BREXIT !! Topico ufficiale !! Che fanno gli Inglesi?? Escono o restano ?? [UK Vs UE] BREXIT !! Topico ufficiale !! Che fanno gli Inglesi?? Escono o restano ?? [UK Vs UE] - Pagina 27

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Discussione: BREXIT !! Topico ufficiale !! Che fanno gli Inglesi?? Escono o restano ?? [UK Vs UE]

  1. #521

    Re: BREXIT !! Topico ufficiale !! Che fanno gli Inglesi?? Escono o restano ?? [UK Vs


    Citazione Originariamente Scritto da Sinex/ Visualizza Messaggio
    Absint sei il baddo del 21esimo secolo. Il vero uomo di mondo profondo e sensibile ma incredibilmente alla mano.
    Vestito di turchese che viaggia in economy e con uno strano bozzo sulla fronte che però attira le ffighe

  2. #522
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    Re: BREXIT !! Topico ufficiale !! Che fanno gli Inglesi?? Escono o restano ?? [UK Vs

    Perché gli inglesi credono di poter fare tutto da soli
    L’orgoglio culturale, che va dalla lingua parlata in tutto il mondo allo stoicismo congenito, ha influenzato i più anziani. E i giovani sono stati troppo pigri


    Beppe Severgnini


    Da una settimana giro l’Inghilterra con una domanda in testa: come possono pensare di fare da soli, gli inglesi? Nel XXI secolo, quando i problemi sono collettivi e richiedono risposte comuni. La nazione più aperta e internazionale d’Europa, votando Brexit, ha compiuto una scelta difensiva e nazionale. Perché? Il referendum — per quanto inopportuno, strumentalizzato, incattivito — «ha incoraggiato la nazione a considerare la questione europea» (Charles Moore, The Spectator); ed è servito a sfogare frustrazioni che, con l’Europa, c’entravano poco (c’è chi si eccita per Trump, chi vota Le Pen e chi ascolta Farage). Ma, nel contempo, ha alimentato una pericolosa illusione: quella di poter fare a meno dell’Europa. Da dove viene la pretesa inglese all’autosufficienza?

    Non è una domanda nuova: me la pongo dal 1972, quando studiavo inglese sulla Manica per poter chiedere «Where do you come from?» alle ragazzine scandinave. In queste giornate strabilianti — Brexit potrebbe rivelarsi uno spettacolare errore, ma lo spettacolo è innegabile — la curiosità è aumentata. A tutti vorrei domandare la stessa cosa: come può pensare la Gran Bretagna di affrontare da sola il XXI secolo, dopo aver faticato a reggere il passo nella seconda metà del XX? Nostalgie imperiali!, rispondono molti: gli inglesi non hanno capito che la mappa del mondo è cambiata, e il Commonwealth è come la cena della classe del liceo (si convoca ancora, per abitudine, ma ormai siamo diventati tutti troppo diversi). No, l’ipotesi imperiale non regge. Neppure i più anziani portabandiera della Little England pensano che quel tempo possa tornare. La nostalgia di alcuni, semmai, è per una nazione gerarchicamente ordinata in cui le persone si riconoscevano dall’accento, gli immigrati erano servizievoli e le emozioni accuratamente nascoste.

    Da dove viene, allora, l’illusione di poter fare a meno dell’Europa? Per prima cosa, dal possedere la lingua del mondo. Chi è inglese (irlandese, americano, australiano) non conosce l’ansia della comunicazione e la frustrazione dell’incomprensione. Deve solo aspettare che il mondo metta insieme le frasi. E il mondo lo fa, con risultati che vanno dall’umiliazione alla perfezione. Una seconda spiegazione è la qualità della vita pubblica. Scriveva l’americano John Gunther — grande studioso dei popoli — «il livello della vita pubblica inglese, per il resto degli europei, è motivo di incredulità» (Inside Europe Today, 1961). Oggi le cose sono cambiate: favoritismi e conflitti d’interesse sono all’ordine del giorno, anche in Gran Bretagna, ma non sono paragonabili a quanto accade altrove. Comportamenti amministrativi come quelli visti a Roma negli ultimi anni qui porterebbero a una petizione per la riapertura della Torre di Londra a uso detentivo.

