Porta socchiusa?
La prima ipotesi, quella più rassicurante guardando il pallottoliere, è il rientro di Italia viva in maggioranza. Ma è anche l’ipotesi più improbabile: riaprire a Renzi, dopo l’attacco sferzato a Conte al Senato, comporterebbe un crollo di autorevolezza del premier. E il come giustificare un simile passo indietro agli italiani sarebbe solo l’ultimo dei suoi problemi: prima di tutto, un ritorno in maggioranza di Renzi, causerebbe una spaccatura all’interno del Movimento 5 stelle, con almeno 10 senatori dibattistiani ad aver posto il veto sul senatore di Scandicci.
La strada al Quirinale è sempre in salita
La seconda possibilità per Conte è quella di salire al Colle. Un primo incontro, telefonico o vis-à-vis con Sergio Mattarella, potrebbe esserci già oggi, mercoledì 20 gennaio. Ma il premier dovrà attraversare la vera sliding door al Quirinale quando deciderà di andarvi per prendere atto, con il presidente della Repubblica, che la maggioranza, di fatto, non esiste più visto che la sussistenza al Senato dipende dall’astensione di Italia viva. Più probabile che Conte, in un primo momento, chieda a Mattarella dei giorni per cercare di allargare la maggioranza. Almeno un paio dovrà concederne per far votare lo scostamento di bilancio e per il decreto ristori cinque.
Prendere tempo, prendere senatori
Il terzo scenario è quello di guadagnare tempo per vedere se la caccia ai “volonterosi” avrà una resa migliore nei prossimi giorni. C’è un ministero delll’Agricoltura da assegnare e un posto da sottosegretario agli Esteri, più il ministero senza portafoglio per le Pari opportunità. Con spacchettamenti di alcuni dicasteri, nomine a viceministro e altri incarichi governativi, i posti per allettare gli indecisi sono più di quanto si immagini. È probabile che Conte tenda a rimandare gli altri due scenari, auspicando nel convincimento di senatori come Eugenio Comincini di Italia viva che, dopo l’astensione in Senato, ha chiarito che lui non passerebbe mai all’opposizione. Ma il tempo stringe: la prossima settimana, al Senato, Renzi ha già annunciato che il suo gruppo voterà contro la relazione del ministro Bonafede. Una sconfitta in aula a una settimana dalla fiducia sarebbe difficile da raccontare.
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