Madonna che tristezza a leggere sta roba : cattivo:
Madonna che tristezza a leggere sta roba : cattivo:
We'll slide down the surface of things
And as things fell apart, nobody paid much attention
Scusate ma cazzo fa la gente a sorprendersi leggendo l'op?
Si dice da anni, praticamente dovrebbe essere inciso nella memoria.
Non è da discutere, bon.
Stare sani e in forma costa, c'è poco da dire. Non per niente il BMI cresce al diminuire del reddito. E le poche cose che costano ma che hanno solo effetti negativi (alcol e fumo) non si tagliano mai.
riassunto topic pirateria domestica:
l'apice di svapo:
rondella's way:
sposto su facebook
TUTTA STA FATIGA CHISSA' SI TROMBA
no wait, ma nessuno ha ancora commentato la vaschetta di mezzo chilo di gelato che deve durare TRE SETTIMANE?
tre settimane
Allora, in primis non ho fatto particolari elogi al "bio" (in OP ho citato UN prodotto bio, perché è uno di quelli che consumo, e lo trovo buono/migliore di altri).
Per il resto, quanto hai scritto afferma deliberatamente cose false
Qui vengono descritte le numerose differenze, per fare un esempio, del pollo biologico vs pollo normale. Cioè, il solo vietare gli antibiotici, il cui utilizzo fuori di senno sta creando problemi IMMENSI, è una differenza paszzesca.
C'è marketing? CERTO che c'è marketing
Non tutto il bio è vero "bio"? CERTO, ma non è colpa del bio, è colpa di gente che commette una FRODE
Moriremo tutti senza bio? NO, ma verosilmente si potrebbero evitare certi effetti dannosi
Sto dicendo di comprare tutto bio? NO, anche perché in effetti il prezzo è sensibilmente più alto
Certo che se non senti alcuna differenza tra il coniglio di 2 euro del LIDL e quello di "amiozzio" - visto che non c'è nessunissima differenza di alimentazione/organolettica (lol ) - beh, bad news for you (più che altro perché il trapianto di papille gustative non è ancora disponibile)
In b4 diagnosi di epatocarcinoma domani.
Mah. Il fatto è che i vari "non diventare matto per seguire 'sta roba", "che tristezza", ecc., ignorano che - come ho specificato - non c'è bisogno di privarsi quasi di nulla, si tratta di rivedere un attimo la spesa e correggere alcune abitudini. Non sono posizioni minimamente estremiste in senso vegan/bio/fruttariano/breathariano/complottaro ecc
Non capisco se Molocco sostenga che assumere ogni giorno 1800kcal con 3 Bigmac o con un'alimentazione "normale" sia la stessa cosa
Due, ho scritto DUE
Che significa quasi un barattolino di questi a settimana
Direi che se ne consumi di più non ci siamo proprio
Ultima modifica di Dehor; 19-06-16 alle 10:53
http://annals.org/article.aspx?articleid=1355685
ribadisco, la moda del biologico è al 99% marketing di prodotti sovraprezzati senza alcun motivo concreto che non sia la scritta sull'etichetta. d'altronde viviamo nell'epoca dell'ortoressia indotta dall'abbondanza alimentare, è normale che le aziende ci si buttino a capofitto. meno normale è difendere una prassi irrazionale.17 studies in humans and 223 studies of nutrient and contaminant levels in foods met inclusion criteria. Only 3 of the human studies examined clinical outcomes, finding no significant differences between populations by food type for allergic outcomes (eczema, wheeze, atopic sensitization) or symptomatic Campylobacter infection. Two studies reported significantly lower urinary pesticide levels among children consuming organic versus conventional diets, but studies of biomarker and nutrient levels in serum, urine, breast milk, and semen in adults did not identify clinically meaningful differences. All estimates of differences in nutrient and contaminant levels in foods were highly heterogeneous except for the estimate for phosphorus; phosphorus levels were significantly higher than in conventional produce, although this difference is not clinically significant. The risk for contamination with detectable pesticide residues was lower among organic than conventional produce (risk difference, 30% [CI, −37% to −23%]), but differences in risk for exceeding maximum allowed limits were small. Escherichia coli contamination risk did not differ between organic and conventional produce. Bacterial contamination of retail chicken and pork was common but unrelated to farming method. However, the risk for isolating bacteria resistant to 3 or more antibiotics was higher in conventional than in organic chicken and pork (risk difference, 33% [CI, 21% to 45%]).
