Massimo una Fiesta del 97
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si vola altissimo vedo
sentito la zanzara sotto la doccia. confermo lammerda con quei che saltellano sulle posizioni che zioccaro al bar centrale se non ci fosse iol corona vabbèvaffanculo
però ho sentito lo zio della ragazza che ha detto l'unica roba da dire: non parla manco più come parlava. lavaggio cervello, persona diversa. alla domanda di minchia del giornalista "ma se vuol tornare in africa??", "le brucio il passaporto". secco, con accento che secondo me è zona lambrate. :asd:
laggente non è pronta ad avere a che fare con 'ste robe, gli articoli sulle ondate tra hater e mica hater e i social e i commenti che se ero coinvolto mi mettevo a cercare gli stronzi uno ad uno sotto casa, meglio se le vedono in tivì o al cinema ebbasta
https://urbanpost.it/silvia-romano-n...-parla-lo-zio/
non l'avrei MAI detto, guarda...
avessero sequestrato gli hater, sarebbero tornati vestiti da odalisca :asd:
magari gliel'avrò anche puntato una sera al fabrique
vabbè c'è anche da dire che l'esperienza internazionale dell'italiano medio, tolto il vucumprà negretto e il cinese, è l'egiziano che ti vuole vendere gingilli sovraprezzati fuori dal villaggio vacanze a sharm :asd:
La colpa maggiore risiede comunque nella struttura, a parte andare nell'area più musulmana del Kenya, non esiste che non ci siano guardie armate.
Io conosco una suora in Kenya che gestisce una scuola a ovest di Nairobi (ore di strade di merda) e pure lei va in giro col fucile :asd:
Una delle persone più dure che abbia mai incontrato, che già 20 anni fa spiegò come non ci si potesse fidare di nessuno, nemmeno delle varie organizzazioni umanitarie che operavano lì. Anche le offerte in natura, scatolame vario etc diceva fosse inutile donare perché poi comparivano nei negozi di Nairobi invece che arrivare a destinazione.
Ovviamente in venti anni molto è cambiato.
Comunque anche prima dei terrorismo non si andava nei posti verso la Somalia, nemmeno per sbaglio
Sì ma rendiamoci conto che non solo questo tipo di volontariato serve a ben poco ma che è spesso ritenuto dannoso dagli stessi africani che l'hanno ribattezzato "white savior complex".
Onestamente non me la sento proprio di incoraggiare ste pratiche per quanto nobile possa essere l'intento dietro.
Già che ci sei cercati Barbie Savior su Instagram:asd:
Citazione:
«Silvia Romano sola, mandata allo sbaraglio» I genitori vogliono indagini sulla ong
Africa Milele si difende: «Non abbiamo mandato; «Silvia non è stata mandata da sola a Chakama. È partita con due volontari e sarebbe dovuta rientrare con loro»
«Mi hanno mandata allo sbaraglio». Il sorriso di Silvia Romano nasconde anche qualche dente aguzzo. E forse i 535 giorni di prigionia hanno cancellato un po’ d’ingenuità: domenica pomeriggio, interrogata dai magistrati, la ragazza milanese ha detto chiaro e tondo d’essersi sentita in un avamposto solitario, il giorno in cui fu rapita. E che a Chakama, nella scuoletta della savana, forse non era il caso di trovarsi in quelle condizioni. L’unica bianca. Senza scorta, senza collaboratori. Abbandonata lì, con la sua straordinaria inesperienza. Il racconto di Silvia ha fatto infuriare i genitori: la famiglia Romano aveva già rotto i rapporti con l’onlus Africa Milele di Fano, e con la responsabile Lilian Sora che aveva ingaggiato la loro figlia, ma ora domanda che si faccia qualcosa di più. Non c’è ancora una delega formale ai Ros dei Carabinieri, ma la Procura di Roma intende riprendere in mano il dossier della Farnesina e i controlli che l’Unità di crisi aveva intrapreso dopo il rapimento su quell’attività di volontariato messa in piedi a decine di chilometri da Malindi. I contratti d’assicurazione, le registrazioni in ambasciata, le certificazioni delle autorità keniote: i Romano vogliono sapere se si sia fatto davvero tutto, per evitare che Silvia venisse sequestrata.
Africa Milele significa Africa per sempre. Ma dal 20 novembre 2018, l’Africa della minuscola onlus è senza futuro. «Questa vicenda per noi ha voluto dire molto», spiega Lilian Sora, una marchigiana di buona volontà che nel 2009 era andata in Kenya in viaggio di nozze ed era rimasta colpita dalla povertà, decidendo di fondare la sua onlus: «I nostri beneficiari ne hanno risentito e, a gennaio, abbiamo dovuto lasciare a casa i bambini che sostenevano la scuola. I fondi non bastavano più». Il giorno della liberazione di Silvia, Lilian ha fatto capire quanto fosse scossa: «Alla vigilia del rapimento ero stata svegliata da un brutto sogno, quasi una premonizione. Sabato, il mio sogno è stato bellissimo…». Le polemiche di questi mesi l’hanno travolta: s’è detto di tutto su di lei e sulla sua vita sentimentale, su quella strana scelta di piazzarsi a Chakama dove operava già un’altra onlus, sulle valigie piene di medicinali e di latte in polvere che affidava ai suoi volontari – anche a Silvia – perché portassero in Kenya aiuti low cost…
Tanti veleni, nella comunità italiana di Malindi che sapeva poco di Africa Milele, eppure sparlava molto della sua attività. Lilian non ha mai risposto e anzi, rivela, «nel tempo in cui Silvia è stata rapita, non ho mai smesso d’indagare». Una certezza: «Era controllata». La donna racconta un dettaglio già noto, ma che a suo parere riveste grande importanza: «Sospetto che alcuni componenti del commando abbiano dormito vicino alla nostra casa, prima del rapimento» (chi scrive, l’aveva già verificato sul posto: la Chakama Guest House è una baracca di lamiera a trenta passi dalla scuola dove viveva Silvia, le camere portano i nomi dei Paesi africani, e i sei banditi avevano alloggiato nella stanza «Togo»). «Silvia non è stata mandata da sola a Chakama — si difende Lilian —. È partita con due volontari e ad aspettarli c’era il mio compagno con un altro addetto alla sicurezza, entrambi masai». Gli uomini «dovevano rientrare a Malindi il 19 novembre e Silvia doveva andare con loro», ma ci fu un intoppo, la ragazza rimase sola a Chakama e il 20 fu sequestrata: «Qualcuno la spiava», è convinta Lilian, e sapeva quando entrare in azione. Dall’appartamento del Casoretto, Silvia non ha chiamato nessuno a Fano. «Aspetto di poterle dire quanto sono felice», manda un messaggio Lilian: è probabile che aspetti e speri per un bel po’.
E' partito lo scambio di accuse.
Ne sentiremo delle belle