ESTERI
Coronavirus, i medici iraniani: "Dalla Cina informazioni non accurate"
Il portavoce del ministero della Salute iraniano ha messo in dubbio le informazioni condivise da Pechino nelle prime settimane della diffusione del virus
di GABRIELLA COLARUSSO
07 Aprile 2020
1' di lettura
La pandemia di coronavirus ha aperto un piccolo caso diplomatico tra Iran e Cina, due Paesi alleati e legati da importanti rapporti economici. Domenica il portavoce del ministero della Salute iraniano, Kianoush Jahanpour, durante una conferenza stampa e poi sul suo profilo Twitter ha messo in dubbio le informazioni condivise da Pechino nelle prime settimane della diffusione del virus: le statistiche ufficiali cinesi sono uno “una beffa amara”, ha detto, e all’inizio hanno spinto la comunità internazionale a considerare il coronavirus poco più che un'influenza con un basso tasso di mortalità. “Se in Cina dicono che un'epidemia è stata contenuta in due mesi, bisogna pensarci due volte”.
La mappa aggiornata
Le osservazioni di Jahanpour hanno fatto molto scalpore nell’opinione pubblica iraniana. La Cina è un importante partner economico dell’Iran, primo acquirente del petrolio iraniano e un fornitore essenziale per l’economia del Paese stretta dalle sanzioni, è la prima volta che critiche così esplicite alla gestione dell'epidemia da parte di Pechino arrivano da un alto funzionario del governo. Ma Jahanpour è anche un medico, e agli attacchi che gli sono arrivati via social media ha risposto che "le questioni scientifiche non possono e non devono essere mescolate con la politica”.
In base “alle informazioni epidemiologiche e alle relazioni fornite dai ricercatori cinesi, tutti i centri accademici nel mondo hanno considerato il nuovo coronavirus meno pericoloso dell'influenza di tipo A”, ha spiegato. “I risultati di oggi dimostrano che questo è sbagliato. E ci fidiamo di più delle nostre scoperte”. Parole che hanno scatenato la reazione piccata dell’ambasciatore cinese in Iran, Chang Hua: “Suggerisco di seguire le conferenze stampa quotidiane del ministro della Salute cinese prima di trarre conclusioni”.
Sulla questione è intervenuto anche il portavoce del ministro degli esteri iraniano, Seyyed Abbas Mousavi, che ha ringraziato la Cina per tutto l’aiuto fornito all’Iran nella lotta contro la pandemia, un intervento che ha spinto anche Jahanpour a rivedere in parte le sue dichiarazioni ribadendo la sua gratitudine ai cinesi per l’aiuto e la solidarietà. Ma lunedì un altro medico molto stimato in Iran ha criticato direttamente la Cina: la dottoressa Minoo Mohraz, membro del comitato iraniano anti-Covid19, in un’intervista all’Iranian Labour News Agency, (Ilna), ha detto che “il comportamento del virus dopo che si è diffuso in tutto il mondo ha dimostrato che non è come quello riportato dalla Cina”. E questo può essere successo per due motivi: “O il virus è mutato e si è rafforzato” o le informazioni non erano esatte. “Scientificamente, quello che so è che le loro statistiche e relazioni non erano molto accurate”.