L'altra sera ho guardato un po' i numeri su cui si è basato il dibattito contro Astrazeneca nei giovani, il divieto di sottoporsi al protocollo omologo autorizzato (in altri Paesi è consentito, non obbligatorio, fare la seconda dose con vaccino a mRNA), i dubbi sulla vaccinazione dei ragazzi "che non si ammalano mai" e non riportano conseguenze dell'infezione, che è come un'influenza.
Allora, questi sono i numeri che ho raccolto. Non sono direttamente confrontabili per una lunghissima serie di ragioni, ma ve li sottopongo così, per smentire qualche luogo comune, per avere qualche stralcio della realtà, che la narrazione mediatica spesso nasconde.
Le segnalazioni all'AIFA di sindromi da trombosi/trombocitopenia dopo vaccino di AZ erano in Italia, a fine aprile, 34: 22 donne (età media 48 anni) e 12 uomini (età media 52 anni).
Come ormai spero sia chiaro, le segnalazioni non sono eventi confermati, ma, appunto, segnalazioni, fatte all'AIFA da medici o pazienti, molti sull'onda dell'allarme mediatico di marzo, di cui bisogna poi bisognava accertare il reale legame con il vaccino. Non so alla fine quanti saranno, ma sicuramente non più di questi, cioè 34. Non so nemmeno quanti ne siano deceduti, ma la letalità si stima intorno al 30%.
Diciamo al massimo (ma l'approssimazione per eccesso è forte) una decina di possibili vittime sospette, non confermate, in 3 mesi, su circa 4 milioni di persone vaccinate nel frattempo. L'età non è nota, ma se la media è quella scritta sopra, evidentemente non erano tutti ragazzini, né lo squilibrio tra uomini e donne poteva giustificare un approccio di medicina di genere.
Poi ho recuperato il documento dell'Istituto superiore di sanità con le caratteristiche delle persone morte di covid dall'inizio della pandemia ad aprile 2021. Come si è detto e ripetuto, l'età media era alta, e il grafico (lo vedete sotto) lo mostra bene. Peccato che per poter rappresentare i numeri enormi di anziani deceduti per covid, le colonne dei giovani, per confronto sono appiattite tanto da sembrare a zero.
Sono quindi andata a vedere i numeri assoluti delle vittime di covid in Italia tra i minori di 60 anni, quelli per cui si ritiene che i benefici del vaccino non superino i rischi della malattia (lo so che ci si riferisce alla bassa circolazione del virus, ma con la variante delta non ci vuole tanto, con tanti non vaccinati, a tornare indietro)
F M TOT
dai 10 ai 19 anni 6 8 14
dai 20 ai 29 22 37 59
dai 30 ai 39 78 135 213
dai 40 ai 49 305 711 1016
dai 50 ai 59 119 2900 4019
totale 2649 3791 5321
Tra i minori di 60 anni, quindi, Covid ha fatto in Italia, dall'inizio della pandemia più di 5.000 vittime, un numero che fino a due anni fa ci avrebbe fatto rabbrividire. Ha ucciso 14 adolescenti, quasi 60 ventenni, più di 200 trentenni, un migliaio di quarantenni.
Se non fossero state messe in atto le tanto odiate chiusure e misure di distanziamento, inevitabilmente se ne sarebbero infettati di più, e molti di più avrebbero perso la vita.
Se non li vacciniamo, e il virus ricomincia a circolare, potremmo averne altri, molti altri.
Poi ci sono quelli, e sono la maggioranza, che davvero l'hanno fatta come un'influenza. E qualcuno (non pochi) che, pur senza forme gravi, a distanza di mesi hanno ancora una stanchezza invalidante, ansia, depressione o difficoltà di respiro.
Infine, le banalità. Mi ha scritto oggi una cara amica dei miei figli, sui 25 anni, in perfetta salute: ha fatto covid nella prima ondata e, a distanza di un anno, non ha altri disturbi, se non che non riesce a mangiare una lunga serie di alimenti perché l'alterazione del gusto è tale da renderle disgustosi anche i piatti che ama di più. Per carità. E' viva, vegeta, lavora, non ha altri problemi. Ma l'idea che questo disturbo possa toglierle per tutta la vita il piacere del cibo giustamente l'angoscia.
Che cosa voglio dire? Solo che nelle situazioni complesse difficilmente i piatti della bilancia su cui soppesare pro e contro delle cose sono solo due. Ma soprattutto mi interessa smentire con i numeri il luogo comune per cui per i giovani Covid sia sempre una passeggiata, "di covid non si muore" e così via.
Solo dati, nessuna interpretazione