L'America in tldr #topainside #golemvieniqua L'America in tldr #topainside #golemvieniqua

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Discussione: L'America in tldr #topainside #golemvieniqua

  1. #1
    Peace&Love L'avatar di NoNickName
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    L'America in tldr #topainside #golemvieniqua

    Il realismo non è una scuola di pensiero popolare in Occidente. Il messaggio centrale del realismo - che sia sensato che gli stati perseguano egoisticamente la potenza - non riscuote ampie simpatie. Nessun moderno leader politico che chieda esplicitamente al pubblico di combattere e morire per migliorare l’equilibrio di potenza. È preferibile vedere i conflitti tra il proprio stato e gli stati rivali come scontri tra il bene e il male. I leader tendono a dipingere la guerra come una crociata etica o come una contesa ideologica anziché come una lotta per il potere. Il realismo è difficile da vendere.
    Gli americani siano particolarmente poco propensi a pensare in termini di equiLlbrio dipotenzacome dimostra la retorica dei suoi presidenti.
    Perchè gli americani non amano il realismo.
    Gli americani tendono a non vedere di buon occhio il realismo perché cozza i loro valori fondamentali. Il realismo contrasta l’immagine ottimistica che gli americano hanno di se stessi e del mondo esterno. Il liberalismo invece collima alla perfezione con quei valori.
    Come osservava il pensatore francese Alexis de Tocqueville, gli americani sono convinti che “l'uomo sia dotato di una facolta illimitata di miglioramento” Il realismo, viceversa, offre una prospettiva pessimista sulla politica internazionale. Tale pessimismo è in contrasto con la radicata convinzione americana che con il tempo e l'impegno gli individui ragionevoli possano cooperando risolvere importanti problemi sociali.
    Il liberalismo offre una prospettiva piu ottimista della politica mondiale, e gli americani la trovano naturalmente piu attraente dello spettro sinistro disegnato dal realismo.
    Gli americani sono anche portati a credere che la morale svolga un ruolo importante nella politica. Come scrive l'eminente sociologo Seymour Martin Lipset: “Gli americani sono dei moralisti utopici che ce la mettono tutta per istituzionalizzare la virtu, distruggere gli empi ed eliminare istituzioni e pratiche malvage”. Questo punto di vista si scontra con la convinzione realista che la guerra è un elemento intrinseco alla vita del sistema internazionale. La maggioranza degli americani tende a vedere la guerra come un'impresa orrenda che dovra prima o poi essere cancellata dalla faccia della terra. Ricorrervi potrà essere lecito per elevati scopi liberali come combattere la tirannia o diffondere la democrazia, ma è moralmente sbagliato combattere una guerra solo per cambiare o conservare l'equilibrio di potenza. L’inclinazione moraleggiante degli americani urta inoltre con il fatto che i realisti tendono a non distinguere tra stati buoni e cattivi, differenziando piuttosto gli stati in base alle capacita di potenza relative.
    I teorici liberali distinguono tra stati buoni e stati cattivi, e di norma classificano come i più degni le democrazie liberali dotate di economie di mercato. Non sorprende che gli americani tendano a fare propria questa prospettiva, perché presenta gli Stati Uniti come una forza benigna nella politica mondiale e raffigura i loro rivali, reali o potenziali, come facinorosi mal guida ti o in malafede.
    Questa linea di pensiero ha alimentato l’euforia che ha accompagnato la caduta dell'Unione Sovietica alla fine della guerra fredda. Quando “l'impero del male” è crollato, molti americani e molti europei hanno concluso che la democrazia sarebbe dilagata in tutto il pianeta e che nel mondo presto sarebbe scoppiata la pace. Questo ottimismo si basava in gran parte sulla convinzione che l'America democratica sia uno stato virtuoso. Se altri stati emulano gli Stati Uniti, allora il mondo sara popolato da stati buoni e questo significa la fine dei conflitti internazionali.
