Che gli statali siano in linea di massima dei privilegiati è assolutamente vero però. Non che ogni singolo di loro lo sia, ma mediamente stanno in un range che oscilla tra l'essere privilegiati e l'essere miracolati (spesso entrambe le cose).
Mia madre è docente elementare, quindi conosco abbastanza bene le dinamiche. Per ogni dipendente come lei che fissava le chemio in ospedale nel proprio giorno di riposo e in 40 anni avrà fatto 40 giorni di malattia totali, ne hai alcune migliaia che tra gravidanze, malattie, permessi e cazzi vari li vedi solo col binocolo. Dipendenti comunali/provinciali/regionali non pervenuti, gente che lavora con gli orari che ha voglia e col telefono perennemente staccato.
La differenza sostanziale sta nella produttività, il dipendente privato è sottoposto ad uno scrutinio e a dei ritmi che la maggior parte degli statali si possono solo sognare di notte, su questo non ci piove.
Tralasciamo, se ci si addentra nel discorso scolastico, le mille storture per cui ad oggi per insegnare serve laurea specialistica con quindici master quando il docente italiano medio ha la scuola dell'obbligo e nel 2020 ancora non sa creare una cartella su un desktop, per capirci, infatti si è visto come scuole private e università hanno saputo attrezzarsi al volo per la didattica online, mentre il pubblico ancora arranca di maledetto. Oppure il fatto che ci siano certe figure scolastiche, tipo le segreterie, assegnate con carica ad vitam a chi è entrato prima in graduatoria, per poi avere figure di supporto (come supplenti e assistenti di sostegno) subappaltate alle cooperative, con paghe da fame e contratti praticamente a chiamata che li rimbalzano da una sede all'altra, che infatti in questo periodo sono a casa esattamente con zero stipendio ed in buona parte essendo giovani/freschi di laurea anche con poco margine per richiedere la disoccupazione (che sarà anche bassa, visto che spesso sono persone che mettendo assieme le ore che hanno in 2-3 istituti arrivano sì e no alle 25-30 ore settimanali quando va bene).
Sì nsomma, una bella cloaca di merda.
O santa pazienza.
Quanta pazienza ci vuole.
ROMA. In chiesa a pregare, sì, ci si può andare purché essa si trovi sulla strada che conduce al lavoro, al supermercato o alla farmacia. E i matrimoni? Si possono celebrare ma alla presenza solo del prete, degli sposi e dei testimoni, rispettando naturalmente le distanze tra i celebranti. Stesso discorso per battesimi e funerali: pochissime persone e tutte a un metro e mezzo di distanza l’una dall’altra. A Pasqua i riti potranno essere partecipati solo da celebranti, diaconi e organisti che potranno recarsi in chiesa autocertificando motivi di «lavoro», indicando giorno, ora e indirizzo della chiesa.
Per chiarire i dubbi di migliaia di fedeli in tutta Italia che hanno tartassato in questi giorni vescovi e parroci per capire come muoversi durante la pandemia di coronavirus, soprattutto in vista della Settimana Santa, è arrivata una nota del Ministero dell’Interno che chiarisce una volta per tutte - e senza possibilità di equivoci - in che modo vivere la vita religiosa nel mezzo delle restrizioni imposte dal contagio di Covid-19. Sollecitato dalla Segreteria generale della Cei, che si è fatta portavoce dei quesiti e dei disagi espressi dalle diverse diocesi italiane, il documento è stato stilato dalla Direzione centrale degli Affari dei Culti del Ministero e inviato alle Prefetture. Ha valore su tutto il territorio nazionale e ha la pretesa anche di evitare celebrazioni “clandestine”, come quelle avvenute nei giorni scorsi in provincia di Napoli dove un sacerdote e i partecipanti ad un Battesimo sono stati denunciati dai Carabinieri del luogo per assembramento.
Dalla sua diffusione, nelle scorse ore, la Nota del Viminale - che il quotidiano dei vescovi, Avvenire, indica come «frutto della interlocuzione tra la Segreteria generale della Cei, la presidenza del Consiglio e lo stesso Ministero dell’Interno» -, ha suscitato alcune polemiche tra diversi fedeli e sacerdoti che sono arrivati a parlare di una seria restrizione della libertà religiosa. «Dal tabaccaio a comprare le sigarette posso andare liberamente, in chiesa a pregare invece no?», è stato uno dei commenti più comuni.
Le osservazioni in questione si riferiscono in particolare alle indicazioni nel documento circa la possibilità per i fedeli di uscire di casa, muniti di autocertificazione, per recarsi a pregare in chiesa. La Nota spiega che «è necessario che l’accesso alla chiesa avvenga solo in occasione di spostamenti determinati da comprovate esigenze lavorative, ovvero per situazione di necessità e che la chiesa sia situata lungo il percorso, di modo che, in caso di controllo da parte delle Forze di polizia, possa esibirsi la prescritta autocertificazione o rendere dichiarazione in ordine alla sussistenza di tali specifici motivi».
In altre parole, si può andare a pregare individualmente solo se ci si trova già fuori casa per lavoro o per andare a fare la spesa e solo se la parrocchia è di strada. Non è certo possibile, in tempo di quarantena, prendere la macchina e andare a pregare nel santuario o nella chiesa intitolata al santo a cui si è devoti dall’altra parte della città.