invece dal punto di vista del GUSTO DEL CUNIGLIOLO CHE COME LO SBUZZA MIA SOCERA NON LO SBUZZA NESSUNO vale la pena notare che anche questa incredibile differenza al palato molto probabilmente proviene dall'etichetta: https://www.researchgate.net/publica...te_perceptions
Does simply believing that a processed food is organic improve how enjoyable it tastes, influence caloric estimations, or increase how much people are willing to pay for the item? In the present study, 115 participants recruited from a local shopping mall were asked to taste and evaluate three paired food samples (i.e., cookies, potato chips, and yogurt). Each of those food samples was labeled, specifying one of the items in the pair as ‘organic’ and the other label specifying its counterpart as ‘regular’, although they were identical and organically produced. Results found that participants estimated those foods with organic labels to be lower in calories than those without the organic label. Furthermore, foods with the organic label elicited a higher willingness-to-pay and yielded better nutritional evaluations (e.g., tastes lower in fat, higher in fiber) than foods without the organic label. Finally, results found that the effects of the organic label on caloric estimations were less pronounced among people who typically read nutritional labels, who often buy organic foods, and who often engage in pro-environmental activities. This underscores the idea that the health halo effect is primarily driven by automatic processing based on heuristics. Understanding how consumers use nutritional information on product labels has important implications for both public policy as well as processed food manufacturers who use such claims as tools to market their products.
la moda del biologico è lo strumento che usa l'industria alimentare per sfruttare a proprio vantaggio le ossessioni sulla purezza alimentare esplose negli ultimi decenni. nient'altro.
tutto ciò mettendo da parte il fatto che non è vero che i prodotti bio non utilizzano farmaci e fitofarmaci per la loro produzione (alcuni pure con un certo impatto ambientale), ma lì è sparare sulla croce rossa.
Ora mi leggo bene gli articoli sul bio di dehor e moloch, cmq sia sul fronte yogurt la mia via sia per il sapore che mi piace e sia per la salute è la seguente: yogurt naturale quello insomma acidulo senza zuccheri, e muesli integrale coi pezzini di frutta lá...un vasettino piccolo + muesli una bonta ed è un perfetto snack yeah ahahaa evvai (no ahaha è vero è sburante )
Mi rendo disponibile ad essere insultato ai sensi dell'art. 1 del 29/3/2016 legge Salgari
Riguardo al primo studio che hai postato:
- E' stato fatto in America. C'è, in America, un controllo sul cibo biologico pari a quello che c'è da noi?
- Vengono citati studi che hanno riscontrato livelli urinari di pestidici inferiori con consumo di alimenti bio
- Afferma che l'isolamento di batteri multiresistenti è inferiore nelle carni bio di pollo e di suino (già questo per me è un dato discriminante, in termini non solo di salute dell'individuo ma proprio di salute pubblica)
- Valuta, come effetti sull'uomo, SOLO l'infezione da Campylobacter e le manifestazioni allergiche (peraltro: per quanto tempo?), non la tossicità da pesticidi o altri contaminanti (antibiotici, ormoni, etc) - giustamente eh, visto che ha un'evoluzione molto lenta ed è di difficile valutazione.
Peraltro, le conclusioni dello studio sono che
1. "The published literature lacks strong evidence that organic foods are significantly more nutritious than conventional foods" ("mancano forti evidenze" è una conclusione alquanto approssimativa. Così, giusto per ricordare, the abscence of evidence is not the evidence of abscence)
2. "consumption of organic foods may reduce exposure to pesticide residues and antibiotic-resistant bacteria".
