Ma è davvero il titolo della notizia, "variante dell'orrore"!!!
Ma è davvero il titolo della notizia, "variante dell'orrore"!!!
Superati i 5.200.000 vittime ufficiali nel mondo:
• 1.397.000 in Europa
• 1.207.000 in Asia
• 1.189.000 in Nord e Centro America
• 1.180.000 in Sudamerica
• 223.000 in Africa
• 4184 in Oceania.
Superate altresì le 270.000 vittime ufficiali in Russia (quelle reali sono almeno 940.000), le 20.000 in Egitto (quelle reali sono dieci volte tante), le cinquemila in Bielorussia (anche qui, quelle reali sono il decuplo) e le duemila a Trinidad e Tobago. Ieri 497 morti in Polonia, il massimo dal 6 maggio.
qui fanno solo moderna
domanda:
leggo che per la terza dose, la quantità di pfizer è la solita, mentre moderna ne viene inoculata la metà
ma è altrettanto efficace per chi ha fatto il doppio pfizer? O la metà è solo per chi ha fatto la doppia moderna?
hai fatto un sondaggio in tutti i reparti? cmq è abbastanza prevedibile eh. Per la tua fascia di età il rischio di base è già molto basso, è abbastanza prevedibile che quei pochi che ci finiscono siano tutti non vaccinati.
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Ultima modifica di MrVermont; 26-11-21 alle 09:03
Fanno metà dose per guadagnare il doppio e fare arrabbiare cek
Cos'ha fatto ieri il tg1 che vedo su twitter i novax triggerati come delle femministe davanti a un barattolo chiuso?
Immagino ciò spieghi come mai nel confinante Sudafrica i contagi, dopo essere progressivamente scesi ai minimi storici (250 al giorno, mai così pochi dall'aprile 2020), negli ultimi dieci giorni sono quintuplicati. Anche i decessi, dopo essere calati ad una media di una decina al giorno, sono nuovamente balzati sopra i cento, ieri per la prima volta da due mesi e mezzo.
Viceversa nel Botswana vero e proprio non si nota ad ora nessuna risalita dei casi. Ho come l'impressione che i sudafricani si vergognino di annunciare che un'altra ubervariante è nata da loro, dato che è almeno la seconda che ci regalano
Una dose intera di Moderna sono 100 microgrammi di mrna, una di Pfizer 30, quindi anche con mezza dose di Moderna comunque il dosaggio è superiore.
Immagino che non funzioni come per la tachipirina da 500 e quella da 1000, però il motivo per cui hanno dimezzato Moderna per la terza dose è questo, sostanzialmente.
L'efficacia del vaccino Pfizer cala dopo 3 mesi
Rischio infezione triplicato dopo 5 mesi
INFETTIVOLOGIA | REDAZIONE DOTTNET | 25/11/2021 10:32
La protezione diminuisce nel tempo e il rischio di infezione da SARS-CoV-2 è aumentato progressivamente rispetto alla protezione fornita durante i primi 90 giorni
Israele è stato tra i primi paesi ad avviare una campagna di vaccinazione su larga scala il 20 dicembre 2020. Gran parte della popolazione è stata rapidamente immunizzata, in parte a causa dei servizi sanitari centralizzati e della decisione di utilizzare un solo vaccino, ottenendo un controllo precoce sulla diffusione del virus. Fino al 26 luglio 2021, oltre 5,2 milioni di israeliani sono stati completamente vaccinati con due dosi del vaccino Pfizer-BioNTech. Dal giugno 2021, tuttavia, è stata osservata un aumento di ammalati da SARS-CoV-2, che potrebbe essere almeno in parte causato dalla diminuzione dei livelli di anticorpi anti-SARS-CoV-2 nelle persone vaccinate
Una ricerca appena pubblicata sul British Medical Journal condotta su 80 mila persone conferma questa tendenza. Cioè il vaccino Pfizer fornisce un’eccellente protezione nelle prime settimane dopo la vaccinazione, ma il rischio di contagio per i vaccinati in tutte le classi di età comincia ad aumentare a 90 giorni dalla seconda dose e cresce sempre di più man mano che trascorre il tempo. Il principale studio iniziale che ha portato all'autorizzazione all'uso di emergenza della Food and Drug Administration degli Stati Uniti per il vaccino BNT162b2 ha fornito dati di sicurezza ed efficacia per un tempo mediano di oltre due ma meno di tre mesi, bilanciando comprensibilmente gli obiettivi di iniziare le vaccinazioni di massa e avere dati sul corso temporale. Lo studio della Fda ha inoltre dimostrato che due iniezioni, a distanza di 21 giorni l'una, fornivano più protezione di una e che la risposta immunitaria ai vaccini era influenzata da cambiamenti del sistema immunitario legati all'età. L'attuazione di una terza iniezione in individui immunocompromessi e individui anziani è stata adottata da diverse autorità sanitarie, tra cui l'Italia.
La ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica britannica è stata condotta dai ricercatori dei Leumit Health Services e si basa sull’esame delle cartelle cliniche elettroniche di 83.057 adulti (età media 44 anni) che tra maggio e settembre sono stati sottoposti a tampone molecolare almeno tre settimane dopo la seconda dose di vaccino e che in precedenza non avevano mai manifestato segni dell’infezione da SarsCoV2. Sono stati esclusi coloro che avevano contratto il Covid prima dello studio e chi aveva già fatto la terza dose di vaccino.
Dall'analisi emerge che 7.973 partecipanti (il 9,6% del totale) è risultato positivo al tampone, quasi tutti con variante Delta. La ricerca dimostra che, dopo la seconda dose di vaccino, il tasso di positività cresce col passare del tempo, diventando preoccupante dopo sei mesi dall'ultima dose. Nel dettaglio è pari all'1,3% tra 21 e 89 giorni, 2,4% tra 90 e 119 giorni, 4,6% tra 120 e 149 giorni, 10,3% tra 150 e 179 giorni e 15,5% dopo 180 giorni. Rispetto ai primi 90 giorni dalla seconda dose di vaccino, il rischio di infezione è 2,37 volte più alto dopo 90-119 giorni, 2,66 volte più alto dopo 120-149 giorni e 2,82 volte più alto oltre i 150 giorni.
I ricercatori riconoscono che l’interpretazione dei dati è limitata dal disegno osservazionale dello studio e che non è possibile escludere l’influenza di altri fattori non considerati nell’analisi come il ceppo virale, il numero di familiari conviventi e la densità di popolazione. L’analisi è stata progettata per stimare l’effetto del tempo trascorso dalla vaccinazione sul rischio di contagio e non ha valutato la bravità di queste infezioni «rivoluzionarie» in termini di necessità di ricovero ospedaliero, ventilazione meccanica, mortalità.
In ogni caso lo studio è stato condotto su un numero ampio di persone che hanno ricevuto lo stesso vaccino, dunque i risultati sono abbastanza robusti per concludere che la protezione indotta dalle due dosi di vaccino di Pfizer-BioNTech cala nel tempo e il rischio di contagio aumenta progressivamente dopo i primi tre mesi. I risultati suggeriscono che potrebbe essere giustificata la considerazione di una terza dose di vaccino in tempi ravvicinati.
Magari dipende anche dall'ottimo 23% di popolazione vaccinata (in buona parte con J&J)...
Magari sarà la variante che ci sterminerà tutti, ed è giusto che chi di dovere prenda tutte le precauzione del caso, ma mi sembra che al momento se ne sappia poco o niente.
Ovviamente i media ci si sono buttati a capofitto...
Nel giro di tre giorni siam passati dal nulla a riuniono straordinarie di oms ed ecdc, vari paesi che bloccano i voli... La reazione dei media mi pare anche pacata
Natale con i tuoi, Pasqua con chi puoi.