Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus - Pagina 2709

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Discussione: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

  1. #54161
    Senior Member L'avatar di Bicio
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Spostamenti tra regioni dopo il 20 dicembre

    La cautela su ogni possibile riapertura sta spingendo quindi la strategia del governo verso minime concessioni e sopratutto definite nel tempo. Escluse del tutto le vacanze sulle piste da sci, per gli spostamenti tra regioni sembra prevalere la linea più rigida, come anticipata dallo stesso ministro Roberto Speranza a Otto e mezzo su La7. La previsione per il nuovo Dpcm è che a dicembre ci si potrà spostare fuori regione solo per i già noti motivi concessi con l’autocertificazione, quindi lavoro, salute o emergenze. Come ribadisce il Corriere delle Sera, solo in caso di curva dei contagi davvero bassa sarà possibile raggiungere i parenti più stretti, non prima del 20 dicembre e probabilmente con un Dpcm ad hoc, anche se non si è residenti e domiciliati nella casa di destinazione. Una deroga che potrebbe valere anche per le seconde case.
    qui si torna al solito discorso di, puoi fare tutte le leggi che vuoi, ma se non le fai rispettare sono inutili

    già ad oggi non ci sono controlli per gli spostamenti. Al massimo ci sono forse in stazione (?), agli aeroporti forse no (ho colleghi che vanno in giro per l'italia in aereo e non gli è mai stato chiesto l'autocertificazione), sicuramente non controllano le strade
    che è poi similare al discorso "non vi possiamo dire quante persone potete invitare a cena a casa vostra perchè guai, il focolare domestico è sacro"

  2. #54162
    Señor Member L'avatar di Zalgo
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da fulviuz Visualizza Messaggio
    È risaputo che l'infarto è contagioso
    . . .

  3. #54163
    Granny Member L'avatar di Maelström
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da fulviuz Visualizza Messaggio
    È risaputo che l'infarto è contagioso
    beh se a un tuo conoscente viene un infarto con te vicino pure tu ti spaventi e rischi che ti venga un infarto, se qualche tuo conoscente ti vede infartare si spaventa pure lui e rischia un infarto e avanti a catena

  4. #54164
    Senior Member L'avatar di Lo Zio
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    l'infarto di sant' antonio

  5. #54165

    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da fulviuz Visualizza Messaggio
    È risaputo che l'infarto è contagioso
    Citazione Originariamente Scritto da Bobo Visualizza Messaggio
    Al 24 di novembre ancora sti discorsi?
    Fatemi capire, il paragone con la seconda guerra mondiale va bene e quello con un'altra malattia no?

  6. #54166
    Giù nel gargaroz L'avatar di Kemper Boyd
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da Borgo di Dio Visualizza Messaggio
    Fatemi capire, il paragone con la seconda guerra mondiale va bene e quello con un'altra malattia no?
    No, sono stupidi entrambi.

  7. #54167
    Senior Member L'avatar di Gilgamesh
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da Maelström Visualizza Messaggio
    beh se a un tuo conoscente viene un infarto con te vicino pure tu ti spaventi e rischi che ti venga un infarto, se qualche tuo conoscente ti vede infartare si spaventa pure lui e rischia un infarto e avanti a catena
    Mango docet

    Comunque toh, abbeveratevi

    Per arrendersi a un’espressione banale e corriva, si può dire che il Natale è come la salute: ti accorgi che ti manca quando non c’è. Nel senso del Natale disancorato dal suo significato originario e prettamente religioso, ovvio, ma festa di una comunità, compresa la fetta dei non credenti, rito imprescindibile che anima e scalda il cuore delle relazioni sociali, cemento sociale, celebrazione di una vicinanza affettiva, di uno stare insieme. E infatti il Natale è da sempre la bestia nera dei solitari, dei misantropi, dei drop-out esistenziali, di chi sente il focolare familiare («parenti serpenti») come una prigione, i depressi, i senza posto. «Come in un libro scritto male, lui si era ucciso per Natale», cantava Francesco Guccini in «Incontro», perché la leggenda (non la realtà statisticamente accertata) dice che a Natale c’è il picco dei suicidi, perché diventa devastante il contrasto tra il dolore della solitudine e l’esibizione di felicità sociale messa in scena sotto l’albero addobbato. Ma al tempo del Covid la vicinanza è una minaccia, la distanza una salvezza, la riunione familiare un tabù, la lontananza una misura di profilassi sanitaria. L’ultimo avamposto della vita sociale crolla. Dicono: cosa volete che sia un Natale in solitudine. È molto, troppa solitudine di massa fa male. È necessaria, nella pandemia, ma fa male. Bisogna essere disciplinati, ma la libertà di lamento è meglio lasciarla.

