Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus - Pagina 3016

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Discussione: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

  1. #60301
    Giù nel gargaroz L'avatar di Kemper Boyd
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da Bobo Visualizza Messaggio
    No chiaro, dubito ci si possa contagiare facendo due passi e passando accanto ad un'altra persona all'aperto (a meno che ti starnutisca in faccia magari )

    Ma quando si parla di movida in genere si intende gente ai tavoli (o in piedi) che chiacchiera amabilmente con un bicchiere in mano e la mascherina sul mento per un bel po' di tempo
    Ai tavoli la sera è vietato da mesi

  2. #60302
    Senior Member L'avatar di Lo Zio
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    e anche lo stare seduti al tavolo è a distanza di almeno 1 m, a cura del gestore del locale

  3. #60303
    Marotta Vattene L'avatar di MrVermont
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da Kemper Boyd Visualizza Messaggio
    Ai tavoli la sera è vietato da mesi
    This. Son 4 mesi che la sera i ristoranti son chiusi. E non si è risolto una sega.
    Forse forse i contagi avvengono altrove?

    Inviato dal mio SM-A920F utilizzando Tapatalk

  4. #60304
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Ma cosa

    Quattro mesi fa eravamo a metà settembre, neanche si parlava di limitare alcunché

    Viceversa, sia in Italia che in Europa alla chiusura (totale) dei ristoranti (che da noi è avvenuta a novembre, e solo nelle regioni rosse e arancioni) è sempre seguito, nel giro di qualche settimana, un sensibile calo dei contagi

  5. #60305
    Giù nel gargaroz L'avatar di Kemper Boyd
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da IlGrandeBaBomba Visualizza Messaggio
    Ma cosa

    Quattro mesi fa eravamo a metà settembre, neanche si parlava di limitare alcunché

    Viceversa, sia in Italia che in Europa alla chiusura (totale) dei ristoranti (che da noi è avvenuta a novembre, e solo nelle regioni rosse e arancioni) è sempre seguito, nel giro di qualche settimana, un sensibile calo dei contagi
    La sera sono chiusi anche in zona gialla e si parlava di movida.

  6. #60306
    Marotta Vattene L'avatar di MrVermont
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da IlGrandeBaBomba Visualizza Messaggio
    Ma cosa

    Quattro mesi fa eravamo a metà settembre, neanche si parlava di limitare alcunché

    Viceversa, sia in Italia che in Europa alla chiusura (totale) dei ristoranti (che da noi è avvenuta a novembre, e solo nelle regioni rosse e arancioni) è sempre seguito, nel giro di qualche settimana, un sensibile calo dei contagi
    hai ragione, son chiusi la sera da fine ottobre. Quasi 3 mesi.

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  7. #60307
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da Kemper Boyd Visualizza Messaggio
    La sera sono chiusi anche in zona gialla e si parlava di movida.
    Tu parlavi di movida. Vermont, come suo solito, diceva cazzate a più ampio spettro...

  8. #60308
    Marotta Vattene L'avatar di MrVermont
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Le chiusure serali dei locali non son state fatte per limitare la movida?

    Inviato dal mio SM-A920F utilizzando Tapatalk

  9. #60309
    ghost_master L'avatar di Drake Ramoray
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da MrVermont Visualizza Messaggio
    This. Son 4 mesi che la sera i ristoranti son chiusi. E non si è risolto una sega.
    Forse forse i contagi avvengono altrove?

    Inviato dal mio SM-A920F utilizzando Tapatalk
    risolto una sega
    signor pfizer non ci serve il vaccino abbiamo già risolto grazie
    ma poi se chiudono altrove non ti va bene comunque :(

  10. #60310
    Senior Member L'avatar di Lo Zio
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    vai con la movida


  11. #60311
    ghost_master L'avatar di Drake Ramoray
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da Lo Zio Visualizza Messaggio
    vai con la movida


  12. #60312
    Since 13-11-01 L'avatar di Bobo
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da Kemper Boyd Visualizza Messaggio
    Ai tavoli la sera è vietato da mesi
    Era un discorso generale

  13. #60313
    Malmostoso L'avatar di Necronomicon
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Con i richiami cominciano i numeri dei veri e propri vaccinati, invece che dei solo dosati.