    Dato che agli americani la realpolitik non piace, il discorso pubblico sulla politica estera statunitense viene di solito espresso nel linguaggio del liberalismo. I pronunciamenti delle elite politiche grondano ottimismo e moralismo. Ma a porte chiuse le elite che gestiscono la sicurezza nazionale parlando la lingua della potenza, non quella dei principi, e gli Stati Uniti si muovono nel sistema internazionale secondo i dettami della logica realista. Si percepisce una separazione tra la retorica pubblica e la conduzione concreta della politica americana.
    La politica estera americana è stata quasi sempre guidata da una logica realista anche se le dichiarazioni pubbliche dei presidenti possono far pensare altrimenti.
    Già nel 1939, Carr rilevava come tra gli stati del continente europeo era diffusa l'immagine dei popoli di lingua inglese come “maestri nell'arte di ammantare di bene generale i propri egoistici interessi nazionali”, aggiungendo che “questa forma di ipocrisia e una peculiarità specifica e caratteristica della mentalità anglosassone”.
    La distanza tra retorica e realta di solito passa inosservata negli Stati Uniti. È un fenomeno che si spiega considerando due fattori. Primo, le politiche realiste talvolta coincidono con i dettami del liberalismo, nel qual caso non c'e conflitto trail perseguimento della potenza e quello dei principi. Per esempio, gli Stati Uniti hanno combattuto il fascismo nella seconda guerra mondiale e il comunismo nella guerra fredda per ragioni largamente realiste. Ma entrambi i conflitti erano giustificabili anche secondo principi liberali, e per questo i politici non ebbero difficoltà a smerciarli al pubblico come conflitti ideologici.
    Secondo, quando considerazioni di potenza costringono gli Stati Uniti a operare secondo una linea che contrasta con i principi liberali, ecco che compaiono gli imbonitori a raccontare la storia in modo che combaci con gli ideali liberali. Per esempio, alla fine del XIX secolo, le elite americane in generale ritenevano quello tedesco uno stato costituzionale progressista degno di essere emulato. Ma l' opinione americana della Germania cambiò con il deteriorarsi delle relazioni tra i due stati, nel decennio precedence la prima guerra mondiale. Quando nell' aprile 1917 gli Stati Uniti dichiararnno guerra alla Germania, gli americani ormai vedevano la Germania come uno stato più autocratico e militarisca dei suoi rivali europei.
    Analogamente, sul finire degli anni Trenta, molti americani consideravano l'Unione Sovietica uno stato malvagio, anche per la sanguinaria politica interna di Stalin e la sua notoria alleanza con la Germania nazista dell'agosto 1939. Ciononostante, quando nel 1941 gli Staci Uniti unirono le loro forze a quelle dell'Unione Sovietica per combattere il Terzo Reich, il governo USA lanciò una massiccia campagna di pubbliche relazioni per ripulire l'immagine del nuovo alleato dell'America e renderlo compatibile con gli ideali liberali. L'Unione Sovietica veniva ora raffigurata come una proto democrazia, e Stalin divenne Uncle Joe.



  2. #2
    Senior Member L'avatar di manuè
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    Re: L'America in tldr #topainside #golemvieniqua

    è realistico che quella in spoiler non te la darà mai, nei secoli dei secoli.
    se lasciati a se stessi i problemi tendono a risolversi da soli, se così non accade, allora è meglio lasciar perdere il tutto e passare ad altro.

    - gli ignoranti ignorano -

  3. #3
    Army of One L'avatar di golem101
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    Re: L'America in tldr #topainside #golemvieniqua

    #sonoqua #dimmiunpo' #nicecopypasta
    Problem is, you're not going to jail. I'm going to jail.
    I'll do life. Will serve my time. I swear I will.

  4. #4
    Senior Member L'avatar di GenghisKhan
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    Re: L'America in tldr #topainside #golemvieniqua

    tldr
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