Non è che stai smontando più di tanto la mia tesi, anzi. Anche perché sai bene che in Medicina si può dimostrare tutto e il contrario di tutto, quindi io potrei linkare uno studio più recente su 4500 persone che ha riscontrato livelli di pesticidi molto più bassi in chi consuma frequentemente prodotti biologici
Che ti devo dire, tu hai l'approccio della sicurezza, "butta dentro tutto e vai tranquillo, non ci sono prove che faccia male", a me piace un approccio più cautelativo
Sul secondo discorso: sì, la questione del packaging e della presentazione è nota. Ma si apre un discorso metafisico Sono comunque sicuro che il ragù di mamma e quello della star siano i-den-ti-ci al gusto (del resto lo dice anche la pubblicità: "lo facciamo uguale, ma invece che un kg mettiamo 130kili!!11")
edit: devo metterla perché è troppo bella
Ultima modifica di Dehor; 19-06-16 alle 13:18
Nel documento che ho postato è indicato che "Sono vietati gli antibiotici e le sostanze per stimolare artificialmente la crescita degli animali", quindi o racconti una menzogna tu o la raccontano loro
Il fatto è che probabilmente mancano i controlli e la severità adeguati (basterebbe cominciare a infliggere multe di decine/centinaia di migliaia di euro a chi usa impropriamente il marchio bio, ad esempio), e invece che scagliarsi contro questo permissivismo, ci si scaglia contro il bio "che non è bio"
https://www.ams.usda.gov/grades-stan...anic-standards
due studi in uno specifico subset, a fronte della negatività di qualunque biomarker in tutti gli altri. significatività discutibile.- Vengono citati studi che hanno riscontrato livelli urinari di pestidici inferiori con consumo di alimenti bio
l'unico discrimine effettivo può essere questo, ma qui si tratta di buona pratica zoosanitaria prima che di bio o non bio.
- Afferma che l'isolamento di batteri multiresistenti è inferiore nelle carni bio di pollo e di suino (già questo per me è un dato discriminante, in termini non solo di salute dell'individuo ma proprio di salute pubblica)
la questione dell'ormone somatotropo nella zootecnia bovina è una polemica di origine squisitamente politico-protezionistica da parte dell'UE e dai colossi agricolo-alimentari europei, più interessati ad escludere la competizione americana piuttosto che a garantire la salute pubblica: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24663163- Valuta, come effetti sull'uomo, SOLO l'infezione da Campylobacter e le manifestazioni allergiche (peraltro: per quanto tempo?), non la tossicità da pesticidi o altri contaminanti (antibiotici, ormoni, etc) - giustamente eh, visto che ha un'evoluzione molto lenta ed è di difficile valutazione.
tra parentesi, è lo stesso copione seguito nella farsa dell'opposizione europea (parziale) agli ogm, e cioé la tutela di settori industriali tecnologicamente obsoleti dalla concorrenza estera.
che poi ovviamente nella zootecnia europea gli ormoni non sono utilizzabili per legge, quindi è anche inutile citarli
è la stessa cosa che dice lo la review che ho postato sopra, eh.Peraltro, le conclusioni dello studio sono che
1. "The published literature lacks strong evidence that organic foods are significantly more nutritious than conventional foods" ("mancano forti evidenze" è una conclusione alquanto approssimativa. Così, giusto per ricordare, the abscence of evidence is not the evidence of abscence)
2. "consumption of organic foods may reduce exposure to pesticide residues and antibiotic-resistant bacteria".