    Le città desertificate, le scuole semivuote, i ristoranti sbarrati, i cinema e i teatri sigillati. Ogni luogo sociale rischia di dissolversi. Tutto diventa più vuoto e il rito natalizio, ossessionante, costrittivo, talvolta opprimente e claustrofobico della normalità, serviva a riempirlo, quel vuoto. Le montagne di pacchetti, le tavolate pantagrueliche, la festa dei consumi tanto deplorata dai sacerdoti dell’austerità, rappresentavano una sospensione dell’incredulità: non ci crediamo che possiamo essere felici tutti insieme e assembrati, ma facciamo finta di crederci, stiamo dietro a questa parvenza di spirito comunitario, al calore della domesticità. Raccontano che negli ultimi anni si fosse segnato il record di messaggi con «non ne posso più, non vedo l’ora che finisca». Oggi nessuno potrebbe confessare di non vedere l’ora che inizi, perché esigenze superiori e inderogabili dicono che non potrà mai iniziare, e si pensi piuttosto a distanziare i (radi) posti in tavola.

    Il Covid, seppellendo il Natale, ha solo reso macroscopico ciò che stava accadendo da tempo: l’irrompere della solitudine di massa, il prevalere di quella che David Riesman considerava un contrassegno della modernità: la «folla solitaria». Non ci sono più i partiti, i sindacati, le associazioni, le parrocchie, i circoli, i luoghi dove ci si incontrava fisicamente (quando ci si poteva incontrare senza le restrizioni imperative del distanziamento). Le ore scolastiche a distanza cancellano tutto ciò che nella scuola non è essenzialità dell’apprendimento, mortificano amicizie, complicità, sodalizi, ricordi sociali che solo nel futuro faranno conoscere il loro immenso valore esistenziale. Lo smart working massimizza forse l’efficienza professionale, ma elimina tutto l’intorno sociale, il sentirsi parte di un insieme, la chiacchiera informale, il gioco delle relazioni, l’appuntamento quotidiano con le persone concrete, fisicamente presenti, la prossemica degli sguardi, delle battute sdrammatizzanti, delle divagazioni emotive. Andare al cinema, al teatro, al concerto era il pretesto per discutere, scambiare idee e opinioni, litigare anche: sul divano di casa tutto questo si dissolve. Negli stadi le curve, una delle ultime trincee della socialità, le curve silenziose emanano qualcosa di funereo e solo chi non ha mai messo piede in uno stadio, in un palazzetto dello sport, in un’arena, può ignorare quanta socialità si formi sugli spalti, espressione di un’identità comune. All’inizio dell’estate molti di noi si stupirono di quella forsennata corsa all’aperitivo e alla cosiddetta «movida» che stava elettrizzando senza nessuna prudenza le persone più giovani: ma forse con quei bicchieri in mano, o le birrette portate da casa, stavano celebrando una delle ultime occasioni di vita sociale rimaste in piedi. Ecco perché la mancanza del Natale «normale» può rappresentare per tanti di noi un lutto, con le insegne spente, la corsa al regalo cancellata, la spesa dell’ultimo momento consegnata nel cassetto dei ricordi. Una triste necessità, una barriera contro il contagio. Ma anche la tristezza sociale è contagiosa, a suo modo. Anche non andare al cinema dopo il pranzo di Natale è un rito perduto. E non si sentirà più quel liberatorio «è finita, finalmente» che veniva pronunciato al termine di un rito spossante, ipercalorico, pieno di falso entusiasmo. Ma che dava il senso di una comunità ancora esistente, e resistente. Arrivederci a Natale 2021. Si spera.