    L'incazzatura per le dosi in meno mi sa che però significa che tante regioni non si sono tenute da parte scorte per il richiamo e quindi sono rimaste fregate.

    Gli articoli di giornale che non dicono che anche gli altri stati europei hanno avuto consegne ridotte hanno un po' quel gusto antieuropeista che non ci lascia mai

  14. #60314
    Senior Member L'avatar di Bicio
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Il Ministero della Salute conferma i conti di Open e fa dietrofront: i vaccinati non sono 1 milione ma soltanto 6.000
    20 Gennaio 2021 - 06:14
    di Giada Giorgi

    Il dato annunciato da Speranza di un milione di «persone vaccinate», ora sulla mappa dei dati ufficiali corrisponde alle singole somministrazioni, come avrebbe dovuto essere fin dall’inizio. Il dato è ben lontano dalla vaccinazione completa che garantisce la vera immunità e il trucco verbale nasconde un problema di tempi ben più grave

    https://www.open.online/2021/01/20/c...conti-vaccini/

    articolo lunghetto

    Sono passati cinque giorni da quando il ministro della Salute Roberto Speranza ringraziava cittadini e operatori sanitari per l’importante traguardo di «1 milione di persone vaccinate in Italia», primo grande passo «di una maratona decisiva» contro Covid-19. A ruota arrivava l’entusiasmo del presidente del Consiglio Conte, che ribadiva l’importante numero, sbandierando il primato «dell’Italia in Ue per numero di persone vaccinate». Nel frattempo la cifra riportata sulla mappa ufficiale del Ministero per il monitoraggio della campagna (ora non più consultabile) è continuata a salire, segnando il superamento del milione di «vaccinazioni». I numeri però, e di conseguenza i tempi necessari a concludere la prima fase del piano, non coincidevano con quelli che sin dall’inizio risultavano ad Open. E la comparsa di un nuovo dato sul “Report Vaccini anti Covid-19” diffuso dal governo nella giornata di ieri, confermano quanto siano stati frutto di un semplice e propagandistico trucco verbale.

    Andando per ordine: ieri 19 gennaio nel report sui vaccini anti Covid del governo compare una dicitura finora mai utilizzata e cioè: «Totale persone vaccinate». Nulla di strano se non fosse che a quel dato corrisponde la cifra di 6.881.

    Un numero ben lontano dal «primo grande passo nella maratona decisiva» di cui aveva parlato Speranza, ben lontano cioè dalle cifre che dal 31 dicembre hanno continuano a salire fino a 1 milione sotto la dicitura di “totale vaccinazioni“. Il nuovo dato inserito dei 6mila vaccinati fa riferimento, come scienza vuole, alle persone a cui sono state somministrate prima e seconda dose, e ora fa coppia con 1.197.913 milioni di «somministrazioni effettuate». La stessa cifra a cui finora era stato attribuito il dato delle «totali vaccinazioni» sia sulla mappa ufficiale di cui si vede un esempio qui di seguito, che negli annunci in gran clamore del governo. Solo una questione di termini? Decisamente no.

    Nel periodo di avviamento di una campagna vaccinale a dir poco complessa, in cui scetticismi, fake news e anarchia interpretativa minacciano quotidianamente la reale lotta al virus, i dati che vengono diffusi richiedono una chiarezza di linguaggio e di contenuto estremi. Inutile dire che oltre alla comunità scientifica, la responsabilità principale di trasparenza, spetta ai governi. Vaccinare vuol dire, nel caso del siero Pfizer e di Moderna, iniettare ad un singolo soggetto due dosi differenti e a distanza di 21 o 28 giorni l’una dall’altra. Solo così si è in grado di garantire l’immunità pressoché completa dal virus. La somministrazione della prima dose, che è quella a cui corrisponde il milione tanto declamato, non può per gli esperti equivalere nella maniera più assoluta all’effetto completo della vaccinazione. Va da sé che il totale di vaccinati, comunicato fino a ieri alla popolazione come grande traguardo raggiunto, non corrisponde al reale stato delle cose. Così come le conseguenze sui numeri del piano vaccinale, sui quali rifletteremo fra poco.
    I limiti della prima dose