Non è che stai smontando più di tanto la mia tesi, anzi. Anche perché sai bene che in Medicina si può dimostrare tutto e il contrario di tutto, quindi io potrei linkare uno studio più recente su 4500 persone che ha riscontrato livelli di pesticidi molto più bassi in chi consuma frequentemente prodotti biologici
se scorri il paper di curl fino alla fine vedi che, come valori assoluti, l'esposizione massima rilevata viaggia intorno agli 11 ng/kg/die, un nono del valore di sicurezza stabilito dall'EPA, a sua volta pari al 1/870 della dose sperimentalmente tossica.
lo scaremongering senza prove mi fa venire la pellagra, tanto più che il terrorismo alimentare che va tanto di moda si inserisce nel periodo storico nel quale gli alimenti sono al massimo livello di salubrità nella storia umana per quantità, varietà, e livello di contaminanti pericolosi per la salute.
Che ti devo dire, tu hai l'approccio della sicurezza, "butta dentro tutto e vai tranquillo, non ci sono prove che faccia male", a me piace un approccio più cautelativo
nono, non ci siamo capiti: non parlo di truffe o violazioni della normativa, ma proprio del fatto che sono utilizzabili legalmente
http://www.coldiretti.it/organismi/i..._Normativa.htm
mi raccomando prima gli omeopatici eh. mi raccomando.L'uso di antibiotici o di medicinali veterinari allopatici ottenuti per sintesi chimica possono essere utilizzati, sotto la responsabilità di un veterinario, solo quando l'uso di prodotti fitoterapici, omeopatici, oligoelementi e materie di origine minerale per mangimi, non sia verosimilmente efficace.
nuovamente, puoi verificare come i compliatori interessati dei documenti di propaganda agiscano: scrivono che gli antibiotici sono VIETATISSIMI, quando in realtà chiaramente non son vietati manco per il cazzo.
anzi no, sono seconda scelta agli omeopatici
per quanto riguarda i fitofarmaci, sono utilizzabili un po' tutti quelli naturali e non derivati dalla malwagia sintesi kymyca. tipo il rotenone, splendido composto a tossicità non trascurabile, o i sali di rame, ad accumulo massiccio nel terreno: http://www.cra-pav.it/bancadatibiologica/iniziale.asp
si può usare anche la tossina BT, quella del Mon810. squisita ironia
Ultima modifica di Moloch; 19-06-16 alle 14:18
comunque, visto che di sta roba bressanini se ne intende più di me: http://bressanini-lescienze.blogauto...sul-biologico/
1) L’agricoltura biologica non fa uso di pesticidi
FALSO
L’agricoltura biologica non può fare uso di pesticidi di sintesi, ma ne utilizza alcuni di origine naturale. L’agricoltura moderna fa largo uso di prodotti per proteggere le colture da infestanti e parassiti. Queste sostanze vengono collettivamente identificate dal termine pesticidi o più correttamente agrofarmaci: erbicidi, insetticidi, fungicidi e così via. Queste sostanze sono strettamente regolamentate e la maggior parte di esse non sono utilizzabili in agricoltura biologica perché non di origine naturale. Alcuni prodotti naturali invece ammessi sono la famiglia di molecole chiamate piretrine, lo spinosad, il batterio Bacillus thuringiensis, oppure alcune sostanze usate tradizionalmente quali il solfato e l’idrossido di rame, lo zolfo, alcuni oli minerali e così via. Nonostante siano di origine naturale alcune delle sostanze ammesse possono comunque avere un impatto ambientale non trascurabile: il rotenone ad esempio, una sostanza naturale, era permessa in agricoltura biologica ma a causa della sua tossicità è in via di eliminazione dai protocolli di coltivazione. I sali di rame, ampiamente utilizzati come fungicidi, sono tossici, si accumulano nel terreno e non vengono eliminati facilmente.
[http://www.cra-pav.it/bancadatibiologica/iniziale.asp]
2) L’agricoltura biologica ha rese comparabili a quella convenzionale
DIPENDE
Le rese per ettaro dell’agricoltura biologica sono solitamente più basse di quelle dell’agricoltura convenzionale, ma molto dipende dal tipo di coltura e dalle condizioni ambientali. In alcuni casi non si sono riscontrate grandi differenze medie di rese tra i due sistemi agricoli, mentre in altri le coltivazioni biologiche arrivano a produrre anche il 50 per cento in meno. Secondo una recente analisi pubblicata su Nature se le rese sono solamente il 3 per cento in meno per la frutta biologica, del 5 per cento in meno per i legumi e dell’11 per cento in meno per i semi oleosi, le perdite di produttività per i cereali e gli ortaggi sono molto maggiori, attestandosi rispettivamente intorno al 26 e al 33 per cento. Secondo questo studio globalmente le coltivazioni biologiche producono il 25 per cento in meno, un valore simile a quelle riscontrate in altri studi.