  8. #54168

    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da Cento Blobfish Visualizza Messaggio
    E quindi?
    Postandomi il link cosa avresti dovuto dimostrare?
    Dove ti ho contestato il numero?
    Perchè alle 23:14 sto perdendo tempo facendo domande a una persona con gravi impedimenti?
    Che vita di merda devo fare per degnarti pure di attenzione?
    Capisci?
    E' colpa mia.
    Se sono qui a parlare con uno come te è colpa mia.
    Tu non c'entri niente, poverino, me la prenderei con te ma è colpa mia.
    Non sei nemmeno in grado di capire che il link non doveva rispondere alla contestazione del numero, ma chiarire che si parla di una causa di morte classificata come tale dall'ISS, non una "morte per morte" del poveretto di internet.

    Scusa se ti ho disturbato, torna pure dietro le tende ad urlare alla gente "STATE ACASA!!!11!11" con gli occhi sbarrati e la bava alla bocca.

    - - - Aggiornato - - -

    Citazione Originariamente Scritto da Kemper Boyd Visualizza Messaggio
    No, sono stupidi entrambi.
    Ammesso e non concesso, se ne sono accorti solo con quello che evidenziava un numero di morti molto superiore a quelli da covid, strano.

  9. #54169
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da Borgo di Dio Visualizza Messaggio
    Fatemi capire, il paragone con la seconda guerra mondiale va bene e quello con un'altra malattia no?
    Già, perché "patologie cardiovascolari" sono una malattia

  10. #54170
    Giù nel gargaroz L'avatar di Kemper Boyd
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da Borgo di Dio Visualizza Messaggio
    Ammesso e non concesso, se ne sono accorti solo con quello che evidenziava un numero di morti molto superiore a quelli da covid, strano.
    Io il paragone con la guerra l'ho contestato subito

  11. #54171
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Purtroppo l'orologio rotto Bechis ne ha azzeccata una.

    Cosa ha provocato la seconda ondata di coronavirus in Italia? I dati dei bollettini di sorveglianza settimanali dell’Istituto superiore di Sanità non lasciano molti dubbi: la riapertura delle scuole italiane che certo non è avvenuta in sicurezza.

    Come abbiamo più volte dimostrato su Il Tempo è proprio fra la popolazione scolastica, quella da zero a 19 anni che fra fine agosto e la prima settimana di novembre sono esplosi i contagi. Al 25 agosto in quella fascia di età erano 9.544 i ragazzi contagiati. Al 7 novembre erano diventati 102.419, con una crescita record del 1.073,10%, il doppio di quello che è avvenuto nella fascia di età 20-29 (dove comunque c'erano tutti gli studenti universitari), e cinque volte più di quel che era avvenuto nelle altre fasce di età. Ma la conferma è arrivata dall'ultimo bollettino, che riporta i dati fino al 18 novembre scorso. Il 6 novembre con un dpcm a firma di Giuseppe Conte si sono chiuse in tutta Italia le scuole superiori, e con le istituzioni delle varie zone rosse si è applicata la didattica a distanza anche per le seconde e le terze medie. Da quel momento la classifica dei contagi è radicalmente mutata: la fascia scolastica che era ampiamente in testa alla classifica è scesa al quinto posto: davanti aveva i contagi fra i trentenni, i quarantenni, i cinquantenni e i sessantenni. Fin lì i contagi fra i ragazzi fino a 19 anni erano cresciuti di dieci volte, dalla chiusura in poi sono saliti invece solo del 45,69%, una percentuale venti volte inferiore a prima. E senza quel boom la curva dei contagi che era esponenziale fino al dpcm del 6 novembre, è rallentata per poi addirittura diminuire negli ultimi giorni. È stata dunque la scuola il cuore della tragedia che stiamo di nuovo vivendo e che si aggrava anche per le gravi responsabilità del governo in un altro settore: non è stato fatto nulla per mesi per rafforzare la rete ospedaliera, che oggi è drammaticamente in tilt ovunque.

