infatti non è sbagliato, Ceccazzo hai toppato nel correggere, fail + ban
dall'accademia della Crusca
Cara Lettrice, i nostri scrittori, dal Dugento al Novecento, non hanno mai usato il congiuntivo in dipendenza da sono certo/convinto/sicuro che (non preceduto da negazione), e questo perché tali espressioni esprimono certezza — sebbene quella, soggettiva, del parlante —, che viene espressa dall'indicativo:
«“Io sono certo” esclamò “sono certo che in tale aspetto ella apparve a Paolo mentre colui cercava dentro di sé l'imagine della Regina trionfale.”» (D'Annunzio, Il fuoco)
«Sono convinto che non c'è altra realtà fuori delle illusioni che il sentimento crea.» (Pirandello, Candelora)