    Il dato comparso nel report del governo sulle 4mila persone vaccinate non è stato inserito ieri a caso. A quasi un mese dall’inizio della campagna e alla luce dei primi richiami che hanno dato sì il vero numero di persone vaccinate, il ministero della Salute ha ritenuto finalmente il caso di chiamare i dati con il proprio nome, riportando il numero dei completamente immuni da Covid-19.

    Sul discorso della “falsa” protezione data dalla prima dose, lasciamo che siano ancora i numeri a parlare: Pfizer ha annunciato un 95% di efficacia per il suo vaccino. La percentuale garantisce una difesa dal virus quindi molto alta: basti pensare che la soglia di protezione ritenuta accettabile dall’Organizzazione mondiale della Sanità per un vaccino è del 50%. Il punto centrale che va ribadito è che quel 95% non è raggiungibile con la prima dose iniettata: il range di immunità garantita dalla prima iniezione sta tra il 29,5% e 62,4%. Questo vuol dire che la probabilità che la prima dose non raggiunga neanche il valore minimo di efficacia del 50% stabilito dall’Oms è effettiva.

    Quindi saranno fondamentali due cose: primo, continuare a indossare la mascherina e seguire i comportamenti di prevenzione; secondo, sottoporsi al richiamo. Riferendoci al range riportato prima, le percentuali di efficacia potranno alzarsi fino al 95% solo con la seconda dose iniettata a 21 giorni dalla prima. Con una garanzia di protezione che si attiverà 2 settimane dopo il richiamo. Alla luce dunque dei continui ritardi nelle forniture da parte di Pfizer e di una seconda dose attualmente a rischio per molti operatori sanitari e Rsa, il dato del milione di «vaccinati» e quindi protetti dal virus, non può essere sostenuto da un governo che abbia come priorità la trasparenza.
    Con i veri numeri il conto non torna

    Dando un occhio ai numeri riportati sul calendario del piano vaccinale italiano, il totale delle categorie con priorità per il primo trimestre 2021 ammonta a quasi 6 milioni e mezzo: la somma cioè di operatori sanitari (1.404.037), ospiti/lavoratori di Rsa (570.287) e ultra 80enni (4.4 milioni). Alla luce delle forniture che ad oggi sappiamo arriveranno in Italia, salvo imprevisti e ritardi che pure ci sono, la prima fase non potrà essere rispettata. La quantità di dosi da avere a disposizione per vaccinare questi 6 milioni e mezzo di persone dovrà essere di circa 13 milioni, tenendo conto della doppia inoculazione necessaria per garantire la completa immunità.

    Ma sommando gli 8,794 milioni di dosi garantite da Pfizer (a pieno ritmo) nel primo trimestre con l’ 1,3 milioni di Moderna, si ottiene una cifra di circa 10 milioni di dosi di vaccino anti Covid attualmente disponibili. È evidente come all’appello manchino 3 milioni: c’è quindi il rischio di rimanere senza vaccino in primis per gli over 80, a cui le somministrazioni spettano in terza battuta, ma ora anche per gli stessi operatori sanitari ed Rsa, alle prese con i ritardi di Pfizer. Se il rallentamento promesso per una settimana dovesse prolungarsi, ai 3 milioni si aggiungerebbe, intanto, il 30% mancante nella fornitura settimanale del 18 gennaio. Certo c’è sempre Astrazeneca a poter coprire il buco ma il via libera di Ema per il 29 gennaio è ancora in forse e il rischio di un’autorizzazione solo per gli under 55 lascerebbe ancora nell’incognita gran parte degli ultra 80enni in attesa.

