C'era una volta, in un paese lontano, lontano, lontano, lontano, lontano, ma così lontano che per raggiungerlo ci voleva quasi più tempo di quello per fare la fila alle poste, una giovane e bella dolciaia; così brava con i dolci che la lobby dei guaritori da diabete la raccomandavano nelle loro guide allo scopo di farsi nuovi clienti, e così bella che in paese l'avevano soprannominata Day Dream.
Grazie al suo talento, gli affari in pasticceria andavano a gonfie vele, eppure Dayuccia era povera, ma così povera da avere a malapena un unico vestito tutto rattoppato...
Così, alla sera, dopo aver chiuso la pasticceria, si affacciava dalla finestrella del sottotetto da cui rischiava da un momento all'altro di essere sfrattata, e rivolgeva gli occhioni sognanti al palazzo reale, perennemente rischiarato dai lumi di qualche festa e sognava...
"Ah potessi anch'io essere una principessa, vivere in un sontuoso palazzo tra musiche, abiti sopraffini, appassionati amanti, danze e divertimenti. E invece sono costretta a starmene qui, miserrima e povera, lavorando tutto il giorno per non arrivare comunque alla fine del mese. Darei qualunque cosa per poter vivere, anche solo per un mese, come una principessa"
Dayuccia aveva appena finito di sussurrare tra sè quelle parole, che sentì un "PUFF!" sommesso alle proprie spalle, seguito subito dopo da un assordante frastuono di ferraglia...
voltatasi di scatto per la sorpresa, vide una strana e curiosa creatura che arrancava per uscire fuori da una montagna di pentole mondial-casa. L'essere non aveva ancora fatto in tempo a mettersi in piedi, che Dayuccia gli assestò un violento colpo di scopa in mezzo alla fronte, tramortendolo...
..."va sempre peggio in questa casa", brontolava Dayuccia, "l'altra volta entrò uno scorpione, e ora,
questo... questo coso. Oh, maledizione! E' troppo grosso, non riesco ad aspirarlo con l'aspirapolvere,
e ora che faccio? E tutte queste pentole? Non ricordavo di averne così tante..."
..."certo che è una bestia proprio strana, tutta pelosa e con quelle cornina a cavatappi sulla testa,
dovrò cercare di mettere un po di soldi da parte per comprarmi qualche zampirone".
Mente così ragionava Dayuccia, l'essere riprese a poco a poco i sensi, aprì un occhietto, poi l'altro,
e con circospezione si tirò su. "Non sono una bestia", disse a Dayuccia schivando una seconda scopata,
"sono un serio professionista" e così dicendo ficcò una mano nel proprio folto pelo e ne trasse fuori
un biglietto da visita: "Tutte le pentole dei vostri desideri (si esaudiscono anche pentolini). Dem.
Flame Guardian"...
..."Così saresti un rappresentante di pentole?" chiese Dayuccia rigirandosi incredula il biglietto tra
le dita.
Flame: "Non esattamente
Sono un demone
"
Dayuccia: "un demone che vende pentole?
"
Flame: "Non hai mai sentito il detto "il diavolo fa le pentole ma non i coperchi?", beh dopo che il capo le ha fabbricate, le affida a noi per piazzarle sul mercato"
Dayuccia: "comunque non ho bisogno di pentole"
Flame: "ma queste sono pentole molto speciali!"
Dayuccia: "Si, si, voi venditori dite tutti così..."
Flame: "Veramente, sono pentole che esaudiscono i desideri! Prima hai detto "Darei qualunque cosa per
poter vivere, anche solo per un mese, come una principessa", sono qui per realizzare il tuo sogno!"
Dayuccia: "purtroppo sono così povera che non avrò certamente i soldi per permettermi una nuova
pentola normale, figuriamoci una pentola magica
"
Flame: "Ma come è possibile che tu sia così povera? Gli affari alla pasticceria ti vanno benissimo
"
Dayuccia: "è vero, però...
a dir la verità questo è un mio piccolo segreto, ma se prometti di non dirlo a nessuno, te lo spiego
"
Flame: "Prometto
"
...Allora Dayuccia si chinò sul pavimento, scostò una delle assi traballanti e ne trasse fuori una chiave, la infilò nella serratura dell'armadio, girò la maniglia e...
...la camera venne inondata da completini intimi sexy! "appena ne vedo uno, non so resistere
",
spiegò Dayuccia, "e così spendo sempre tutto quanto in intimo e non mi rimane soldi per il resto".
