Topic serio vista la giornata e gli argomenti trattati.
I campi di sterminio servirono praticamente solo per l'occidente, diciamo l'Europa in generale. Ad est, dai confini Urss in poi, lo sterminio di ebrei e "indesiderati" avvenne praticamente solo per fosse comuni. Le einsatzgruppen e tanti civili (più o meno compiacenti) radunavano quei poveracci, li portavano in boschi e luoghi appartati a gruppi, talvolta li facevano spogliare o scavare la fossa e poi li uccidevano facendo si che i loro cadaveri cadessero su quelli degli sventurati del turno precedente (bellissimo a tal proposito il documentario su Netflix).
Diciamo che i deportati ignoravano la propria fine, o perlomeno si aggrappavano a qualche flebile speranza, ma giunti alle fosse, probabilmente già nel momento in cui veniva loro ordinato di spogliarsi ne erano al corrente. Guardando foto e filmati di tali operazioni (spaventosi ma storicamente interessanti), guardando i volti di quei poveri disgraziati che stavano per venir giustiziati, mi sono sempre chiesto che cosa spingesse loro, non dico tanto a ribellarsi (avrebbero al più ucciso un paio di guardie, aggiungendo morte su morte e nulla più, prima d'esser comunque uccisi) ma quantomeno a sputar loro in faccia, riprendersi la loro dignità d'uomo in quei momenti loro toltagli.
Mi sono sempre chiesto come avrei reagito io in quei momenti. La paura mi avrebbe paralizzato? Mi sarei semplicemente rassegnato? Avrei sperato fino all'ultimo nell'infinitesima probabilità d'aver salva la vita? Paradossalmente quei poveri disgraziati erano in quei momenti finalmente liberi. Se togli ad un uomo ogni speranza lo rendi definitivamente libero. Forse erano più liberi dei prigionieri ad Auschwitz e degli altri campi di sterminio, dove veniva concessa loro ancora una piccolissima speranza di vita, e paradossalmente questo inganno fu uno dei peggiori crimini imputabile ai nazisti