    Una terza spiegazione è la storia militare. Nessun Paese del mondo — neppure gli Stati Uniti o la Russia — è orgoglioso quanto la Gran Bretagna delle proprie imprese belliche. La giornata dei Caduti, che altrove è uno stanco rituale, in quest’isola è motivo di intensa partecipazione: alla vigilia di Remembrance Sunday, poppies (papaveri) dovunque. L’idea della solitudine gloriosa è radicata nella psiche nazionale. Certo: ritrovarsi soli contro i nemici negli anni 40 del XX secolo era eroico; ritrovarsi soli tra gli amici negli anni 10 del XXI secolo sarebbe grottesco.

    Una quarta spiegazione: aver prodotto diverse icone della cultura di massa contemporanea. Un elenco è inutile, tant’è noto: dai Beatles alla minigonna, da William Shakespeare a James Bond, dal calcio al tennis, dal whisky alla tazza di tè (Wikipedia, diligentemente, aggiunge altre ventisei voci). Anche noi italiani siamo stati capaci di una produzione simile, forse non altrettanto varia; e sappiamo che il ritorno, sul piano della reputazione internazionale, esiste. E inorgoglisce.

    Una quinta e ultima spiegazione: lo stoicismo. Tra i popoli che ho conosciuto, solo i russi sono in grado di sopportare tanto per tanto tempo. Ma lo stoicismo russo è drammatico; quello inglese contiene una dose di autoironia. Dalle case alle scuole, dai treni allo sport, dalle spine elettriche ai bagni domestici: chi ha una certa età, in Inghilterra, è convinto che una modica quantità di scomodità sia educativa. Ed è pronto, perciò, ad affrontare i disagi che dovessero arrivare dalla Brexit.

    Figli e nipoti, si ha l’impressione, la pensano diversamente: avrebbero volentieri continuato a condividere alcune mollezze continentali (dall’assenza di frontiere alla presenza dei bidet). Ma i giovani inglesi sono stati pigri: hanno permesso che chi ha poco futuro decidesse del loro futuro. Ora, probabilmente, ne subiranno le conseguenze.

  3. #523
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    Re: BREXIT !! Topico ufficiale !! Che fanno gli Inglesi?? Escono o restano ?? [UK Vs

    Bannate Cesarino o mettegli un limite di parole per post!

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  4. #524
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    Re: BREXIT !! Topico ufficiale !! Che fanno gli Inglesi?? Escono o restano ?? [UK Vs

    Citazione Originariamente Scritto da Cesarino Visualizza Messaggio
    Perché gli inglesi credono di poter fare tutto da soli
    L’orgoglio culturale, che va dalla lingua parlata in tutto il mondo allo stoicismo congenito, ha influenzato i più anziani. E i giovani sono stati troppo pigri


    Beppe Severgnini


    Da una settimana giro l’Inghilterra con una domanda in testa: come possono pensare di fare da soli, gli inglesi? Nel XXI secolo, quando i problemi sono collettivi e richiedono risposte comuni. La nazione più aperta e internazionale d’Europa, votando Brexit, ha compiuto una scelta difensiva e nazionale. Perché? Il referendum — per quanto inopportuno, strumentalizzato, incattivito — «ha incoraggiato la nazione a considerare la questione europea» (Charles Moore, The Spectator); ed è servito a sfogare frustrazioni che, con l’Europa, c’entravano poco (c’è chi si eccita per Trump, chi vota Le Pen e chi ascolta Farage). Ma, nel contempo, ha alimentato una pericolosa illusione: quella di poter fare a meno dell’Europa. Da dove viene la pretesa inglese all’autosufficienza?