    L’altro dato che continua a non tornare è quello relativo ai ritmi del piano. La prospettiva annunciata dal Commissario Domenico Arcuri e ribadita più volte dal ministro Speranza è quella di poter vaccinare entro marzo circa 6 milioni di persone. Calcolando il ritmo giornaliero delle somministrazioni dal 31 dicembre, giorno in cui le dosi di Pfizer sono state distribuite su tutto il territorio nazionale, è possibile registrare per l’Italia una media attuale di circa 60mila iniezioni al giorno. Cifra fino a ieri associata nella mappa del governo al numero totale di vaccinazioni. Trattandosi però, come abbiamo capito, soltanto di singole somministrazioni, il ritmo tenuto dal governo è ancora troppo basso per riuscire a mantenere le promesse: con 60mila dosi al giorno si arriverebbe alla fine di marzo con 6.5 milioni di iniezioni mancanti all’appello. E quindi con 3.3 milioni di persone per cui sarà da considerare a rischio persino la prima somministrazione.

    Il ritmo necessario a garantire a tutti i soggetti del primo trimestre una difesa totale sarebbe invece di circa 150/155mila somministrazioni al giorno per i 70 giorni che mancano al 31 di marzo: un numero che non solo continua a essere lontano dalla realtà ma che non è nemmeno mai rientrato nelle dichiarazioni d’intenti di Speranza. Il 7 gennaio il ministro annunciava un’accelerazione del piano con la promessa di arrivare fino a 70mila dosi giornaliere, che avrebbe così garantito la riuscita. Ora alla cifra promessa siamo quasi arrivati ma i numeri non reggono ancora la domanda. Le 90mila dosi al giorno che mancano per rispettare i tempi promessi rimangono un problema da risolvere.



    la deliberata modifica dei dati a fini propagandistici è un atto da dittatura. Perchè è quello che stanno facendo da tempo, basti vedere i dati giornalieri, dove hanno l'altro giorno aggiunto i test rapidi nel conto totale abbassando l'indice del contagio, o l'indicare in negativo quando hai meno ricoveri in terapia intensiva (senza specificare che li dentro calcoli anche quanti ne sono morti), o i famosi 21 indicatori completamente nascosti con le regioni che mettono i dati a piacimento. Tutto questo modo di fare, strutturato e voluto, al fine di sminuire l'emergenza e, soprattutto, atto a nascondere l'incapacità della gestione dell'emergenza, è un modo di fare da dittatura che dovrebbe essere punito severamente. Ma non c'è nessuno che controlla, la famosa magistratura che dovrebbe in qualche modo vigilare, dorme. Anche forse perchè al governo c'è la sinistra, fossa stata la destra li avrebbero additati come fascisti da tempo

    Qua c'è una sfilza di persone che si comportano volutamente con dolo a cui non si può solo dire che sono dei bugiardi incompetenti, ma andrebbero licenziati e indagati in tronco

  15. #60315
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da Necronomicon Visualizza Messaggio
    Non ho detto "ricchi" a caso, ma almeno sbloccherebbe le ricconate, i ricevimenti di gala, i grandi eventi costosi. Biglietto concerto + tampone, tutto incluso.
    era un'idea lanciata anche per riaprire i palazzetti alle partite: entri con certificato del tampone negativo
    ovviamente non 8000 persone, ma almeno una capienza del 20% e tamponati

    però andresti ad intasare un sistema già in affanno, anche i laboratori privati lavorano a pieno regime per fare i test a chi serve davvero, magari per lavoro, e non a chi in fondo andrebbe a divertirsi
    L'uomo non smette di giocare perché invecchia, ma invecchia perché smette di giocare


