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megalomaniac
M5s apre al mandato-bis per i sindaci: per Raggi e Appendino corsa ad handicap
Crimi: "Mi sembra giusto sottoporre agli iscitti la possibilità che i primi cittadini si ricandidino". Ma ci sono resistenze all'interno del Movimento e i dubbi del Pd, che a Roma e Torino è all'opposizione
Il mandato zero? Già superato. Arriva il mandato zero-zero. Il tetto dei due incarichi consecutivi per i consiglieri comunali e provinciali, totem grillino dal 2009, è stato abbattuto solo nel luglio scorso (e con una fra le più basse partecipazioni al voto elettronico della storia del movimento). Ma adesso i 5 Stelle sono pronti a un’altra deroga: allargando il beneficio anche a chi attualmente fa il sindaco. Significa, in pratica, che un primo cittadino in scadenza che ha alle spalle anche 5 anni di lavoro come consigliere, può concorrere di nuovo alla guida della propria città. Possibilità che era stata esclusa esplicitamente, l’estate scorsa, dall’ex capo politico Luigi Di Maio. E che ora invece spunta nella parole del reggente Vito Crimi, pronto così a lanciare una nuova competizione di Virginia Raggi a Roma e Chiara Appendino a Torino.
Di strappo in strappo, M5S è sempre più lontano dalle origini. Spiega Crimi: "Il mandato da consigliere comunale è talmente di servizio che non lo conteggiamo come un mandato da 'professionismo della politica. Quindi chi fa un mandato da consigliere comunale può svolgere due mandati da parlamentare o da consigliere regionale". E fin qui nulla di nuovo. Ma ora, aggiunge Crimi, si "riflette se questa regola debba essere applicata in maniera equa anche ai sindaci, considerandoli alla stregua dei parlamentari. E' una riflessione che prevede un dibattito. Noi - assicura - lasciamo la parola ai nostri iscritti, nessuno vuole forzare. Abbiamo questo “brutto vizio” che quando c'è da fare una scelta facciamo votare i nostri iscritti e ci ha sempre aiutato". Crimi ironizza ma in realtà affida a Rousseau, ancora una volta, un passaggio cruciale nel movimento.
Passaggio non facile, viste le resistenze interne ed esterne che ad esempio Virginia Raggi deve affrontare nella Capitale. La notizia dell’apertura dei vertici 5S alla ricandidatura di un sindaco in carica circolava già da qualche giorno. E la consigliera regionale del Lazio Roberta Lombardi ha già bocciato l’ipotesi: “Da portavoce al secondo mandato e da membro del comitato di garanzia, dico basta deroghe. Consigliere mandato zero, sindaco mandato doppio o titoli fantasiosi sanno un po’ di presa in giro“, sono state le parole di Lombardi.Che chiede non un voto su Rousseau ma, prima, un confronto agli stati generali, rinviati a causa dell’emergenza Coronavirus . “E ognuno ne trarrà le debite conseguenze: sia gli eletti, che gli attivisti, che gli elettori”, aveva detto con tono minaccioso la consigliera laziale.
Raggi, per ora, fa spallucce: "Secondo mandato? Non nego che sto ricevendo delle richieste in tal senso ma ora la mia attività è concentrata sul bene della città. Per il resto non ci faccio caso, sono polemiche sterili che in questo momento non appassionano i cittadini che vogliono risposte concrete"