    Non è una domanda nuova: me la pongo dal 1972, quando studiavo inglese sulla Manica per poter chiedere «Where do you come from?» alle ragazzine scandinave. In queste giornate strabilianti — Brexit potrebbe rivelarsi uno spettacolare errore, ma lo spettacolo è innegabile — la curiosità è aumentata. A tutti vorrei domandare la stessa cosa: come può pensare la Gran Bretagna di affrontare da sola il XXI secolo, dopo aver faticato a reggere il passo nella seconda metà del XX? Nostalgie imperiali!, rispondono molti: gli inglesi non hanno capito che la mappa del mondo è cambiata, e il Commonwealth è come la cena della classe del liceo (si convoca ancora, per abitudine, ma ormai siamo diventati tutti troppo diversi). No, l’ipotesi imperiale non regge. Neppure i più anziani portabandiera della Little England pensano che quel tempo possa tornare. La nostalgia di alcuni, semmai, è per una nazione gerarchicamente ordinata in cui le persone si riconoscevano dall’accento, gli immigrati erano servizievoli e le emozioni accuratamente nascoste.

    Da dove viene, allora, l’illusione di poter fare a meno dell’Europa? Per prima cosa, dal possedere la lingua del mondo. Chi è inglese (irlandese, americano, australiano) non conosce l’ansia della comunicazione e la frustrazione dell’incomprensione. Deve solo aspettare che il mondo metta insieme le frasi. E il mondo lo fa, con risultati che vanno dall’umiliazione alla perfezione. Una seconda spiegazione è la qualità della vita pubblica. Scriveva l’americano John Gunther — grande studioso dei popoli — «il livello della vita pubblica inglese, per il resto degli europei, è motivo di incredulità» (Inside Europe Today, 1961). Oggi le cose sono cambiate: favoritismi e conflitti d’interesse sono all’ordine del giorno, anche in Gran Bretagna, ma non sono paragonabili a quanto accade altrove. Comportamenti amministrativi come quelli visti a Roma negli ultimi anni qui porterebbero a una petizione per la riapertura della Torre di Londra a uso detentivo.

    Una terza spiegazione è la storia militare. Nessun Paese del mondo — neppure gli Stati Uniti o la Russia — è orgoglioso quanto la Gran Bretagna delle proprie imprese belliche. La giornata dei Caduti, che altrove è uno stanco rituale, in quest’isola è motivo di intensa partecipazione: alla vigilia di Remembrance Sunday, poppies (papaveri) dovunque. L’idea della solitudine gloriosa è radicata nella psiche nazionale. Certo: ritrovarsi soli contro i nemici negli anni 40 del XX secolo era eroico; ritrovarsi soli tra gli amici negli anni 10 del XXI secolo sarebbe grottesco.

    Una quarta spiegazione: aver prodotto diverse icone della cultura di massa contemporanea. Un elenco è inutile, tant’è noto: dai Beatles alla minigonna, da William Shakespeare a James Bond, dal calcio al tennis, dal whisky alla tazza di tè (Wikipedia, diligentemente, aggiunge altre ventisei voci). Anche noi italiani siamo stati capaci di una produzione simile, forse non altrettanto varia; e sappiamo che il ritorno, sul piano della reputazione internazionale, esiste. E inorgoglisce.

    Una quinta e ultima spiegazione: lo stoicismo. Tra i popoli che ho conosciuto, solo i russi sono in grado di sopportare tanto per tanto tempo. Ma lo stoicismo russo è drammatico; quello inglese contiene una dose di autoironia. Dalle case alle scuole, dai treni allo sport, dalle spine elettriche ai bagni domestici: chi ha una certa età, in Inghilterra, è convinto che una modica quantità di scomodità sia educativa. Ed è pronto, perciò, ad affrontare i disagi che dovessero arrivare dalla Brexit.