  16. #60316
    Malmostoso L'avatar di Necronomicon
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da benvelor Visualizza Messaggio
    era un'idea lanciata anche per riaprire i palazzetti alle partite: entri con certificato del tampone negativo
    ovviamente non 8000 persone, ma almeno una capienza del 20% e tamponati

    però andresti ad intasare un sistema già in affanno, anche i laboratori privati lavorano a pieno regime per fare i test a chi serve davvero, magari per lavoro, e non a chi in fondo andrebbe a divertirsi
    Chiaro che ci sono controindicazioni, ma non trovare una soluzione per i settori chiusi o parzialmente chiusi è una cosa che alla lunga sta facendo più danni.
    Noi sentiamo parlare dei ristoratori, ma molto poco dei loro dipendenti con somministrazione, dell'intero settore della cultura (musica, cinema, teatri, musei) che ha lavoratori strutturalmente precari, di molte attività del terzo settore che non possono fare cose come prima, cooperative varie i cui dipendenti non stanno lavorando...
    Stanno passando sotto traccia ma queste persone con contratti che magari non prevedono nemmeno cassa integrazione e per lo più giovani, sono bloccati.

    Io che ho amici nel settore della cultura, sono disperati.

  17. #60317
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Citazione Originariamente Scritto da Bicio Visualizza Messaggio
    Il Ministero della Salute conferma i conti di Open e fa dietrofront: i vaccinati non sono 1 milione ma soltanto 6.000
    20 Gennaio 2021 - 06:14
    di Giada Giorgi

    Il dato annunciato da Speranza di un milione di «persone vaccinate», ora sulla mappa dei dati ufficiali corrisponde alle singole somministrazioni, come avrebbe dovuto essere fin dall’inizio. Il dato è ben lontano dalla vaccinazione completa che garantisce la vera immunità e il trucco verbale nasconde un problema di tempi ben più grave

    https://www.open.online/2021/01/20/c...conti-vaccini/

    articolo lunghetto

    Sono passati cinque giorni da quando il ministro della Salute Roberto Speranza ringraziava cittadini e operatori sanitari per l’importante traguardo di «1 milione di persone vaccinate in Italia», primo grande passo «di una maratona decisiva» contro Covid-19. A ruota arrivava l’entusiasmo del presidente del Consiglio Conte, che ribadiva l’importante numero, sbandierando il primato «dell’Italia in Ue per numero di persone vaccinate». Nel frattempo la cifra riportata sulla mappa ufficiale del Ministero per il monitoraggio della campagna (ora non più consultabile) è continuata a salire, segnando il superamento del milione di «vaccinazioni». I numeri però, e di conseguenza i tempi necessari a concludere la prima fase del piano, non coincidevano con quelli che sin dall’inizio risultavano ad Open. E la comparsa di un nuovo dato sul “Report Vaccini anti Covid-19” diffuso dal governo nella giornata di ieri, confermano quanto siano stati frutto di un semplice e propagandistico trucco verbale.

    Andando per ordine: ieri 19 gennaio nel report sui vaccini anti Covid del governo compare una dicitura finora mai utilizzata e cioè: «Totale persone vaccinate». Nulla di strano se non fosse che a quel dato corrisponde la cifra di 6.881.

    Un numero ben lontano dal «primo grande passo nella maratona decisiva» di cui aveva parlato Speranza, ben lontano cioè dalle cifre che dal 31 dicembre hanno continuano a salire fino a 1 milione sotto la dicitura di “totale vaccinazioni“. Il nuovo dato inserito dei 6mila vaccinati fa riferimento, come scienza vuole, alle persone a cui sono state somministrate prima e seconda dose, e ora fa coppia con 1.197.913 milioni di «somministrazioni effettuate». La stessa cifra a cui finora era stato attribuito il dato delle «totali vaccinazioni» sia sulla mappa ufficiale di cui si vede un esempio qui di seguito, che negli annunci in gran clamore del governo. Solo una questione di termini? Decisamente no.

