Arrestate le ladre rom ai domiciliari nel camper, il quartiere applaude
Le due giovani mamme con sei bambini piccoli erano diventate l’incubo della zona di piazza Mazzini, perché continuavano a commettere furti e attiravano altri nomadi. Trasferite a San Vittore con i quattro figli più piccoli
L’unico punto fermo in questa storia a suo modo tragica, era un camper. Fermo e parcheggiato in via Piazzetta, al Corvetto, e abitato da due nomadi, l’italiana Kostana Hametovic di 21 anni e la bosniaca Sulejma Novic di quattro anni maggiore. Lo scorso 17 gennaio, dopo la condanna per ripetuti furti, avevano ricevuto dal giudice la punizione degli arresti domiciliari proprio a bordo del camper, con prevedibile rabbia dei residenti i quali, onestamente, abitano nel quartiere più problematico di Milano. Il commissariato Mecenate ha arrestato di nuovo le nomadi, ancora per colpi in supermercati e negozi. L’obbligo di permanere sul camper era, va da sé, perennemente violato.
L’allarme dalle scuole
Ora qualcuno potrà obiettare per quale motivo mai, all’epoca, non vennero spedite subito in cella. Risposta: c’erano bimbi da tutelare, e il giudice aveva deciso che un camper è sempre meglio di una galera. Il mezzo, per la cronaca, è perfettamente in regola quanto a bollo e assicurazione. Hametovic ha due piccoli, di 6 mesi e 3 anni; Novic ne ha quattro, fra i 2 e i 7 anni d’età: tutti abitavano con le mamme sul camper e (non) frequentavano le scuole materne ed elementari della zona. Di mariti, compagni o fidanzati non c’è traccia, hanno abbandonato le famiglie al loro destino fregandosene totalmente. Nelle scorse settimane, non si sono mai fatti vivi in zona. Chi siano e dove si trovino, non è dato sapere. Gli investigatori del commissariato Mecenate, in questo caso diretti dal funzionario Pasquale Pagano, in un’indagine dove sono serviti tatto e sensibilità, hanno cercato gli uomini ma ancora senza risultato. Avevano però ricevuto segnalazioni dalle scuole (dove opera personale attento), di assenze prolungate, ed erano stati invasi dalle proteste, a volte sacrosante a volte esasperate, dei residenti.
Nel quartiere
Gli abitanti, mobilitatisi fin da subito in occasione dei domiciliari, già non volevano sotto le finestre quel camper e figurarsi dopo la sequenza di furti che, ha scoperto la polizia, riconducevano alle nomadi. Tanto che gli arresti, scattati intorno alle 18 di mercoledì, hanno registrato un contorno di lunghi e convinti applausi dai balconi. I residenti hanno ringraziato gli agenti augurandosi di non rivedere più le donne, che a loro dire — ma anche qui ci sono dei chiari riscontri investigativi — alimentavano il degrado nei vicini giardinetti pubblici e «richiamavano» amici perditempo, vagabondi, pregiudicati. Dei bambini, le vere vittime, quelli sotto i 3 anni sono stati lasciati alle madri e dunque si trovano in carcere; per quanto concerne gli altri, sono stati affidati ad alcuni parenti nella speranza che se ne possano occupare per bene. Ma su questo fronte, la Procura dei minori seguirà con il consueto solito riguardo.
Il grande parcheggio
Nell’elenco delle «vertenze» degli abitanti c’era anche l’effetto calamita esercitato dalle nomadi. Nelle strade dei dintorni, capitava con sempre maggior frequenza che si fermassero altri camper di rom. L’intervento risolutore del commissariato, insomma, dovrebbe permettere di sanare parecchi mali. Molto, per carità, nel quartiere rimane da fare. Al Corvetto il famigerato piazzale Ferrara e il suo bar «Il Girasole» rappresentano oggi la sintesi del grave abbandono di certe periferie, con ogni criticità che troppo spesso viene demandato unicamente alle forze dell’ordine, come se fossero gli unici attori della città e come se la «sicurezza» fosse l’unico strumento d’intervento possibile. La malavita, non per forza di grande «livello» e in maggioranza nordafricana, controlla il piazzale, ha in organico vedette con un codice di fischi e urla per segnalare gli intrusi, spaccia, gira col coltello, e gli interventi di polizia e carabinieri non sono mai agevoli. Dopodiché bisogna menzionare la puntuale solerzia dell’assessorato alla Sicurezza guidato da Carmela Rozza. Negli ultimi tre mesi, pattuglie dei vigili hanno monitorato via Piazzetta mattino e sera, allontanato trenta di quei camper che si erano aggiunti, e garantito un presidio fuori dalle scuole in coincidenza dell’ingresso e dell’uscita dei bimbi. Il tutto, ha detto l’assessore, all’insegna della «consueta grande sinergia con questura e comando provinciale dei carabinieri».