Flame: "Anche questo problema può essere risolto dalle pentole dei desideri! Non c'è bisogno di
contanti, basta una tua firmetta qui e il tuo desiderio verrà esaudito all'istante!
"
Dayuccia: "che meraviglia! Allora firmo subito!
"
"Brava Naab
" pensò il demone mentre la fanciullina siglava il contratto...
...non appena Dayuccia ebbe finito di firmare, le pentole cominciarono a tintinnare; dapprima
lievemente, poi sempre più forte, fino a fare un frastuoni infernale mentre si alzavano in volo
piroettando. Dayuccia spaventata si accucciò tremante chiudendo gli occhi e tappandosi le orecchie con
le mani, mentre il pentolame la circondava, turbinando attorno a lei con la furia di un uragano...
...finché, improvvisamente, il rumore cessò. Dayuccia alzò il capino titubante, ed appena aprì gli
occhi: mirabilia! Le pentole erano scomparse! La casa era scomparsa! Gli abiti rattoppati erano
scomparsi!...
...Dayuccia si trovava ora al centro di una splendida sala da ballo, gremita della panna dell'alta
società, con indosso il più bell'abito da sera che avesse mai sognato! Ancora confusa, venne presa tra
le braccia di un aitante topone che, al suono di quelle musiche che aveva potuto udire solo da lontano,
la fece ballare stringendola a sè...
...Dayuccia passò così la notte ballando e passando da un bel topone all'altro in un estasi di
divertimento, ebra e incredula. Finché venne l'alba e potè finalmente liberarsi delle elegantissime e
scomode scarpe con i tacchi alti e farsi un pediluvio...
...e prima di quanto immaginasse ritornò sera, e con la sera i balli, la musica, i divertimenti. Meno
frastornata della volta precedente, Dayuccia potè guardare meglio i toponi e le nobildonne che
affollavano la sala. Vide come sorridevano, come si davano pacche sulle spalle e sul sedere...
...e di come non parlassero altro che di sciocchezze. Quella nobiltà che sembrava così gioiosa vista
dalla finestrella della sua casa, così da vicino, non era poi così attraente. Dayuccia passò tutta la
notte ballando di topone in topone, in cerca di uno che fosse capace di parlare d'altro oltre al
calcio, alla propria auto e a quanto era muscoloso, ma invano...
...così il mattino dopo, mentre era sotto la doccia, diceva tra sè: "Certo il palazzo è molto bello, ma
anche freddo e privo di un tocco femminile; ogni sera arrivano mandrie di toponi, ma così fanesi e
stupidi da essere meno interessanti dei manichini, le nobildonne poi non fanno che ridere come oche".
-PUFF!-
Flame comparse a cavalcioni del manico della doccia.
"AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAh!", urlò Dayuccia, "sono nuda!".
"AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAh!", urlò Flame, "smetti di sprizzarmi lo shampoo negli occhi,
brucia!"...
...Dayuccia schizzò fuori dalla doccia e s'infilò l'accappatoio, mentre Flame arrancava dietro di lei
ricoperto di shampoo dalla testa ai piedi.
Flame: "sono un demone: non le donne nude non mi fanno nè caldo nè freddo. Non c'era bisogno di
accecarmi".
Dayuccia: "e allora perché ti sei infilato nella mia doccia?"
Flame: "Ero venuto a vedere se eri soddisfatta del nostro patto"
Dayuccia: "a dir la verità no. Quasi, quasi vorrei che tornasse tutto come prima, questi toponi idioti
mi hanno proprio delusa (anche se i pantaloni attillati che portano fanno risaltare proprio bene il
pacco e le chiappette
)
...Flame: "impossibile, il contratto non può essere annullato: è la regola. Tu hai voluto passare un
mese come una principessa, e un mese da principessa passerai!"
Dayuccia: "Uff! Beh, almeno dopo tornerò alla vita di sempre, non avrei mai creduto di potermi sentire
tanto sola in mezzo a tanti toponi".
Flame: "anche questo è fuori discussione mia cara naab
tu hai firmato il contratto, hai preso un
impegno, una volta scaduto questo mese...
...perderai l'anima e finirai all'inferno come schiava sadomaso per nanetti di gesso vogliosi
"
Dayuccia: "però, pensavo peggio
in fondo diventare una schiave sessuale potrebbe avere i suoi lati
positivi
Flame: "non è tutto, la tua collezione di intimo sarà mia per sempre!"