    Il governo dunque ne aveva fatta una sola giusta: la chiusura delle scuole. E siccome tutto il resto ha sbagliato clamorosamente, sta già pensando di fare marcia indietro. C'è un pressing fortissimo sulla riapertura delle scuole da parte del ministro titolare, Lucia Azzolina, che ha sulle spalle insieme alla collega dei Trasporti, Paola De Micheli, la responsabilità della seconda ondata. E ne fa una questione di bandiera pure uno degli azionisti della maggioranza di governo: Italia viva di Matteo Renzi. Lui premeva per riaprire le scuole a maggio, e all'epoca ci sarebbero stati sicuramente meno danni di quelli che abbiamo visto. Ma riaprirle ora come è stato fatto a settembre è semplicemente da pazzi. Forse peggio: è un atto criminale, in grado di fare passare agli italiani le feste di Natale in fila davanti agli ospedali (dentro non ci sarà più posto), così da chiudere ogni dibattito su cenoni e feste. È esattamente quello che ha scelto di fare Giuseppe Conte, al momento con la resistenza del Pd di Nicola Zingaretti, assai più cauto sulla scelta.

    Secondo le indiscrezioni uscite dalle riunioni di maggioranza così la scuola dovrebbe riaprire il 9 dicembre, dopo il ponte dell'Immacolata: una decisione da matti scegliendo pure una data folle per il ritorno in aula: è quella dello sciopero generale del pubblico impiego, personale della scuola compreso. So che è inutile appellarsi al premier Conte per fermare questa decisione scellerata: ascolta solo chi ha potere di farlo restare inchiodato alla poltrona, e non è disposto a ragionare su altro. Ma dopo l'esperienza di settembre, contribuire a rimettere in gioco in questo momento la macchina dei contagi e provocare la strage degli innocenti nella notte di Natale, è scelta da processo di Norimberga davanti a cui portare il premier, i suoi ministri e i leader della maggioranza che li sostiene. Se si vuole testardamente riaprire la scuola, bisogna farlo assolutamente in sicurezza come non è stato fatto a settembre. E non è possibile farlo prima di Natale, perché il governo fin qui non ha fatto nulla per cambiare le regole e preparare questa sicurezza. Invece di mettere nelle sue manovre regalie fiscali scandalose e inopportune come il taglio del cuneo fiscale che era rinviabilissimo ad anni migliori, si sarebbero dovuti stanziare miliardi su due direttrici, le sole che consentono di investire su una scuola in presenza. Subito risorse alle Regioni che insieme ai comuni dovrebbero costruire una rete di trasporti ad hoc destinata alla sola popolazione studentesca, affittando dai privati tutto quello che c'è sul mercato, iniziando dai bus turistici oggi fermi. Stesso sforzo bisognerebbe chiedere a metropolitane e aziende dei trasporti pubblici in modo da separare i tragitti della popolazione scolastica da quelli degli italiani che si recano ogni mattina al lavoro. Naturalmente non sarà possibile tenere la regola dell'80% di capienza dei mezzi di trasporto che ha avuto le sue belle responsabilità nell’accendere la seconda ondata del virus.

    Il secondo capitolo di finanziamenti deve essere diretto ai singoli istituti scolastici per raddoppiare la loro capienza e sdoppiare le classi attraverso l'affitto di altri spazi in teatri, cinema, caserme, centri congressi, parrocchie, fiere ed eventualmente scuole paritarie che solitamente hanno ampi spazi vuoti nei loro edifici. Serve tutto questo per riaprire le scuole, ma non essendo stato fatto nulla da quando si è decisa la chiusura, non si può tornare a scuola ora. Si rimbocchino le maniche invece di fare i parolai Conte, Azzolina, De Micheli e compagnia altrimenti anche a gennaio sarà difficile riportare i ragazzi in classe. Ma ora evitino l'inutile strage di Natale.