    Nel periodo di avviamento di una campagna vaccinale a dir poco complessa, in cui scetticismi, fake news e anarchia interpretativa minacciano quotidianamente la reale lotta al virus, i dati che vengono diffusi richiedono una chiarezza di linguaggio e di contenuto estremi. Inutile dire che oltre alla comunità scientifica, la responsabilità principale di trasparenza, spetta ai governi. Vaccinare vuol dire, nel caso del siero Pfizer e di Moderna, iniettare ad un singolo soggetto due dosi differenti e a distanza di 21 o 28 giorni l’una dall’altra. Solo così si è in grado di garantire l’immunità pressoché completa dal virus. La somministrazione della prima dose, che è quella a cui corrisponde il milione tanto declamato, non può per gli esperti equivalere nella maniera più assoluta all’effetto completo della vaccinazione. Va da sé che il totale di vaccinati, comunicato fino a ieri alla popolazione come grande traguardo raggiunto, non corrisponde al reale stato delle cose. Così come le conseguenze sui numeri del piano vaccinale, sui quali rifletteremo fra poco.
    I limiti della prima dose

    Il dato comparso nel report del governo sulle 4mila persone vaccinate non è stato inserito ieri a caso. A quasi un mese dall’inizio della campagna e alla luce dei primi richiami che hanno dato sì il vero numero di persone vaccinate, il ministero della Salute ha ritenuto finalmente il caso di chiamare i dati con il proprio nome, riportando il numero dei completamente immuni da Covid-19.

    Sul discorso della “falsa” protezione data dalla prima dose, lasciamo che siano ancora i numeri a parlare: Pfizer ha annunciato un 95% di efficacia per il suo vaccino. La percentuale garantisce una difesa dal virus quindi molto alta: basti pensare che la soglia di protezione ritenuta accettabile dall’Organizzazione mondiale della Sanità per un vaccino è del 50%. Il punto centrale che va ribadito è che quel 95% non è raggiungibile con la prima dose iniettata: il range di immunità garantita dalla prima iniezione sta tra il 29,5% e 62,4%. Questo vuol dire che la probabilità che la prima dose non raggiunga neanche il valore minimo di efficacia del 50% stabilito dall’Oms è effettiva.

    Quindi saranno fondamentali due cose: primo, continuare a indossare la mascherina e seguire i comportamenti di prevenzione; secondo, sottoporsi al richiamo. Riferendoci al range riportato prima, le percentuali di efficacia potranno alzarsi fino al 95% solo con la seconda dose iniettata a 21 giorni dalla prima. Con una garanzia di protezione che si attiverà 2 settimane dopo il richiamo. Alla luce dunque dei continui ritardi nelle forniture da parte di Pfizer e di una seconda dose attualmente a rischio per molti operatori sanitari e Rsa, il dato del milione di «vaccinati» e quindi protetti dal virus, non può essere sostenuto da un governo che abbia come priorità la trasparenza.
    Con i veri numeri il conto non torna

    Dando un occhio ai numeri riportati sul calendario del piano vaccinale italiano, il totale delle categorie con priorità per il primo trimestre 2021 ammonta a quasi 6 milioni e mezzo: la somma cioè di operatori sanitari (1.404.037), ospiti/lavoratori di Rsa (570.287) e ultra 80enni (4.4 milioni). Alla luce delle forniture che ad oggi sappiamo arriveranno in Italia, salvo imprevisti e ritardi che pure ci sono, la prima fase non potrà essere rispettata. La quantità di dosi da avere a disposizione per vaccinare questi 6 milioni e mezzo di persone dovrà essere di circa 13 milioni, tenendo conto della doppia inoculazione necessaria per garantire la completa immunità.

    Ma sommando gli 8,794 milioni di dosi garantite da Pfizer (a pieno ritmo) nel primo trimestre con l’ 1,3 milioni di Moderna, si ottiene una cifra di circa 10 milioni di dosi di vaccino anti Covid attualmente disponibili. È evidente come all’appello manchino 3 milioni: c’è quindi il rischio di rimanere senza vaccino in primis per gli over 80, a cui le somministrazioni spettano in terza battuta, ma ora anche per gli stessi operatori sanitari ed Rsa, alle prese con i ritardi di Pfizer. Se il rallentamento promesso per una settimana dovesse prolungarsi, ai 3 milioni si aggiungerebbe, intanto, il 30% mancante nella fornitura settimanale del 18 gennaio. Certo c’è sempre Astrazeneca a poter coprire il buco ma il via libera di Ema per il 29 gennaio è ancora in forse e il rischio di un’autorizzazione solo per gli under 55 lascerebbe ancora nell’incognita gran parte degli ultra 80enni in attesa.