    Figli e nipoti, si ha l’impressione, la pensano diversamente: avrebbero volentieri continuato a condividere alcune mollezze continentali (dall’assenza di frontiere alla presenza dei bidet). Ma i giovani inglesi sono stati pigri: hanno permesso che chi ha poco futuro decidesse del loro futuro. Ora, probabilmente, ne subiranno le conseguenze.
    Tl;Dr again

  5. #525
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    Re: BREXIT !! Topico ufficiale !! Che fanno gli Inglesi?? Escono o restano ?? [UK Vs

    Da qualche mese George Soros, a 85 anni, era tornato a gestire attivamente larghe parti del suo fondo speculativo da circa 30 miliardi di dollari, convinto com’era che sui mercati finanziari si sarebbe scatenata una nuova fase d’instabilità. Ha dimostrato di non aver perso la capacità di analisi con la quale aveva previsto la crisi della lira e della sterlina nel 1992: le posizioni che ha preso nelle scorse settimane sull’oro, il bene-rifugio per eccellenza, hanno generato forti guadagni giovedì notte e venerdì.

    Ieri però Soros si è dedicato a un’altra attività, quella di commentatore. Su Project Syndicate, il portale che raccoglie gli interventi di quasi tutti i principali commentatori economici del mondo, il finanziare ha descritto il quadro europeo, così come lo vede dopo lo choc di Londra. «Lo scenario catastrofico che molti temevano si è materializzato – scrive Soros su Project Syndicate – rendendo la disintegrazione dell’Unione europea praticamente irreversibile». La prima vittima del referendum sulla Brexit sarà la Gran Bretagna stessa, a suo parere, ma gli effetti economici e politici sono destinati ad allargarsi a macchia d’olio sul resto del continente: «I mercati finanziari in tutto il mondo resteranno probabilmente in agitazione fino a quando il complicato processo di divorzio politico ed economico dalla Ue non sarà negoziato. Le conseguenze per l’economia reale saranno comparabili solo alla crisi finanziaria del 2007-2008».

    Soros si è però convinto che è in particolare in Europa e nell’area euro che si concentreranno i problemi più acuti. «Le tensioni fra gli Stati membri hanno raggiunto il punto di rottura – scrive – non solo sui rifugiati, ma anche come risultato delle tensioni eccezionali fra Paesi debitori e creditori all’interna della zona euro». È qui che il finanziere americano si concentra in particolare sulla situazione dell’Italia, oggi considerata da molti sui mercati il più importante anello debole su cui rischia di scaricarsi l’impatto del referendum inglese. «In Italia la caduta del 10% del mercato azionario in seguito al voto sulla Brexit segnala chiaramente la vulnerabilità del Paese a una crisi bancaria conclamata, che potrebbe portare al potere il movimento populista 5 Stelle già l’anno prossimo».

    La risposta più efficace sarebbe un rilancio immediato dei principali governi: un rapido accordo fra Francia, Italia e Germania per creare un meccanismo finanziario di assicurazione europea all’interno dell’Unione bancaria, e almeno l’inizio di un bilancio comune dell’area per sostenere le economie colpite da uno choc o una recessione. Ma Soros è scettico: la situazione attuale, scrive, «non promette bene per un serio programma di riforme dell’area euro, che dovrebbe includere una reale unione bancaria, una limitata unione di bilancio e meccanismi molto più forti di delega e responsabilità democratiche. E il tempo non è dalla parte dell’Europa».

    Inizierà a diventare più chiaro nei prossimi giorni se la lettura di Soros, ancora una volta, sarà stata corretta. Oggi la Spagna torna al voto dopo sette mesi di paralisi politica e nei giorni seguenti i leader europei dovranno dire se sono pronti a ridare credibilità all’architettura europea, e come. Affiancare alla vigilanza bancaria europea dei meccanismi di sostegno europei davvero accessibili è forse il passaggio più urgente (ma per ora bloccato dalla Germania). La sola alternativa per mettersi al sicuro da una crisi bancaria in Europa sarebbe rendere meno punitivi per gli investitori i salvataggi pubblici. In queste ore è intervenuto in proposito Olivier Blanchard, fino a pochi mesi fa capoeconomista del Fondo monetario internazionale e ora al Peterson Institute di Washington. «Le sofferenze bancarie sono salite costantemente e sono tenute a bilancio a valori sostanzialmente superiori ai prezzi di mercato – osserva Blanchard nel suo blog – Il governo italiano si è dimostrato molto riluttante ad applicare le regole del bail-in», ossia colpire investitori e risparmiatori in caso di aiuto di Stato. L’ex capoeconomista del Fmi conclude: «La credibilità delle regole è in gioco. Vanno applicate, oppure modificate in modo credibile». Uno dei temi, presumibilmente, sul tavolo dei leader europei nei prossimi giorni.

