Processo alle streghe di Salem (1692-1693)
Uno degli esempi più noti di isteria di massa è quello che si è verificato nella cittadina di Salem, New England, passando alla storia come la caccia alle streghe più spietata di sempre.
Nell’inverno fra il 1691 ed il 1692 Elizabeth “Betty” Parris e Abigail Williams, la figlia e la nipote del parroco Samuel Parris, iniziarono a comportarsi in modo inusuale, in particolare a rimanere piuttosto taciturne, a nascondersi dietro vari oggetti ed a strisciare sul pavimento. Un contemporaneo, Robert Calef, ne riporta un resoconto:
“Entravano nelle buche e strisciavano sotto le sedie e sgabelli… [con] svariate posizioni e buffi gesticolii, [e] facevano discorsi ridicoli e assurdi incomprensibili per loro come per gli altri”.
Nessuno dei medici interpellati riuscì a dare una spiegazione dei disturbi delle ragazze: uno dei dottori, William Griggs, annunciò che l’unica spiegazione poteva essere la possessione da parte del demonio. Poco dopo, altre adolescenti oltre Abigail e Betty cominciarono a comportarsi allo stesso modo.
Nel giro di pochi giorni, decine di ragazze cominciarono a manifestare strani sintomi: accessi di urla incontrollabili, contorsioni e bizzarri modi di esprimersi. Il risultato fu l’istituzione di un tribunale per intraprendere azioni penali per gli accusati di stregoneria, il quale portò alla condanna a morte di 25 cittadini di Salem e delle cittadine vicine.
Il Processo alle streghe di Salem colpì molto l’immaginario collettivo americano, tanto da essere utilizzato come modo di dire nella retorica politica e nella letteratura popolare per indicare le condanne basate sulle false accuse e i guasti dei processi ingiusti.