Si potranno comprare i regali…
Il governo non sembra volersi prendere la responsabilità di gravare ulteriormente sulle tasche del turismo e dei commercianti, che durante il periodo natalizio registrano fino al 30% del loro fatturato. Al momento, l’ipotesi più accreditata è che ci saranno due Dpcm: uno per il periodo dal 3 dicembre fino a ridosso di Natale, e uno per le festività vere e proprie.
E allora sì allo shopping di Natale, non solo nei negozi aperti fino alle 22, ma anche nei centri commerciali che riaprono nel fine settimana. Sì alla mobilità nelle città, sì ai pub e ai ristoranti aperti anche di sera. Per il secondo Dpcm invece, quello che dovrebbe riguardare le due settimane di festività, si dovrebbe vedere allungato il coprifuoco fino alle 23, con l’ipotesi della mezzanotte per le sere di capodanno e vigilia. Nessuna deroga dovrebbe invece essere concessa per feste, eventi in piazza o in altri luoghi d’aggregazione.
Cenone in casa ci saranno delle raccomandazioni, più che dei divieti.
Probabilmente il governo consiglierà un massimo (ormai noto) di 6 persone a tavola, sia in casa che nei ristoranti. Secondo Maga, è importante cercare di salvaguardare le persone anziane, più fragili e più esposte alle conseguenze letali del virus. «Il Natale festeggiamolo con i nostri conviventi», insiste il virologo. «I nonni vediamoli in videochiamata. Più c’è gente in casa, più il rischio di contagio è alto. So che è brutto da dire, ma quest’anno dovremmo rinunciare al Cenone e alle feste».
Obiettivo zona gialla
L’obiettivo del governo è quello di fare in modo che la maggior parte delle regioni retrocedano in zona gialla entro il 3 dicembre. Ma, come appare chiaro dalle prime aperture e dai primi cedimenti nei confronti delle regioni come Lombardia e Piemonte, sarebbe pronto a chiudere un occhio anche se non si dovesse raggiungere il risultato. A quel punto, nonostante i vari «patti chiari e amicizia lunga» dichiarati dal governo, sarà molto difficile non assistere a situazioni epidemiologicamente molto pericolose. E ognuno, esecutivo e presidenti di regioni in primis, dovrà prendersi le proprie responsabilità.
La scuola
Al netto delle buone intenzioni da parte del ministero dell’Istruzione, sulla spinta degli esperti del Cts, la scuola sarà l’unico settore che non godrà di allentamenti per dicembre. Un punto che continua a infuocare lo scontro interno al governo, fino all’ultimo vertice notturno durante il quale, secondo il Corriere, la ministra Lucia Azzolina ha protestato davanti alle intenzioni diffuse tra i ministri di concentrarsi sulle riaperture di stazioni sciistiche e ristoranti, ma non delle classi. L’obiettivo più concreto al momento sposta la data possibile per ragionare sul ritorno in classe ad almeno dopo il 6 gennaio, secondo quanto riporta Repubblica, con qualche revisione su possibili rientri almeno nelle regioni in cui sono state chiuse anche asili ed elementari, come ad esempio in Campania.
A dicembre quasi tutti in zona gialla: le finestra per shopping e cene fuori casa
L’obiettivo è portare tutte le regioni a una sostanziale zona gialla a partire dal 3 dicembre, con le relative regole più leggere a cominciare dal coprifuoco posticipato concedendo quindi la riapertura di bar e ristoranti, oltre che dei negozi finora costretti a tenere la saracinesca abbassata. Il passaggio delle attuali zone rosse a gialle non ha davanti a sé un strada semplice. Il punto di mediazione su cui lavorano governatori e governo è di avanzare con riaperture graduali, che conservino le restrizioni più severe in quelle province in cui il livello di rischio è ancora troppo alto per permettere di abbassare la guardia.
Le ipotesi sulle riapertura nel Dpcm di Natale
-Coprifuoco: l’ipotesi è di spostare l’inizio del coprifuoco alle 23 o a mezzanotte per dicembre, mentre per il periodo dal 24 al 31 dicembre fino all’una;
-Bar e ristoranti: le attività della ristorazione tornano aperte anche la sera, con il limite di sei persone per tavolo. Una regole che dovrebbe essere indicata anche dalle raccomandazioni del prossimo Dpcm per le cene in casa;
-Negozi: per permettere lo shopping natalizio, almeno in una striscia di giorni precedente ai giorni di festa, le attività commerciali potrebbero sfruttare orari di apertura prolungati, fermo restando gli ingressi scaglionati e il rispetto delle regole già in vigore su capienza massima, distanza e igiene;
-Viaggi tra regioni: il periodo natalizio è soprattutto l’occasione per tanti di tornare a casa per rivedere i famigliari. Il tema è ancora discusso, ma la concessione agli spostamenti tra regioni potrebbe avere un’ulteriore spinta se i dati sui contagi dovessero ancora una volta migliorare nella prossima settimana.