L’ha detto Gesù che i preti non possono avere una moglie?
A dir la verità no. Gesù era ebreo e nella tradizione ebraica il matrimonio era la norma, come l’avere figli, e i sacerdoti la rispettavano. Anche oggi i rabbini possono sposarsi. Ai preti cattolici non è permesso farlo, ma nella tradizione cristiana non è stato sempre così. Pietro, il primo Papa, era sposato. Infatti c’è un passo del Vangelo in cui si racconta che sua suocera era malata e Gesù, entrando in casa sua, ha compiuto il miracolo di guarirla. E se il Vangelo dice che Pietro aveva una suocera, vuol dire che aveva anche una moglie.
Non potrebbe essere rimasto vedovo?
Sì, hai ragione. Eppure da quel che sappiamo, avrebbe anche potuto avere una moglie che l’ha seguito fino in Italia, nella prima comunità cristiana di Roma. A quel tempo non era affatto strano. Per poco più di un millennio della storia della Chiesa potevano diventare preti gli uomini sposati e non sposati, ma dopo l’ordinazione non potevano cambiare stato.
Cosa vuol dire?
Che gli uomini già celibi, dopo il sacerdozio non potevano sposarsi, e gli uomini già coniugati, dopo il sacerdozio non dovevano divorziare. Poi con il passare dei secoli le cose sono cambiate. Ci si è resi conto che un prete non sposato era più disponibile per la comunità cristiana che gli era stata affidata, proprio perché, non avendo l’impegno della famiglia, era più libero. Anche di viaggiare, se occorreva, e di cambiare città così su due piedi, per dedicarsi a una nuova comunità, lì dove c’era bisogno. Con una moglie e dei figli a carico effettivamente era un po’ più complicato.
E i frati e le suore?
Per loro le cose stanno diversamente. I religiosi e le religiose hanno scelto per vocazione di vivere la loro vita da fratelli e sorelle di tutti. E tra fratelli, si sa, non ci si sposa. Il loro è un segno importante: stanno a testimoniare che Dio può riempire il cuore di un essere umano così tanto da non far sentire la mancanza di niente e di nessuno. «Solo Dio basta», diceva san Giovanni della Croce nelle sue lettere a santa Teresa d’Avila.
Il Papa potrebbe decidere che i preti si sposino?
Un Papa non decide mai le cose di testa sua. Non è un despota. Si fa consigliare prima di tutto dalla parola di Dio, dallo Spirito Santo e dalla sua coscienza, e dal collegio dei vescovi e cardinali . Quando il Papa annuncia una decisione importante, è perché ha capito che tutta la Chiesa è pronta ad accoglierla e che il cambiamento in qualche modo è già avvenuto. «Voce di popolo, voce di Dio», si dice. Vuol dire che quando un Papa annuncia un dogma o insegna qualcosa di importante per la vita di fede, quest’ultimo è già emerso dal “senso di fede” dei cristiani o dai segni dei tempi. Il Papa è in continuo contatto con il suo popolo, anche con coloro che vivono lontano, e ha il polso della situazione, conosce i bisogni della sua gente. Se decide una cosa è solo per il bene.
Negli ultimi anni qualcuno ha messo in discussione la norma del celibato dei preti. In effetti nelle Chiese orientali cattoliche anche uomini sposati possono essere ordinati diaconi o preti (ma non vescovi). Forse un domani la stessa cosa potrebbe avvenire anche da noi in Occidente. In ogni caso, il celibato dei preti resterà sempre un segno importante: decidere di aprire le braccia a tutti, senza chiuderle su una persona in particolare, è un dono immenso.