  12. #54172

    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da IlGrandeBaBomba Visualizza Messaggio
    Già, perché "patologie cardiovascolari" sono una malattia
    Se è per quello, nemmeno i deceduti per covid muoiono tutti per polmonite. Quindi? Le malattie cardiovascolari sono una famiglia di patologie ben individuata non da me, ma dai massimi cardiologi italiani, che conducono campagne nazionali per la prevenzione, visto che i comportamenti da tenere per evitarle sono gli stessi.

    https://www.periltuocuore.it/pages/c...perte%E2%80%99

    I morti nella seconda guerra mondiale invece sono tutti morti allo stesso modo, visto che sembri così interessato all'uniformità?

    - - - Aggiornato - - -

    Citazione Originariamente Scritto da Kemper Boyd Visualizza Messaggio
    Io il paragone con la guerra l'ho contestato subito
    Infatti io avevo quotato loro, non te

  13. #54173
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Azzeccato fino a un certo punto, quello che è esploso nella fascia 0-19 è il numero di tamponi fatti: sono stati fatti tamponi a tappeto tra gli studenti ad ogni minimo caso, grazie al cazzo che poi ne trovi molti di più di quando non testavi nessuno in quella fascia di età

  14. #54174
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da Kemper Boyd Visualizza Messaggio
    Azzeccato fino a un certo punto, quello che è esploso nella fascia 0-19 è il numero di tamponi fatti: sono stati fatti tamponi a tappeto tra gli studenti ad ogni minimo caso, grazie al cazzo che poi ne trovi molti di più di quando non testavi nessuno in quella fascia di età
    Non è un po' una delle sciocchezze dette già a inizio pandemia, se testi trovi se non testi non trovi?
    Il fatto di testarli e trovarli positivi vuol dire che i positivi ci sono. 102.000 studenti positivi sono 102.000 (qualcosa meno perché non saranno tutti figli unici) famiglie a stretto contatto con un positivo, che significa che 300.000 persone almeno sono potenzialmente contagiate e/o contagiose. Mica è poco in due mesi scarsi di scuola e sicuramente oltre il concetto di "non ci sono casi nelle scuole". Poi ok, possono essere stati contagiati fuori da scuola, ma comunque son studenti che a scuola ci vanno positivi se non li testi e contribuiscono alla diffusione.

  15. #54175
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da Necronomicon Visualizza Messaggio
    Non è un po' una delle sciocchezze dette già a inizio pandemia, se testi trovi se non testi non trovi?
    Il fatto di testarli e trovarli positivi vuol dire che i positivi ci sono.
    Certo. Quello che dico è che non trovarne perché non ne testi non vuol dire che non ci sono, vuol dire solo che non lo sai.

  16. #54176
    Major Sludgebucket (ABS)
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Rivoglio indietro gli spermatozoi della mia adolescenza, ingiustamente immolati .


  17. #54177
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    ebbasta col piscio

  18. #54178
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    la resistenza è inutile

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  19. #54179
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da Major Sludgebucket (ABS) Visualizza Messaggio
    Rivoglio indietro gli spermatozoi della mia adolescenza, ingiustamente immolati .


  20. #54180
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da Borgo di Dio Visualizza Messaggio
    Se è per quello, nemmeno i deceduti per covid muoiono tutti per polmonite. Quindi?
    Quindi, cosa? Si parla dei morti per covid, non per polmonite, che è solo uno dei modi in cui il covid uccide, il più noto e frequente.

    Citazione Originariamente Scritto da Borgo di Dio Visualizza Messaggio
    Le malattie cardiovascolari sono una famiglia di patologie ben individuata non da me, ma dai massimi cardiologi italiani, che conducono campagne nazionali per la prevenzione, visto che i comportamenti da tenere per evitarle sono gli stessi.
    Esattamente, una famiglia di patologie. Non una patologia.

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