  6. #526
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    Re: BREXIT !! Topico ufficiale !! Che fanno gli Inglesi?? Escono o restano ?? [UK Vs

    Dr tl tl dr dr tl tl dt

  7. #527
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    Re: BREXIT !! Topico ufficiale !! Che fanno gli Inglesi?? Escono o restano ?? [UK Vs

    Citazione Originariamente Scritto da Cesarino Visualizza Messaggio
    Da qualche mese George Soros, a 85 anni, era tornato a gestire attivamente larghe parti del suo fondo speculativo da circa 30 miliardi di dollari, convinto com’era che sui mercati finanziari si sarebbe scatenata una nuova fase d’instabilità. Ha dimostrato di non aver perso la capacità di analisi con la quale aveva previsto la crisi della lira e della sterlina nel 1992: le posizioni che ha preso nelle scorse settimane sull’oro, il bene-rifugio per eccellenza, hanno generato forti guadagni giovedì notte e venerdì.

    Ieri però Soros si è dedicato a un’altra attività, quella di commentatore. Su Project Syndicate, il portale che raccoglie gli interventi di quasi tutti i principali commentatori economici del mondo, il finanziare ha descritto il quadro europeo, così come lo vede dopo lo choc di Londra. «Lo scenario catastrofico che molti temevano si è materializzato – scrive Soros su Project Syndicate – rendendo la disintegrazione dell’Unione europea praticamente irreversibile». La prima vittima del referendum sulla Brexit sarà la Gran Bretagna stessa, a suo parere, ma gli effetti economici e politici sono destinati ad allargarsi a macchia d’olio sul resto del continente: «I mercati finanziari in tutto il mondo resteranno probabilmente in agitazione fino a quando il complicato processo di divorzio politico ed economico dalla Ue non sarà negoziato. Le conseguenze per l’economia reale saranno comparabili solo alla crisi finanziaria del 2007-2008».

    Soros si è però convinto che è in particolare in Europa e nell’area euro che si concentreranno i problemi più acuti. «Le tensioni fra gli Stati membri hanno raggiunto il punto di rottura – scrive – non solo sui rifugiati, ma anche come risultato delle tensioni eccezionali fra Paesi debitori e creditori all’interna della zona euro». È qui che il finanziere americano si concentra in particolare sulla situazione dell’Italia, oggi considerata da molti sui mercati il più importante anello debole su cui rischia di scaricarsi l’impatto del referendum inglese. «In Italia la caduta del 10% del mercato azionario in seguito al voto sulla Brexit segnala chiaramente la vulnerabilità del Paese a una crisi bancaria conclamata, che potrebbe portare al potere il movimento populista 5 Stelle già l’anno prossimo».

    La risposta più efficace sarebbe un rilancio immediato dei principali governi: un rapido accordo fra Francia, Italia e Germania per creare un meccanismo finanziario di assicurazione europea all’interno dell’Unione bancaria, e almeno l’inizio di un bilancio comune dell’area per sostenere le economie colpite da uno choc o una recessione. Ma Soros è scettico: la situazione attuale, scrive, «non promette bene per un serio programma di riforme dell’area euro, che dovrebbe includere una reale unione bancaria, una limitata unione di bilancio e meccanismi molto più forti di delega e responsabilità democratiche. E il tempo non è dalla parte dell’Europa».

