La letalità in Lombardia (che insieme a quella dell’Emilia Romagna altera tutto il quadro nazionale) è un irrealistico 13,1%, superiore persino a quella della temibile SARS. In Veneto, dove la strategia dei test è stata diversa, è del 3,5%. I veneti sono molto più giovani dei lombardi? Si muovono molto di meno? Hanno un clima così diverso? Hanno terapie rivoluzionarie sconosciute in Lombardia? In Lombardia per “trovare” un contagiato si fanno solo 2,5 tamponi (73.242 tamponi per 28.761 casi), in Veneto 11,2 (61.515 tamponi per 5.505 casi). Passiamo ai confronti internazionali, ho preso i numeri per gli altri stati da questo link che dopo alcuni controlli incrociati mi è parso affidabile, anche se il dato della Spagna mi lascia molto dubbioso. L’Italia ha fatto 275.468 test ottenendo 63.927 casi postivi per un rapporto di 4,3. La Gran Bretagna ha fatto 83.945 test e riporta 6.650 casi positivi con un rapporto di 12,6. La Danimarca ha fatto 15.387 test con 1.582 casi positivi con un rapporto di 9,7. Andando avanti con lo stesso criterio e tenendo conto che per alcuni stati il dato è vecchio di qualche giorno, abbiamo il Belgio con un rapporto di 12,3; la Francia di 6; la Norvegia di 25,8; la Polonia di 31; il Portogallo di 6,6; la Svizzera di 7,1 e così via. La Corea del Sud, che va menzionata perché a questo stato molti si riferiscono come a un vero e proprio modello, ha eseguito 348.582 test ed ha 9.037 casi positivi con un rapporto di ben 38,6. Se qualcuno pensasse che essendo molti paesi più indietro di noi nello sviluppo dell’epidemia con il tempo potrebbero variare le strategie dei test (per impossibilità pratica di eseguirli), potrebbe avere qualche ragione, staremo a vedere, ma in ogni caso l’epidemia è ormai abbastanza avanti anche in Europa.
Ieri Marco Cattaneo, direttore di Le Scienze, ha pubblicato un link a uno studio preliminare del Centre for the Mathematical Modelling of Infectious Diseases alla London School of Hygiene & Tropical Medicine. Secondo questo studio in Corea del Sud tramite i test avrebbero individuato l’88% dei casi positivi reali, in Germania il 75%, in Danimarca il 56% e in Italia solo il 5%. Questo dato significherebbe che i contagiati italiani reali sarebbero 20 volte tanto quelli ufficiali, cioè circa 1.200.000. Ecco il segreto di Pulcinella: l’Italia ha un numero di contagiati enormemente sottostimato. Questi casi sono concentrati in Lombardia e in Emilia Romagna, dove i test sono pochi e la letalità molto alta. Ora che sempre più persone con competenze indiscutibili (es. il prof. Giovanni Galli dell’ospedale Sacco di Milano) cominciano a dire apertamente una realtà che appariva palese da molti giorni, possiamo affermarla senza remore. La cosa mi era parsa di una chiarezza cristallina man mano che i numeri lombardi dimostravano una letalità crescente e un rapporto test/contagiati che si riduceva di giorno in giorno. Proprio il giorno della puntata di Dimartedì di cui abbiamo parlato, si registrava un aumento di contagi in Lombardia di 1.571 casi a fronte di soli 2.884 nuovi tamponi. Si può solo immaginare quale potrebbe essere il rapporto nelle zone più colpite: qualcosa di molto vicino a 1.