Diamo soldi al sud per rilanciare le imprese. Diamoli. Non è spreco. Altro che autonomia differenziata.
n una Sicilia che lamenta l’assenza di capitali per finanziare le società, per 30 anni dentro il bilancio dell’Irfis, la finanziaria regionale, erano stati dimenticati ben 84 milioni di euro pubblici che erano stati stanziati proprio a favore delle imprese. Ieri l’Irfis ha annunciato di aver sbloccato i capitali del «Fondo Sicilia», che ora saranno destinati a finanziare imprese in difficoltà di accesso al credito e anche in default purché in presenza di piani di rilancio aziendale, a tassi tra lo 0,2% e lo 0,4% per prestiti decennali. Com’è stato possibile dimenticarsi di 84 milioni di euro?
«Me ne sono accorto guardando il bilancio dell’Irfis, dove sono arrivato a febbraio 2018», spiega il presidente Giacomo Gargano. «È un fondo separato nel bilancio Irfis che nasce da un affidamento statale che il ministero dell’Industria aveva fatto a tutte le regioni. Le singole regioni, tra fine anni 80 e inizio 90, avevano recepito con propri atti la titolarità del fondo; la Sicilia era stata l’unica a non farlo». All’epoca, continua Gargano, il fondo lo gestiva l’irfis con una convenzione con il ministero. Quando passò alle Regioni il fondo non fu più usato «perché non c’era più la convenzione con il ministero ma non c’era ancora quella con la Regione Siciliana». Dato che è un fondo di rotazione, i prestiti man mano restituiti non si potevano usare per nuove erogazioni. Così si è accumulato un tesoretto di 84 milioni di euro.