[“Comparing the yields of organic and conventional agricolture”, Seufert et al. , Nature 485, 229–232 (2012)]
3) I prodotti biologici hanno migliori proprietà nutrizionali
FALSO
Nel 2010 è stata pubblicata una rassegna sistematica, commissionata dalla Food Standard Agency britannica, di tutti gli articoli scientifici pubblicati dal 1958 di confronto del contenuto nutrizionali tra prodotti bio e convenzionali. I risultati mostrano una certa variabilità ma a parte casi specifici -ad esempio i cereali biologici sono mediamente più poveri di proteine mentre i pomodori biologici sono mediamente più ricchi di vitamina C- non ci sono prove che dimostrino sostanziali differenze nutrizionali tra alimenti biologici e convenzionali. Conclude il rapporto: “Per la maggioranza dei nutrienti esaminati non è stata rilevata una differenza nel contenuto di nutrienti e altre sostanze tra prodotti biologici e convenzionali, il che suggerisce che i prodotti biologici e quelli convenzionali siano largamente confrontabili”
Nel 2012, indipendentemente, dei ricercatori dell’Università di Stanford hanno pubblicato una seconda rassegna sistematica, arrivando sostanzialmente alle medesime conclusioni.
["Nutritional quality of organic foods: a systematic review.", Dangour et al., The American journal of clinical nutrition 90.3, 680-685 (2009) http://ajcn.nutrition.org/content/90/3/680.short
Smith-Spangler, Crystal, et al. "Are organic foods safer or healthier than conventional alternatives? A systematic review." Annals of Internal Medicine 157.5 (2012): 348-366. http://media.dssimon.com/taperequest/acp75_study.pdf]
4) I prodotti biologici hanno meno residui di pesticidi.
VERO
Nel 2009 l’EFSA (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, con sede a Parma) ha pubblicato un rapporto sui residui di pesticidi sugli alimenti nella UE. Sono stati analizzati 74.305 campioni di circa 350 prodotti alimentari diversi. Il 96 per cento dei campioni sono risultati conformi ai limiti di legge mentre nel 4 per cento dei casi sono stati superati i limiti legali per uno o più pesticidi. Se si considerano gli alimenti biologici, la percentuale di prodotti con residui nella norma è del 98,76 per cento mentre l’1,24 per cento era fuorilegge.
Uno studio effettuato in Lombardia tra il 2002 e il 2005 dal Centro Internazionale per gli Antiparassitari e la Prevenzione Sanitaria, presso l’ospedale Luigi Sacco di Milano, ha mostrato come il 73 per cento dei campioni di prodotti agricoli convenzionali non riportasse alcun residuo, mentre esaminando i prodotti biologici questa percentuale arrivasse al 97 per cento.
[Trovate i riferimenti in questo articolo]
5) I prodotti biologici sono più sicuri di quelli convenzionali
FALSO
La certificazione biologica di un prodotto garantisce che durante la coltivazione o la produzione siano state rispettate le varie normative e i regolamenti. Ad esempio che non siano stati utilizzati fertilizzanti di sintesi o fitofarmaci non ammessi. Non è quindi una certificazione sulle proprietà del prodotto finale ma sul processo di produzione. Tutti i prodotti agricoli in commercio, siano essi convenzionali o biologici, devono rispettare rigorosi criteri di sicurezza e devono quindi essere sicuri per il consumatore indipendentemente dal metodo di coltivazione.