    Inizierà a diventare più chiaro nei prossimi giorni se la lettura di Soros, ancora una volta, sarà stata corretta. Oggi la Spagna torna al voto dopo sette mesi di paralisi politica e nei giorni seguenti i leader europei dovranno dire se sono pronti a ridare credibilità all’architettura europea, e come. Affiancare alla vigilanza bancaria europea dei meccanismi di sostegno europei davvero accessibili è forse il passaggio più urgente (ma per ora bloccato dalla Germania). La sola alternativa per mettersi al sicuro da una crisi bancaria in Europa sarebbe rendere meno punitivi per gli investitori i salvataggi pubblici. In queste ore è intervenuto in proposito Olivier Blanchard, fino a pochi mesi fa capoeconomista del Fondo monetario internazionale e ora al Peterson Institute di Washington. «Le sofferenze bancarie sono salite costantemente e sono tenute a bilancio a valori sostanzialmente superiori ai prezzi di mercato – osserva Blanchard nel suo blog – Il governo italiano si è dimostrato molto riluttante ad applicare le regole del bail-in», ossia colpire investitori e risparmiatori in caso di aiuto di Stato. L’ex capoeconomista del Fmi conclude: «La credibilità delle regole è in gioco. Vanno applicate, oppure modificate in modo credibile». Uno dei temi, presumibilmente, sul tavolo dei leader europei nei prossimi giorni.
    Tl;Dr like ver sno tumorro

  8. #528
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    Re: BREXIT !! Topico ufficiale !! Che fanno gli Inglesi?? Escono o restano ?? [UK Vs

    “We will rock you!”, devono aver pensato questo gli inglesi che sono andati a votare per il Leave quel nefasto 23 giugno 2016, che sara’ ricordato nella storia come la fine o quasi dell’Europa come noi la conosciamo. Tutto sommato il loro e’ un voto pieno di speranza! Un’assistente parrucchiera, molto giovane, intervistata diceva:”,sono contenta!,Adesso investiranno di piu’ nella sanita’,e ci saranno piu’ posti di lavoro!”. Un po’ come nella canzone di Lucio Dalla: “E sara’ per sempre Natale…”. Anche un giovane collega che non voleva andare a votare, di origine jamaicana, a un certo punto mi guarda e mi dice: “quelli del Leave dicono che verranno creati milioni di posti di lavoro, e’ vero?”. Questa e’ la ragione per cui la working class ha votato Leave! Posti di lavoro, prosperita’, un futuro migliore. Futuro compromesso, nel loro mondo molto piccolo di gente che non si occupa di politica ma accende la televisione per vedere il Grande Fratello, da noi immigrati europei! Loro non ci vedono come “talented people”, gente che da’ il meglio di se stessa e produce, ci vedono solo come “competitors”. E’ sorprendente come gli inglesi non bianchi siamo i piu’ convinti sostenitori di questa maggioranza che ha scelto il vuoto, ma che sulle promesse ha scommesso tutto! Loro che discendono da indiani, jamaicani, pakistani, hanno percepito che il “white posh british” vuole “out”, e loro non si sentono da meno! Si conformano per sentirsi ancora piu’ british! Cosi’ da una parte un’elettorato working class bianco a cui e’ stato tolto di tutto, dagli stipendi, ai benefit, al lavoro, che vota “out” per rabbia con spirito assolutamente punk “I’ll burn down the house”, e dall’altra un elettorato di colore fedele al vecchio passato vittoriano che vota anche lui “out “per rispolverare l’orgoglio britannico, hanno deciso i destini di grandi gruppi bancari, universita’, industrie! We’ll rock you! And they will really! Benvenuti nel nuovo mondo di rivoluzionari per caso! La prossima volta pensate a loro, prima di indire referendum.

