che comune di stronzi
Mi rendo disponibile ad essere insultato ai sensi dell'art. 1 del 29/3/2016 legge Salgari
"L'alligatore" serie TV Rai
su padova oggi c'è il calendario di tutti i divieti di sosta.
Vivere in una ZTL dev'essere uno speciale girone infernale.
Pensavo ti avessero ciulato la macchina
1 stellina
Fai cattiva pubblicità al Comune attraverso il film, Biocane
POI, diventa l'avvocato della compagnia di produzione e trova un cavillo per rompere i coglioni al Comune facendogli rimborsare alla compagnia quanto hanno ricevuto per i permessi
Del tipo "avevate chiesto tot per darci la possibilità di girare MA abbiamo dovuto attendere la rimozione di un veicolo indebitamente parcheggiato, chiediamo mille euro di rimborso"
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Ci lamentiamo sempre che fanno film solo a Roma, per una volta che lo ambientano nella culla culturale del nord est poi frigniamo
L’Alligatore è un ex cantante di Blues, che finisce in prigione ingiustamente. Condannato a 7 anni di prigione, vive sulla sua pelle tutta la drammaticità del carcere. Un uomo solo a contatto con una realtà che non conosce e che subisce e da cui ne esce, inevitabilmente traumatizzato. Un’indole schiva, appesantita dall’esperienza vissuta in carcere, gli rimane addosso la fragilità degli ex detenuti e l’ossessione della giustizia.
Nel carcere, si lega ad un malavitoso milanese Beniamino Rossini, con il quale stringe una bella amicizia malgrado le differenze culturali e di temperamento.
Ma chi è in realtà L’alligatore?
In breve, l’ex detenuto diventa uno strano “investigatore privato” che si muove in ambienti poco chiari e al limite della legalità al fine di scoprire intrecci malavitosi in una società di provincia bigotta che insabbia la verità pur di mantenere una facciata di rispettabilità.
Insomma, un detective fuori dagli schemi convenzionali che grazie alla sua indole inquieta e ad un intuito infallibile riesce a venire a capo delle situazioni più complicate.
I due, (L’Alligatore e Beniamino Rossini) intuiscono presto che dietro agli omicidi di due povere donne, non c’è il tossico che è stato incolpato, ma che sono maturati in ambienti corrotti della gente cosiddetta perbene.
Il personaggio dell’Alligatore apre le porte in Italia ad un nuovo tipo di giallo, vicinissimo al noir americano dove negli ambienti più impensati che si muovono nel torbido, nell’extra-legalità, nella latitanza si nascondono le verità più sincere. La regia è affidata a Daniele Vicari ed Emanuele Scaringi.