6) L’agricoltura biologica promuove la biodiversità
VERO
Uno degli obiettivi espliciti dell’agricoltura biologica è la preservazione della biodiversità. Una rassegna pubblicata nel 2005 ha preso in esame 76 studi di confronto della biodiversità esistente in campi coltivati in modo biologico e convenzionale. Nonostante una grande variabilità l’analisi ha messo in evidenza una tendenza generale: spesso le coltivazioni biologiche supportano una maggiore biodiversità di quelle convenzionali. Ad esempio su tredici studi volti a misurare il numero di vermi presenti nel terreno, sette ne hanno trovati di più nei terreni biologici, due in quelli convenzionali, mentre quattro studi non hanno osservato differenze. Simili risultati sono stati trovati per uccelli, ragni, mammiferi, microbi e così via. Tuttavia è anche necessario considerare che l’agricoltura intensiva, più dannosa per la biodiversità se misurata per unità di area, richiede mediamente una minore superficie per produrre la stessa quantità di cibo e quindi permetterebbe di lasciare incolta una maggiore quantità di terra e di preservarne la biodiversità, specialmente nei paesi in via di sviluppo.
["Does organic farming benefit biodiversity?”, Hole et al. Biological conservation, 122, 113-130 (2005)]
7) L’agricoltura biologica ha un impatto ambientale minore rispetto all’agricoltura convenzionale.
DIPENDE
Nel 2012 è stata pubblicata una analisi che raccoglie i risultati di 71 studi indipendenti sull’impatto ambientale dell’agricoltura biologica in Europa prendendo in esame i vari aspetti: la qualità del suolo, la biodiversità, il rilascio di composti azotati nella falda acquifera, il consumo energetico e così via. I risultati mostrano che è sempre necessario distinguere caso per caso. Ad esempio la produzione biologica di olive e carne di manzo causa meno emissioni di gas serra della produzione convenzionale, mentre per il latte, i cereali e i maiali è vero il contrario. In generale lo studio mostra come le pratiche dell’agricoltura biologica abbiano generalmente un impatto positivo sull’ambiente per unità di superficie, ma a causa delle minori rese non necessariamente per unità di prodotto. In altre parole, un’azienda agricola biologica che produce ortaggi può, a parità di superficie coltivata, rilasciare meno azoto nella falda, ma ogni singolo ortaggio raccolto nei suoi campi potrebbe avere un impatto sulla falda maggiore di uno analogo prodotto in modo convenzionale.
["Does organic farming reduce environmental impacts?–A meta-analysis of European research.", Tuomisto et al. Journal of environmental management 112, 309-320 (2012)]
8 ) I prodotti biologici sono più contaminati da micotossine
FALSO
Le micotossine sono sostanze tossiche prodotte da alcuni funghi o muffe in condizioni climatiche favorevoli che possono contaminare cereali e derivati, arachidi, semi oleosi e altri prodotti agricoli. Poiché alcuni cereali entrano a far parte della composizione dei mangimi, queste tossine si possono ritrovare anche in prodotti come il latte o i formaggi. Le micotossine più note sono le aflatossine, cancerogene e genotossiche. È diffuso il timore che i cereali biologici possano essere più predisposti alla contaminazione da micotossine a causa della limitata protezione delle colture biologiche dall’attacco di funghi e muffe. Tuttavia i confronti pubblicati in letteratura sino ad ora non mostrano mediamente una maggiore contaminazione dei cereali biologici rispetto a quelli coltivati in modo convenzionale.
9) La produzione biologica in Italia è in continua crescita
FALSO
L’agricoltura biologica in Italia ha avuto una crescita molto rapida per tutti anni ’90 passando da 10.000 operatori nel 1995 a più di 60.000 nel 2001, con un corrispondente aumento della superficie agricola utilizzata da 200.000 ettari a più di 1.200.000 ettari. In seguito il numero di operatori è diminuito per arrivare a stabilizzarsi attorno ai 50.000 negli ultimi otto anni, mentre la superficie coltivata si è stabilizzata a valori poco inferiori ai massimi raggiunti nel 2001. Nel 2012 l’agricoltura biologica rappresentava il 9% della superficie coltivata totale in Italia, la maggior parte dedicata a produzione di foraggio per animali, di cereali, adibita a pascolo o alla coltivazione dell’olivo. In Italia i consumi di prodotti alimentari biologici rappresentano l’1,45% del totale.
