Il figlio maschio nato di lunedì è il primogenito? Perchè la durata della gravidanza e non solo del travaglio può cambiare anche molto dal primo al secondo
Il figlio maschio nato di lunedì è il primogenito? Perchè la durata della gravidanza e non solo del travaglio può cambiare anche molto dal primo al secondo
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aspetta ma è già nato pure l'altro o e in corso una gravidanza?
il pilota d'aerei è cornuto?
rotfl
Stef non si capisce, la stai mettendo giù incasinata tale che ti freghi da solo. La prob che sia maschio o femmina è del 50%, tirare in ballo il sesso del primogenito, il giorno di nascita o l'umidità non cambia la probabilità
Mio cognato ha sette fratelli maschi; senza ecografia, si inseguiva la chimera di una figlia femmina.
Sì che la so, grazie comunque.
Ho detto che uno dei due è maschio, mettendo il primogenito al primo posto e il secondogenito a secondo posto, le possibili coppie sono:
(M,M)
(M,F)
(F,M)
(F,F)
L'ultima la escludi per ipotesi del testo, hai 3 possibili combinazioni di cui solo una verifica la richiesta.
Quindi tanto per incominciare una risposta molto più giusta di 0.5 sarebbe 1/3=0.33 che poi penso sia il ragionamento che ha fatto Sinex
Però ancora non è esatto perchè vi ho detto che è nato di Lunedì e questo modifica le cose.......
Risposto sopra, no.
Se fosse il primogenito (o il secondogenito, inteso come dato fisso) la risposta sarebbe stata 0.5
Probabilità condizionata.
L'evento maschio/femmina è di per se indipendente (50% M e 50% F) ma se ti dico il sesso di uno dei due cambio le carte in tavola
MF ed FM sono equivalenti, in questo caso... e se anche non lo accettassi, hai già detto che il primo è maschio, quindi rimangono buoni solo MM e MF, quindi si torna al 50%
ma
sono curioso di sapere in che modo aereo e tapis roulant influiscano.
Cercate paradosso dei due bambini su Google e non rompete i coglioni
Uno dei due è maschio, l'altro non si sa è ti chiedo qual è la probabilità sia maschio
Non ho detto che il primo è maschio, ho detto che UNO DEI DUE è maschio (cioè o il primogenito o il secondogenito)
Non è 1/2, non è 1/4 e non è 1/3 perché c'è l'informazione sul Lunedì
https://it.wikipedia.org/wiki/Paradosso_dei_due_bambini
Questo però arriva alla conclusione esposta prima di 1/3 ma non è lo stesso testo perché non sai che il bambino è nato di Lunedì
dai sentiamo la vaccata del Lunedì
il 14 ottobre Stefansen era in piedi presso il piazzale di casa sua. Erano le 18:30 e il cielo era oscurato dall'immenso vortice che si stagliava alle sue spalle. La gigantesca burrasca proveniva dal mare orientale e si dipanava nell'entroterra da dieci giorni. Del tornado si erano perse le tracce per tutto il pomeriggio dell'ottavo giorno, ma il cauto clima di speranza era stato
stroncato nella cittadina dalla sua nuova ricomparsa, vicino la casa di Stefansen. Il ciclone si era piazzato lì e, come governato da una volontà superiore, non dava l'impressione di volersi spostare ormai da più di un giorno. Stefansen
aveva perso tutto: la casa gli era stata portata via la mattina, asse dopo asse. Ogni pezzo di legno si era strappato in mezzo alle grida del vento, sparendo lontano dietro l'enorme turbine
che si stagliava a perdita d'occhio; poi il pezzo di legno così come sen'era andato tornava. poi se ne riandava. Poi tornava, insieme ad altri legni della stessa lunghezza o poco più lunghi, accompagnato da pali della staccionata, vasetti delle conserve, il seguito di Go white man go, lasciato compilato a metà per mancanza di tempo.
Quattro mesi. Quattro mesi era l'incredibile arco di vita che i meteorologi avevano predetto per quel turbine inarrestabile. Un evento eclatante mai manifestatosi fino ad ora in tutta la storia conosciuta dall'uomo. Tutta la regione veniva abbandonata dagli abitanti. Stefansen vedeva allontanarsi centinaia di persone, mano a mano che le ore passavano. Tutti quanti lasciavano la città. Tutti tranne il tornado, sempre più furibondo e imminente.
E lui.
Stefansen si era abituato alla nuova condizione, ogni insolvenza della sua routine era entrata a far parte della sua nuova routine. Non poteva più aspettarsi niente, calcolare niente, valutare la probabilità di nulla che non venisse stravolto di lì a qualche secondo dall'ondata di vento sempre più vicina.
E si era abituato. Dava le spalle alla catastrofe climatica mentre non batteva ciglio, protetto dal suo nuovo cinismo. Come un lombrico sul bordo di una foglia che ondeggia spinta dal vento, Stefansen aveva imparato a non badare a quelle folate, a quei rumori e ai tuoni che, bassi e tetri, facevano tremare la terra. Aveva sviluppato un istinto di refrattarietà verso la dimensione cui apparteneva. Non provava più nessun orrore, nessun rimpianto per le cose perdute, nessun'angoscia dell'inevitabile destino.
Nessun giudizio che verso se stesso. Una coltre inespugnabile di vento non scalfiva l'infinito biasimo, la pena che Stefansen aveva per Stefansen.
Cmq fai solo perdere tempo coso, non si capisce un cazzo