BUENOS AIRES - Una svolta nella vicenda del sommergibile argentino di cui si sono persi i contatti da tre giorni. Nella tarda serata di sabato, un comunicato del ministero della Difesa argentino parla di sette tentativi falliti di chiamate satellitari. Le chiamate,di una durata tra i 4 e i 36 secondi, secondo quanto riporta il sito del Clarin, sono state ricevute tra le 10,52 e le 15,42 in diverse basi delle Forze armate argentine. Con la collaborazione di una società statunitense specializzata in comunicazioni satellitari, si sta lavorando a determinare l'ubicazione precisa dell'unità che ha emesso i segnali nella speranza che si tratti del sottomarino. L'operazione è coordinata dal ministro Aguad, che ha passato l'intera giornata di sabato nella sede del ministero, dopo essere stato a Mar del Plata con le famiglie dell'equipaggio. Il ministro tiene costantemente informato delle operazioni il presidente Mauricio Macri e il capo di Stato maggiore Marcos Pena.
Del sottomarino mancano notizie ormai da oltre 72 ore senza notizie ed è corsa contro il tempo per ritrovare l'Ara San Juan con 44 persone a bordo di cui si sono perse le tracce mercoledì al largo delle coste della Patagonia nell'Atlantico meridionale. Oltre alle forze locali anche la Nasa partecipa alle operazioni, mentre sono in tutto sei i Paesi, tra cui il Regno Unito e gli Usa che hanno offerto aiuto nelle ricerche.
La vicenda sta tenendo con il fiato sospeso tutta l'Argentina mentre Papa Francesco ha assicurato la sua "preghiera fervente" per i 44 componenti dell'equipaggio, esprimendo la sua "vicinanza" alle famiglie e alle autorità militari e civili del Paese "in questi momenti difficili" ed "incoraggiando gli sforzi messi in campo per ritrovarlo".
C'è il "massimo impegno a utilizzare tutte le risorse nazionali e internazionali necessarie per trovare l''Ara San Juan il prima possibile", ha assicurato il presidente Mauricio Macri, parlando da Chapadmalal, vicino alla base navale di Mar del Plata, stazione abituale del sottomarino. Macri ha poi aggiunto che il suo governo è "in contatto con le famiglie dell'equipaggio per informarli e sostenerli", mentre su Twitter ha ribadito la sua vicinanza ai parenti dei marinai: "Condividiamo la vostra preoccupazione e quella di tutti gli argentini".
Il sommergibile era partito da Ushuaia ed era diretto alla base a Mar del Plata, quando mercoledì mattina a 430 km dalla costa si sono persi i contatti radio. Un buio totale che ha seminato ansia in tutta nazione. Tra le ipotesi in campo, un problema alle comunicazioni, un blackout o un problema elettrico fino all'ipotesi più drammatica: un incendio a bordo.
E non aiutano le avverse condizioni atmosferiche nell'area dove si sono concentrate le ricerche, già rastrellata per quasi l'80%.
Onde alte sei metri e venti violenti non facilitano la visibilità sulla superficie del mare. Il comandante dell'Area Marina Atlantica e capo della base navale di Mar del Plata, l'ammiraglio Gabriel Gonzalez, ha assicurato al giornale La Nacion che la Marina argentina ha messo a disposizione i propri mezzi, a cui sono stati aggiunti pescherecci e anche aerei americani, oltre alla possibile partecipazione di una nave da ricerca del Regno Unito, che opera nelle isole Falklands. Ma fino ad ora nessuna traccia.
Tra i 44 membri dell'equipaggio c'è anche la prima donna ufficiale del Sudamerica. Il pirmo ufficiale, Eliana María Krawczyk, di 34 anni, è responsabile delle operazioni del sottomarino, una posizione che include il controllo delle armi e la manovra di ormeggio. Laureatasi alla scuola navale attualmente è la prima donna ufficiale subacquea in 71 anni di storia della Marina argentina. Eduardo, padre di Eliana, ha visto sua figlia l'ultima volta due settimane fa, poco prima che il sottomarino salpasse. "Mi disse che era felice di essere a bordo", ha raccontato ai media dicendosi sicuro che la rivedrà e che il loro incontro "sarà come rinascere" di nuovo