  9. #529
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    Re: BREXIT !! Topico ufficiale !! Che fanno gli Inglesi?? Escono o restano ?? [UK Vs

    Citazione Originariamente Scritto da Cesarino Visualizza Messaggio
    “We will rock you!”, devono aver pensato questo gli inglesi che sono andati a votare per il Leave quel nefasto 23 giugno 2016, che sara’ ricordato nella storia come la fine o quasi dell’Europa come noi la conosciamo. Tutto sommato il loro e’ un voto pieno di speranza! Un’assistente parrucchiera, molto giovane, intervistata diceva:”,sono contenta!,Adesso investiranno di piu’ nella sanita’,e ci saranno piu’ posti di lavoro!”. Un po’ come nella canzone di Lucio Dalla: “E sara’ per sempre Natale…”. Anche un giovane collega che non voleva andare a votare, di origine jamaicana, a un certo punto mi guarda e mi dice: “quelli del Leave dicono che verranno creati milioni di posti di lavoro, e’ vero?”. Questa e’ la ragione per cui la working class ha votato Leave! Posti di lavoro, prosperita’, un futuro migliore. Futuro compromesso, nel loro mondo molto piccolo di gente che non si occupa di politica ma accende la televisione per vedere il Grande Fratello, da noi immigrati europei! Loro non ci vedono come “talented people”, gente che da’ il meglio di se stessa e produce, ci vedono solo come “competitors”. E’ sorprendente come gli inglesi non bianchi siamo i piu’ convinti sostenitori di questa maggioranza che ha scelto il vuoto, ma che sulle promesse ha scommesso tutto! Loro che discendono da indiani, jamaicani, pakistani, hanno percepito che il “white posh british” vuole “out”, e loro non si sentono da meno! Si conformano per sentirsi ancora piu’ british! Cosi’ da una parte un’elettorato working class bianco a cui e’ stato tolto di tutto, dagli stipendi, ai benefit, al lavoro, che vota “out” per rabbia con spirito assolutamente punk “I’ll burn down the house”, e dall’altra un elettorato di colore fedele al vecchio passato vittoriano che vota anche lui “out “per rispolverare l’orgoglio britannico, hanno deciso i destini di grandi gruppi bancari, universita’, industrie! We’ll rock you! And they will really! Benvenuti nel nuovo mondo di rivoluzionari per caso! La prossima volta pensate a loro, prima di indire referendum.
    +1 tl;Dr

  10. #530
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    Re: BREXIT !! Topico ufficiale !! Che fanno gli Inglesi?? Escono o restano ?? [UK Vs


  11. #531
    Cacacazzi L'avatar di Talismano
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    Re: BREXIT !! Topico ufficiale !! Che fanno gli Inglesi?? Escono o restano ?? [UK Vs


  12. #532
    Senior Member L'avatar di Cesarino
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    Re: BREXIT !! Topico ufficiale !! Che fanno gli Inglesi?? Escono o restano ?? [UK Vs


  13. #533
    Anticittadino L'avatar di Raist²
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    Re: BREXIT !! Topico ufficiale !! Che fanno gli Inglesi?? Escono o restano ?? [UK Vs

    Cos'è st'ondata di razzismo che si legge nei tweet oggi?

    https://www.facebook.com/sarah.lebla...8638985&type=3

  14. #534
    The stranger L'avatar di Milton
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    Re: BREXIT !! Topico ufficiale !! Che fanno gli Inglesi?? Escono o restano ?? [UK Vs

    Citazione Originariamente Scritto da Cesarino Visualizza Messaggio
    Sei tu Cesarino?
    In questo mondo / contempliamo i fiori; / sotto, l’inferno (Kobayashi Issa)

  15. #535
    Senior Member L'avatar di Bicio
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    Re: BREXIT !! Topico ufficiale !! Che fanno gli Inglesi?? Escono o restano ?? [UK Vs


  16. #536
    Disagio&Disagi, Inc. L'avatar di Moloch
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    Re: BREXIT !! Topico ufficiale !! Che fanno gli Inglesi?? Escono o restano ?? [UK Vs

    Citazione Originariamente Scritto da Cesarino Visualizza Messaggio
    ma davvero quella caricatura di giornalista ha risposto come il terrone medio che sbraita UÉ UÉ PARLATE TANTO MALE DEL SUDDE MA CI VENITE AL MARE UÉ SFACIMM

  17. #537
    alberace
    Guest

    Re: BREXIT !! Topico ufficiale !! Che fanno gli Inglesi?? Escono o restano ?? [UK Vs