Dayuccia: "Nooooooooooooo! La collezione di intimo no! Prenditi la mia anima, ma l'intimo no!"
Flame: "e invece si
Potrò mettermi ogni giorno un completino diverso
"
Dayuccia: "Ah, ma allora prima nella doccia, non mi guardavi perché sei gayo, altro che la storia del
demone
"
...Flame: "OOOOOOOOOps! Mi sa che ho parlato troppo! Non dirlo a nessuno, altrimenti gli altri demoni
non smetteranno più di prendermi in giro
"
Dayuccia: "Io non lo dico, se tu annulli il contratto"
Flame: "Non posso neppure volendo, un contratto infernale non può essere annullato"
Dayuccia: "e allora lo dico a tutti
"
e così dicendo Dayuccia corse verso la balconata del palazzo che si affacciava sul paese, si riempì i
polmoni a più non posso e...
...Flame: "NOOOO! FERMA! FERMA! C'è un modo per non perdere la tua anima!"
Dayuccia: "e la collezione di intimo?"
Flame: "pure quella
"
Dayuccia: "certo che sei bugiardo però, prima avevi detto che non potevi"
Flame: "e infatti non posso, ma tu puoi, c'è una clausolina scritta in piccolo, piccolo. Vedi?"
Dayuccia: "Io non vedo nulla"
Flame: "prova con questo" *le porge un microscopio*
Dayuccia: "ah, ecco qui. Dice che se prima dello scadere del contratto troverò un principe di cui
innamorarmi e che mi ricambi con vero amore, allora sarò libera!
"
...e così nei giorni seguenti Dayuccia inviò messaggi a tutti i regni vicini e lontani invitando tutti
i principi a partecipare alle tre prove d'amore per poterla avere in sposa. Giorno dopo giorno, aitanti
maschioni di nobili origini si arrampicano e impigliano tra i lunghissimi capelli di Dayuccia (per
tradizione favolistica i principi possono entrare nel castello di una principessa solo scalandone i
capelli
) e lei, una volta convintili ad abbassare i pantaloni...
...li faceva sedere su del cemento fresco in modo d'avere il calco delle loro chiappette: era infatti
convinta che solo le chiappette dalla forma perfetta le avrebbero indicato il vero amore. I pochi che
superavano la prima prova, dovevano mettersi sull'attenti con il pipino irrigidito all'infuori...
...in modo che Flame ci potesse passare sotto ancheggiando in stile limbo (in realtà questa prova non
era veramente necessaria, ma Flame era riuscito a convincere Dayuccia a metterla in modo da potersi
trastullare con i pipini). Tuttavia nessun principe era riuscito a resistere al fascino di Flame, e
dopo pochi strusciamenti di pipino, tutti avevano ceduto alla gayezza cupolando allegramente con lui...
...passarono quindi i giorni e Dayuccia stava ormai per disperare, quando si presentò un ultimo
principe dai fluenti capelli biondi e dagli occhi profondi colmi dal desiderio di strapparle i vestiti
di dosso e farla propria lì sulla scalinata di marmo davanti a tutti. Dayuccia, a quello sguardo sentì,
un brivido di piacere percorrerle la schiena e così, quando il principe le sussurrò all'orecchio di
seguirlo ove potesse farle gustare i piaceri della carne, non se lo fece ripetere due volte...
...il principe la condusse così in una camera appartata lontano da tutti, ove nessuno l'avrebbe sentita
urlare, la spogliò con foga, spinse sul letto e legò a braccia e gambe spalancate con delle robuste
luganighe. "E ora ciò", esordì il principe...
... "te farò provar tuta la robeta bona che se pode cucinar con le bestie, porcheta di una gondoleta!".
Dayuccia, avvedutasi troppo tardi dell'errore sul tipo di piaceri della carne di cui si parlava, iniziò ad agitarsi in modo sexy nel letto nel vano
tentativo di liberarsi dalle luganighe, terrorizzata dall'idea di venir costretta a mangiare dei cibi a
base di carne. Urlò disperata, chiamando aiuto, ma nessuno poteva sentirla...
...nessuno tranne quell'impiccione di Flame, che si materializzò con il solito -PUFF- attirato più
dagli odorini dei cibi che dalle grida di Dayuccia. Il principe appena lo vide orlò
"aaaaaaaaaaaaaaaaah, un terun!" e si gettò dalla finestra per la paura. Flame così potè papparsi tutto
in santa pace, mentre Dayuccia dovette attendere che avesse finito tutto quel che c'era nei piatti, in
modo che si pappasse anche il cibo che la teneva legata...
