[papà va a trans] Già in Francia il pene era la figa del nuovo millennio

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Discussione: [papà va a trans] Già in Francia il pene era la figa del nuovo millennio

  1. #1
    INCUBO ™
    Guest

    [papà va a trans] Già in Francia il pene era la figa del nuovo millennio

    Questo Proust! Non solo era un assiduo frequentatore di bordelli per omosessuali, ma era anche socio, finanziatore, amico e forse amante del tenutario del più celebre. E gli aveva pure prestato i mobili di maman per arredare il suo postribolo. E’ quanto risulta dalla mostra pazzesca allestita in una galleria di Parigi specializzata in soggetti sulfurei, «Au bonheur du jour» (all’11 di rue Chabanais, guarda caso praticamente di fronte al più celebre bar lesbico di Parigi, «La Champmeslé»), e raddoppiata da un lussuoso volume di Nicole Canet, la proprietaria della galleria, «Hôtel garnis, garçons de joie, prostitution masculine - Lieux et fantasmes à Paris de 1860 à 1960». Un libro molto dotto e molto illustrato, pieno di testimonianze anche illustri, verbali di polizia e 335 immagini, molte delle quali non pubblicabili su un sito Internet per tutti. Se nel XIX secolo e fino alla metà di quello successivo la prostituzione era considerata un male necessario, fioriva anche quella per gay. Con le immancabili proteste dei bravi borghesi, ugualmente preoccupati per la morale pubblica e le finanze private. Così, una lettera del 21 aprile 1870 a «Monsieur le Préfet de la Police Impériale» (ma il Secondo Impero ha ancora cinque mesi scarsi di vita) denuncia, dalle parti del Bois di Boulogne, un via vai sospetto e chiede di trasformarlo in un vai via: «Appena viene la notte, le strade attorno alla Porte Maillot sono invase da individui dei due sessi che, in cambio di 20 o 30 soldi, si concedono a pratiche la cui lubricità mi impedisce di descrivere in dettaglio. Bisognerebbe lottare contro questi odiosi traffici, pericolosi per i nostri portamonete come per la morale». Molto più comoda, per tutti, la prostituzione indoor. Compresa quella maschile, con tutta una rete di alberghetti, saune, appartamenti ben nota agli amatori anche in un’epoca senza Internet. Walter Benjamin, in «Das Passagenwerk», descrive l’«Hôtel du saumon», dove i salmoni che si pescavano erano ben altri. E poi, naturalmente, il più celebre di tutti, l’«Hôtel de Marigny», all’11 di rue de l’Arcade. Qui Proust si faceva organizzare delle sedute sadomasochistiche o di voyeurismo, le stesse descritte nel «Temps retrouvé», vittima soddisfatta il barone di Charlus. Questo Hôtel de Marigny era di proprietà di tale Albert Le Cuziat, nato nel 1881 in una famiglia di contadini della Bretagna. Albert venne a Parigi e debuttò come «troisième valet de pied» del principe Radziwill. Fece carriera e nel 1911 incontrò Proust, diventandone l’informatore (ben remunerato) su storie, personaggi e pettegolezzi della Parigi gay, pare anche allora fiorentissima. Nel ‘13, con l’aiuto di Proust, aprì un primo bordello mascherato da bagno pubblico, i «Bains de Cuziat». Nel ‘17, nuova tappa, appunto il famigerato Marigny, e nei mobili di casa Proust. In mostra c’è anche un verbale di polizia datato 11 gennaio 1918. A seguito dell’ennesima denuncia anonima, i flic fanno irruzione al Marigny. Ma, più che Sodoma e Gomorra (soprattutto Sodoma), scoprono una scena quasi intima. Intorno a un tavolo e a una bottiglia di chiampagne, quattro uomini: il «nominato Le Cuziat (Albert), proprietario dell’hôtel», «Pernet Léon, soldato di prima classe del 140esimo reggimento di fanteria», «Brouillet André, caporale al 408esimo reggimento di fanteria» e un certo «Proust Marcel, 46 anni, redditiero, 102 boulevard Haussmann». Poche settimane dopo, l’hôtel fu requisito per usi militari.

  2. #2
    Bannato
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    Re: [papà va a trans] Già in Francia il pene era la figa del nuovo millennio

    la sua estrema sensibilità gli impediva di fare cabaret alpha alle donne

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