Il documento chiarisce inoltre che «non è prevista la chiusura delle chiese», salvo «eventuale autonoma decisione dell’autorità ecclesiastica». Un dibattito incendiario, questo, sin dall’inizio dell’epidemia.
Nella nota ministeriale si fa luce anche sulla grande questione dei matrimoni in chiesa. Tante coppie avevano infatti prenotato da oltre un anno una parrocchia per celebrare le nozze: ora cosa fare? Non solo, la Segreteria della Conferenza episcopale italiana domanda al Viminale perché si permettano matrimoni in Comune e non in chiesa. La Nota del Ministero chiarisce che «non sono vietati in sé» i matrimoni in chiesa, ma i riti devono svolgersi «alla sola presenza del celebrante, dei nubendi e dei testimoni e siano rispettate le prescrizioni sulle distanze tra i celebranti». Quindi, nessun parente, nessun fotografo, nessuna damigella e, naturalmente, nessun ricevimento. Il matrimonio in chiesa, si legge nel documento, «non è da ritenersi tra le fattispecie inibite dall’emanazione delle norme in materia di contenimento dell’attuale diffusione epidemica di Covid-19».
Un altro punto importante toccato nel documento è quello relativo ai riti della Settimana Santa. «Per garantire un minimo di dignità alla celebrazione» durante tutti i riti, si legge, viene “ampliato” il numero dei partecipanti comunque limitato «ai celebranti, al diacono, al lettore, all’organista, al cantore e agli operatori per la trasmissione», considerato che non ci sarà partecipazione di popolo ma tutte le cerimonie vanno trasmesse in tv o online. Ma quale «disposizione dare a queste persone per potersi muovere? Un’autocertificazione?», domanda la Cei. Tutti costoro, precisa il Ministero dell’Interno, «avranno un giustificato motivo per recarsi dalla propria abitazione alla sede ove si svolge la celebrazione» e, qualora coinvolti in controlli della polizia, «attraverso l’esibizione dell’autocertificazione» non incorreranno in contestazioni e sanzioni.
Il servizio liturgico, precisa il Viminale, pur non essendo un lavoro, è assimilabile alle «comprovate esigenze lavorative», pertanto l’autocertificazione dovrà contenere «il giorno e l’ora della celebrazione, oltre che l’indirizzo della chiesa ove la celebrazione si svolge». Resta fermo il fatto che debbano essere rispettate «opportune distanze e cautele».
Andare in chiesa solo se e' di strada.
riassunto topic pirateria domestica:
l'apice di svapo:
rondella's way:
Entro stasera o domani sarà applicato sull'intero territorio nazionale. Tanto il modello ormai è questo, Lombardia/Veneto/FVG si inventano la nuova restrizione e il giorno dopo Conte la applica dappertutto perché non vuole che ci sia un'Italia A e B. Finché non impara a leggere nel pensiero di Fontana andrà così
:ciome:
Grazie Recidivo
io direi di pubblicizzarla di più questa cosa, soprattutto per quelli che vogliono trovare una scusa per uscire di casa visto che questa è ottima
L'idea che questa cosa sia stata chiesta al BOBOLOH che ha risposto REGIONIH REGIONIH non ti entra in mente?
Che magari l'hai votato anche tu quel referendum
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Ciao Bicio, in ER il vostro valente (e appena votato) pelatone ha deciso per te e questa scusa lì NON è valida in quanto si applica l'ultima ordinanza regionale (ieri valida da oggi) che non prevede nessuno sconto al lavoro, emergenza, salute, spesa per uscire di casa.
ma va? e chi l'avrebbe mai detto!
è che a qualcuno il fatto che un vecchio sopravviva farà scoppiate il fegato perché gli ruba la pensione
il tutto, come sempre, generalizzando e dimenticando che "non solo statali"
ci sono anche quelli che vengono rapinati tutta la vita perché sottoposti a regime contributivo (ne sanno qualcosa quelli che, diciamo così, fanno i sostituti d'imposta di se stessi)
se qualcuno dei loro superiori si svegliasse di traverso, può essere
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va che basta poco a far venire fuori dall'ombra tutti quelli che hanno GIURATO sulla COSTITUZIONE
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sull'idea che il principio costituzionale del concorso sia il metodo preferibile di selezione del personale e che realizzi i principi di imparzialità e buon andamento della PA si può però ampiamente discutere eh
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Ultima modifica di Zhuge; 05-04-20 alle 15:03
https://www.worldoftrucks.com/en/onl...e.php?id=92274
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Blood
Non ci conosciamo, non so quanto anni hai e non so dove abiti.
Io al momento ho perso mia zia, con la quale ho passato il 50% della mia vita. Per cui non pretendo di poter capire niente di quello che passi tu. Comunque se pensi ti possa far piacere parlare io ho Skype, mi chiamo Federico Badodi, possiamo organizzarci per parlare. Vale per tutti, Ale, chiunque abbia voglia, possiamo se volete. Non so quanto possa essere d'aiuto ma sono fiducioso che male non faccia, parlare con qualcuno in questo periodo. Salvo Mr.Vermont e altri ritardati, intendo gente con un cuore che soffre per i propri cari. Fatemi sapere.