Gli istruttori cinesi e cubani insegnavano loro solo come sparare: infilare il caricatore nel fucile d'assalto Kalashnikov Ak-47, armare l'otturatore, mirare e tirare il grilletto, senza insegnare loro a pulirli prima dell'uso dal grasso di fabbrica. Perciò, quando i Simba sparavano, tenevano il volto di lato, in quanto gli schizzi di grasso li colpivano negli occhi.
Altro difetto dei Simba, comune a tutti i congolesi, compresi i soldati dell'Armée, era quello di tenere il grilletto sempre premuto, sparando quindi a raffica tutto il caricatore da 30 colpi. Risultato: la canna del fucile mitragliatore si surriscaldava, deformandosi.
L'Africano è impulsivo, istintivo e pensa che, sparando a raffica tutto il caricatore del mitra o del fucile mitragliatore, riesca ad ottenere migliori risultati sul nemico. Facevano così i Simba, ma lo facevano anche i nostri stessi katanghesi.
Non riuscivano a mettersi in testa che così facendo, come ho già detto, il calore avrebbe deformato la canna e avrebbe reso inservibile l'arma. Non solo, non curandosi del rinculo questo era tale che finivano per spararsi addosso. Era questo il motivo per cui ci tenevamo alla larga dai congolesi, o sparavano su di noi o scappavano travolti dai Simba.
Tuttavia, l'Ak 47 era un'ottima arma. Anche se ricoperto di fango continuava a sparare ed era adattissimo per la guerriglia. Almeno per chi la sapeva fare, certo non i Simba.