Originariamente Scritto da
Conte Zero
Azzo...
Russia 1981 (sì,
quella Russia, quella vera)
Arriviamo a Volgograd e scendiamo all'"albergo"
. Nel trasferimento, mio padre indossa un impermeabile classico nocciola, a pipistrello, tipo Bogart. Bello, ma vecchio, logoro, il classico capo che "lo faccio fuori con 'sto ultimo viaggio e poi finisce nel cassonetto".
Dopo 2 minuti che siamo in stanza, ci bussa la guida, un po' tesa. Sta con tre giovanotti decisi, dall'aria molto Libbano-Dandi-Freddo.
La guida dice che vorrebbero parlarci, ed è consigliabile riceverli.
Entrano, individuano il capo di vestiario, parlottano. La guida dice che lo vogliono. Il più Libbano dei tre si para di fronte a mio padre ed estrae rotolo pauroso di valuta comunista tenuto con fermaglione d'oro. Estrae un volume improbabile di banconote, e ancora la guida suggerisce che è meglio accettare.
Abbozziamo. Quello, raggiante, si scorda di noi; indossa l'impermeabile felice come un bambino e si piazza di fronte allo specchio della stanza d'albergo.
Si guarda per un minuto buono nel riflesso, e alla fine annuncia, felice: "
CELENTANO"
Se ne vanno, strizzata d'occhio della guida, mai più rivisti.
I soldi poi dovemmo spenderli tutti entro i confini russi, nessuno te li ricambiava più in valuta vera. Non c'era un cazzo, là, e tornammo stracarichi di bamboline, ambra in ogni formato e vodka per regali.