    L’altro dato che continua a non tornare è quello relativo ai ritmi del piano. La prospettiva annunciata dal Commissario Domenico Arcuri e ribadita più volte dal ministro Speranza è quella di poter vaccinare entro marzo circa 6 milioni di persone. Calcolando il ritmo giornaliero delle somministrazioni dal 31 dicembre, giorno in cui le dosi di Pfizer sono state distribuite su tutto il territorio nazionale, è possibile registrare per l’Italia una media attuale di circa 60mila iniezioni al giorno. Cifra fino a ieri associata nella mappa del governo al numero totale di vaccinazioni. Trattandosi però, come abbiamo capito, soltanto di singole somministrazioni, il ritmo tenuto dal governo è ancora troppo basso per riuscire a mantenere le promesse: con 60mila dosi al giorno si arriverebbe alla fine di marzo con 6.5 milioni di iniezioni mancanti all’appello. E quindi con 3.3 milioni di persone per cui sarà da considerare a rischio persino la prima somministrazione.

    Il ritmo necessario a garantire a tutti i soggetti del primo trimestre una difesa totale sarebbe invece di circa 150/155mila somministrazioni al giorno per i 70 giorni che mancano al 31 di marzo: un numero che non solo continua a essere lontano dalla realtà ma che non è nemmeno mai rientrato nelle dichiarazioni d’intenti di Speranza. Il 7 gennaio il ministro annunciava un’accelerazione del piano con la promessa di arrivare fino a 70mila dosi giornaliere, che avrebbe così garantito la riuscita. Ora alla cifra promessa siamo quasi arrivati ma i numeri non reggono ancora la domanda. Le 90mila dosi al giorno che mancano per rispettare i tempi promessi rimangono un problema da risolvere.



    la deliberata modifica dei dati a fini propagandistici è un atto da dittatura. Perchè è quello che stanno facendo da tempo, basti vedere i dati giornalieri, dove hanno l'altro giorno aggiunto i test rapidi nel conto totale abbassando l'indice del contagio, o l'indicare in negativo quando hai meno ricoveri in terapia intensiva (senza specificare che li dentro calcoli anche quanti ne sono morti), o i famosi 21 indicatori completamente nascosti con le regioni che mettono i dati a piacimento. Tutto questo modo di fare, strutturato e voluto, al fine di sminuire l'emergenza e, soprattutto, atto a nascondere l'incapacità della gestione dell'emergenza, è un modo di fare da dittatura che dovrebbe essere punito severamente. Ma non c'è nessuno che controlla, la famosa magistratura che dovrebbe in qualche modo vigilare, dorme. Anche forse perchè al governo c'è la sinistra, fossa stata la destra li avrebbero additati come fascisti da tempo

    Qua c'è una sfilza di persone che si comportano volutamente con dolo a cui non si può solo dire che sono dei bugiardi incompetenti, ma andrebbero licenziati e indagati in tronco
    Ma se a nessuno ancora avevano fatto la seconda dose, penso fosse ovvio che si riferiva ai vaccinati con una dose su due e non a quelli definitivamente immunizzati...

  18. #60318
    Malmostoso L'avatar di Necronomicon
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    E' ovvio se approfondisci.
    Gli anziani che guardano tg1 pensano che hanno già vaccinato milioni di persone e bon, "MAGNIFICO CONTE E ARCURI! FATE SBOCCIARE QUESTA PRIMULA NEL MIO CULO +10% NEI SONDAGGI DI GRADIMENTO"

  19. #60319
    Giù nel gargaroz L'avatar di Kemper Boyd
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Quindi pure open è una fogna acchiappaclick?

  20. #60320
    Malmostoso L'avatar di Necronomicon
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    Re: Non è SARS, non è MERS, non è Influenza A - Coronavirus

    Almeno è un articolo lungo. Open fa gli articoli più corti che abbia mai visto

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