...ripresasi dallo spavento e dalla delusione, la nostra principessa si rivestì mesta, mesta: "Uff!
Anche l'ultimo principe non era quello giusto, come farò ora! Non posso innamorarmi di vero amore di un
principe, se il meglio che c'è sulla piazza è un cuoco veneto folle
"...
...passò così a piangere disperata giorni e giorni, finché non giunse l'ultimo giorno prima della
maledizione. Dayuccia allungo una mano per prendere un fazzoletto e soffiarsi il naso, ma per caso
afferrò invece l'elenco dei principi a cui aveva mandato gli inviti. Si accorse così che ne mancava
ancora uno! Uno che non si era presentato! Ed era anche di un regno vicino, però il tempo ormai
scarseggiava e quindi, diede subito ordine di preparare la carrozza e partì in men che non si dica...
...giunse così al tramonto davanti al palazzo del principe. Scesa dalla carrozza chiese di lui e del
perché non aveva risposto all'invito. "Esimia principessa", le rispose il gran ciambellano, "purtroppo
il nostro amato principe è stato colpito da una terribile maledizione, un sonno magico e non può nulla.
Mi spiace che siate venuta fin qui per niente". Il principe era però l'ultima speranza di Dayuccia, e
così tanto insistè e tanto pregò, che alla fine il ciambellano acconsentì a condurla nella stanza del
principe mentre gli ultimi raggi di Sole si spegnevano sull'orizzonte...
...Il principe giaceva disteso su un imponente letto a baldacchino viola e per questo era stato
soprannominato dalla gente del palazzo Principe Violetto. Era un bel giovane, vestito elegantemente e
con una barbetta ispida da capretta. Dayuccia appena lo vide, fu colta dall'amore per lui, ma questo
non bastava a impedire la maledizione che si sarebbe verificata a mezzanotte, poiché il contratto
richiedeva che anche lui s'innamorasse di lei, e certo non poteva farlo dato che stava in catalessi...
...Dayuccia s'informò con la gente del palazzo: avevano provato di tutto per anni ed anni, ma neppure
le cure dei medici migliori, nè gli incantesimi dei maghi più potenti erano riusciti a svegliarlo. Le
poche ore rimaste scorrevano via inesorabili, mentre Dayuccia girava attorno al bel principe studiando
un modo per svegliarlo e già che c'era gli abbassava i pantaloni e gli faceva un calco delle chiappette
perché "può sempre tornare utile
"
...mancavano ormai pochi minuti a mezzanotte, e mentre Flame si strusciava sul pipino di Violetto allo scopo di farlo passare alla gayezza come gli altri principi, Dayuccia schioccò le dita gridando: "Ho capito!
Violetto non è stato maledetto
".
Ciambellano: "ah no?
"
Dayuccia: "no, e non è nemmeno in catalessi!"
Ciambellano: "ma allora perché sta da anni a letto?
"
Dayuccia: "Perché è pigro
"
Ciambellano: "ah, in effetti così tutto si spiega
MA COSA STA FACENDO?!?"
Dayuccia si era tolta tutti i vestiti, aveva stordito flame con una padellata per toglierlo di mezzo, e ora si stava sculacciando le chiappette rivolta verso
Violetto. All'erotico rumore delle sculacciate, il pipino di Violetto si rizzò di colpo andando a
perforare il tetto del letto a baldacchino. Vedendo che funzionava, Dayuccia gli andò ancora più
vicino, e sempre sculacciandosi, si chinò su di lui carezzandogli il viso con i propri seni. A quel
tocco Violetto spalancò gli occhi, ogni traccia di pigrizia era scomparsa! Vide Dayuccia! Se ne
innamorò all'istante! Le zompò addosso! E fecero ZUM-ZUM davanti agli occhi esterrefatti del ciambellano che gridava felice: "il principe è guarito! il principe è guarito!"
...e così vissero tutti felici, contenti, liberi dalle maledizioni e Zum-Zummanti: Dayuccia avendo trovato l'amore, aveva salvato la propria collezione di intimo; Violetto era stato liberato dalla pigrizia (ma solo durante lo zum-zum e quindi Dayuccia doveva farlo in continuazione per tenerlo sveglio) ; e flame, vendute tutte le pentole al ciambellano, aveva scoperto che pure quello era gayo e s'infrattava ogni attimo con lui in qualche parte del castello a fare Zum-Zum.
fine