    Citazione Originariamente Scritto da Raist² Visualizza Messaggio
    Cos'è st'ondata di razzismo che si legge nei tweet oggi?

    https://www.facebook.com/sarah.lebla...8638985&type=3
    ignoranti che gonfiano il petto per le possibilità che si aprono a burger king

  18. #538
    koba44
    Guest

    Re: BREXIT !! Topico ufficiale !! Che fanno gli Inglesi?? Escono o restano ?? [UK Vs

    Citazione Originariamente Scritto da Cesarino Visualizza Messaggio
    L'Inglese è la Lingua Franca contemporanea e non ha nulla a che vedere con la GB.
    Formigoni s'attacchi a questa gran nerchia ([*] NERCHIA: s.m. 1. Bastone nodoso ).

  19. #539
    alberace
    Guest

    Re: BREXIT !! Topico ufficiale !! Che fanno gli Inglesi?? Escono o restano ?? [UK Vs

    ricordiamo chi è formigoni https://youtu.be/SYVq4R9-zoU

  20. #540
    Senior Member L'avatar di Cesarino
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    Re: BREXIT !! Topico ufficiale !! Che fanno gli Inglesi?? Escono o restano ?? [UK Vs





    La cosa più opprimente del Brexit non sono i mercati che crollano (salvo fenomeni di isteria collettiva, non c'è nessuna condizione oggettiva per un crisi stile 2008 ), ma le analisi di sociologia spiccia e patetismo spinto sugli sventurati giovani-colti-e-ricchi battuti dai malvagi vecchi-ignoranti-e-poveri (fatevi un giro sul vostro social network preferito per averne abbondanti esempi).

    E' (probabilmente) vero che i minori di 25 anni avrebbero preferito in maggioranza il Remain, ma davvero il giovane neolaureato dovrebbe godere di una maggiore dignità rispetto agli altri cittadini?

    Innanzi tutto, i minori di 25 anni si sono astenuti molto più degli ultra 65enni. Se ti fai battere in spirito militante da un pensionato coi reumatismi, quando dovresti essere pieno di forze e col sangue che brucia nelle vene, hai poco da rivendicare e il discorso si potrebbe chiudere già qui. Ma va bene: sorvoliamo pure su questo punto e andiamo oltre.

    Ancora nessuno ha spiegato perché un ragazzino di vent'anni che studia Letteratura di Sperdutolandia, puzza ancora di latte e non compilerà una dichiarazione dei redditi prima di due o tre lustri, dovrebbe essere più titolato, responsabile e consapevole dell'operaio o del piccolo imprenditore di mezza età che campano la propria famiglia e il proprio Paese con le loro fatiche (e in genere sono gli stessi che pagano la retta universitaria allo studente di cui sopra). Un voto espresso perché così si pensa (a torto o a ragione) di poter fare l'Erasmus in Spagna è più dignitoso che votare perché così si pensa (a torto o a ragione) di non perdere il lavoro?

    Evidentemente no, ma qui scatta il tradizionale disprezzo dell'alta borghesia per i ceti inferiori. Una classe di privilegiati per nascita (l'immobilità sociale non è mai stata così alta come nella nostra epoca) che possono tollerare il suffragio universale finché lo vincono, ma quando lo perdono hanno rigurgiti reazionari e anti-democratici al pensiero che loro, pur avendo il papà dirigente di banca, i vestiti di marca e alla moda, il BA/MA/MBA/acronimo-a-scelta in UK o alla Sorbonne o negli States, un sacco di vacanze in posti esotici alle spalle, e nessuna esperienza di cosa significhi una ristrettezza economica - loro, persino loro, in democrazia sono giuridicamente alla pari con quel modesto e volgare operaio che incrociano la sera sulla metro, malvestito e sudato dopo essersi spezzato la schiena in qualche cantiere.

    Mi spiace, caro nato con la camicia (di Armani o almeno D&G), ma proprio ciò che te la fa odiare, è ciò che rende la democrazia una cosa bellissima.

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