per una lezione e sarebbe poco incisivo. Magari potrebbe essere introdotto in classe, per poi giocarci meglio a casa.

    In un videogioco pensato per la didattica la prima parte/ tutorial potrebbe proprio essere pensata nell'ottica di essere giocata per pochi minuti in classe.

  15. #55
    Grande Antico L'avatar di Shog-goth
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    Re: I videogiochi nella didattica: un dibattito da autogestione

    Citazione Originariamente Scritto da piergiorgio91 Visualizza Messaggio
    Ovviamente ci sarebbe bisogno di un gioco pensato a scopo didattico, anche in questo caso e sinceramente penso che potrebbe riscuotere anche un buon successo commerciale al di fuori dell'ambito scolastico.
    E magari potrebbe commissionarli il MinCulPop al buon Metalmark visto l'ottimo lavoro con "Gioventù Ribelle", capolavoro in grado di coniugare al meglio storia e divertimento intelligente...
    Endure. In enduring, grow strong.

  16. #56

    Re: I videogiochi nella didattica: un dibattito da autogestione

    Citazione Originariamente Scritto da Shog-goth Visualizza Messaggio
    E magari potrebbe commissionarli il MinCulPop al buon Metalmark visto l'ottimo lavoro con "Gioventù Ribelle", capolavoro in grado di coniugare al meglio storia e divertimento intelligente...
    Pensavo esattamente alla stessa cosa

    Comunque se vogliamo possiamo parlare di quella faccenda. Anche in questo caso il problema è il "gap generazionale", che soprattutto in Italia non è solo una questione di età anagrafica.

    Chi ha creato quel videogioco è sicuramente criticabile, ma perché è stato accettato quel lavoro? Chi lo ha accettato ha mai visto in vita sua un videogioco?

  17. #57
    Grande Antico L'avatar di Shog-goth
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    Re: I videogiochi nella didattica: un dibattito da autogestione

    Citazione Originariamente Scritto da piergiorgio91 Visualizza Messaggio
    Chi ha creato quel videogioco è sicuramente criticabile, ma perché è stato accettato quel lavoro? Chi lo ha accettato ha mai visto in vita sua un videogioco?
    La risposta è semplice: Italia...
    Endure. In enduring, grow strong.

  18. #58

    Re: I videogiochi nella didattica: un dibattito da autogestione

    Citazione Originariamente Scritto da Shog-goth Visualizza Messaggio
    La risposta è semplice: Italia...
    Per questo è meglio partire dalle persone: sviluppatori indipendenti, appassionati, studenti e insegnanti, piuttosto che dalle istituzioni xD

  19. #59
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    Re: I videogiochi nella didattica: un dibattito da autogestione

    Citazione Originariamente Scritto da piergiorgio91 Visualizza Messaggio
    Pensavo esattamente alla stessa cosa

    Comunque se vogliamo possiamo parlare di quella faccenda. Anche in questo caso il problema è il "gap generazionale", che soprattutto in Italia non è solo una questione di età anagrafica.

    Chi ha creato quel videogioco è sicuramente criticabile, ma perché è stato accettato quel lavoro? Chi lo ha accettato ha mai visto in vita sua un videogioco?
    Li è tutta questione di ranking.
    ""...Gli ci volle un pò di tempo per ritrovare la forza di alzarsi e appoggiare il piede. Quando ci riuscì, prima di ricominciare la fuga verso casa si voltò di nuovo in dietro. E allora il suo grido disperato risuonò nel silenzio stupore della campagna."

  20. #60
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    Re: I videogiochi nella didattica: un dibattito da autogestione

    Citazione Originariamente Scritto da piergiorgio91 Visualizza Messaggio
    Per questo è meglio partire dalle persone: sviluppatori indipendenti, appassionati, studenti e insegnanti, piuttosto che dalle istituzioni xD
    Si, ma qualcuno lo deve pur pagare lo sviluppo di questi "giochi" dai trascorsi fallimentari e col rischio concreto di ritrovarsi poi con un pugno di mosche. Oppure pensavi ad uno sviluppo Open? E capitanato da chi?
    Endure. In enduring, grow strong.

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