10) L’agricoltura biologica non può fare uso di OGM
VERO
Le normative che regolano la produzione biologica vietano la coltivazione di piante geneticamente modificate. È altresì vietato l’uso di OGM come mangimi negli allevamenti biologici per la produzione di latte o carne. Alcuni OGM in commercio, ad esempio quelli resistenti agli erbicidi, sono in totale contrasto con i principi dell’agricoltura biologica, perché sono pensati per essere utilizzati congiuntamente ad un diserbante. Sarebbe però possibile produrre piante geneticamente modificate, ad esempio resistenti naturalmente ad alcuni insetti o virus, che potrebbero essere coltivate in modo biologico senza violare i principi a cui si ispira questo tipo di agricoltura.
studio AMERICANO, più recente di quello postato da te: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26591829la questione dell'ormone somatotropo nella zootecnia bovina è una polemica di origine squisitamente politico-protezionistica da parte dell'UE e dai colossi agricolo-alimentari europei, più interessati ad escludere la competizione americana piuttosto che a garantire la salute pubblica
Non so se riesci ad accedervi, in caso cito la conclusione:
Qua c'è uno studio recente su 450 ragazze che mostra una correlazione tra età del menarca e consumo di carne rossa (ho preso il primo, sicuramente ce ne sono molti altri): http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26962195.Food production in the United States is currently under-regulated, causing many
illnesses and deaths each year. A comparison between the use of hormones and
antibiotics in meat production in the United States and in the European Union reveals a
great disparity in regulation, making painfully obvious that domestic regulation is
insufficient. This disparity combined with consideration of the available scientific
information suggesting that hormone and antibiotic use is harmful, and the strong
political and economic influences on the United States regulatory system make clear
why and how inappropriate regulatory decisions are made.
Ah, già, in Italia e in UE è vietato il trattamento con ormoni. Peccato che... << Se a livello europeo la media di casi positivi riscontrati con le analisi chimiche è dello 0,2% (ogni 1000 campioni analizzati, 2 risultano trattati con sostanze vietate), i monitoraggi eseguiti in Italia con metodo istologico fanno salire questo dato al 15% >>.
Qui c'è uno studio appena uscito che, riguardo alle proprietà organolettiche dei prodotti bio, afferma: "The different composition of fatty acids found repeatedly in organic products is certainly an advantage for the consumer’s health. In fact, the polyunsaturated fatty acids found in greater concentrations in organic foods are associated with the prevention of various diseases." (http://cogentoa.tandfonline.com/doi/...2.2016.1142818
Il punto è: è un campo delicato in cui puoi trovare conferme e smentite a tutto, non riesco proprio a capire la tua sicurezza assoluta su ogni questione. Io, nel dubbio, ritengo più razionale evitare prodotti che derivano da scelte commerciali volte esclusivamente a tutelare la produzione e la quantità piuttosto che la qualità. E' un discorso che va un po' oltre il concetto di "bio", di cui, ripeto, non sono un consumatore né un promoter sfegatato
Se poi tu ritieni, in base ai dati a tua disposizione, equivalenti in qualità la confezione di pollo 2€/gk del discount e quella da 15-20€/kg del pollo della coop - azienda che ha ricevuto dei riconoscimenti sulla qualità degli allevamenti (http://www.e-coop.it/web/guest/good-chicken), che da tempo si impegna a controlli sull'utilizzo di anabolizzanti (https://www.google.it/url?sa=t&rct=j...PrKTTQ&cad=rja), ecc - oh, compra il primo, chettedevodì
Una fonte importante di carboidrati che non provochi il picco di insulina?