“Non pensavo che in un anno riuscivo a comprarmi casa. Fino a ieri piangevo per pagare cento euro”. Luchetti gettava via decine di dosi di vaccino per far ottenere i green pass ad altrettanti “no vax” con finte iniezioni. Aveva creato quel sistema grazie a un noto avvocato del foro anconetano, a un imprenditore edile, a un ristoratore e a una barista, tutti messi dal gip agli arresti domiciliari.
Al telefono, dopo un dicembre redditizio, diceva intercettato: “Se va avanti così la compro già a fine anno (la casa, ndr). Tanto ‘sto periodo qua io campo anche de quelle che ho fatto nei mesi passati, del Covid che prendevo, guadagnavo parecchio. Oltre ai soldi dell’avvocato me devono arrivà i soldi dei tamponi e dei vaccini”.
Le tariffe? “Una coppia inviata da un ingegnere di Fabriano per tramite dell’avvocato: per loro 500 euro a testa (..) Questa è gente col soldo, gente che paga che non fa il micragnoso. Se dobbiamo fare una cosa facciamola ad alto livello. Quando magni ridi”.
Luchetti aveva iniziato con tariffe da 50 euro per ogni vaccino finto, per poi arrivare a un massimo di 500. Ogni tanto non-vaccinava gratis, ma solo se erano amici. Nelle decine di pagine di intercettazioni non mancano racconti di prestazioni sessuali in cambio della finta dose.