La sera del 10 aprile 1991 questo traghetto della Navarma (odierna Moby Lines), appena partito da Livorno per Olbia con a bordo 141 persone tra passeggeri (76, nave quasi vuota per via della bassa stagione: poteva portarne quasi 1500) ed equipaggio (65, al comando del capitano Ugo Chessa), speronava, in circostanze mai del tutto chiarite, la petroliera Agip Abruzzo all'ancora nella rada di Livorno, in una zona dove forse non si sarebbe dovuta trovare (uno dei tantissimi punti oscuri di questa storia). Dalla cisterna squarciata centinaia di tonnellate di greggio (da cento a trecento, secondo le stime) si riversavano sul traghetto, prendendo rapidamente fuoco; i mayday lanciati dal Moby, a differenza di quelli dell'Agip Abruzzo, non venivano ricevuti a terra e mentre tutti i soccorsi si dirigevano verso la petroliera (il cui comandante affermava via radio di essere stato speronato da una "bettolina", imbarcazione enormemente più piccola di un traghetto come il Moby Prince), nessuno cercava il traghetto che intanto andava alla deriva in fiamme a poche miglia dalla costa. La maggior parte dei passeggeri si rifugiava nel salone centrale, munito di porte tagliafuoco, ma il mancato arrivo dei soccorsi trasformava tale locale da rifugio temporaneo in trappola senza via d'uscita. Un solo sopravvissuto, il mozzo Alessio Bertrand, salvato non dalla Guardia Costiera ma da una barchetta di ormeggiatori privati giunta sul posto quasi per caso; 140 le vittime del più grande disastro della marineria italiana dal secondo dopoguerra. Mai sedata la polemica su quanto tempo fossero sopravvissuti a bordo del traghetto (non solo nel salone centrale, ma anche in sala macchine, dove si erano rifugiati un passeggero ed alcuni membri dell'equipaggio e dove le fiamme non giunsero mai; per non parlare del mistero di un uomo che in un filmato da elicottero del mattino successivo appariva accasciato, ma intatto, sul ponte completamente bruciato ed a pochi metri da altri cadaveri che invece erano del tutto carbonizzati) e sulla possibilità di salvare altre persone se almeno i soccorsi ci avessero provato (nessuno fece il minimo tentativo di scendere sottocoperta fino a dopo che la nave fu rimorchiata in porto l'indomani, solo un marinaio di un rimorchiatore salì sul ponte di poppa per il tempo necessario ad assicurare il cavo di rimorchio e poi fu subito richiamato).
Siccome m'interesso di storia navale ho voluto ricordare questo disastro e, se qualcuno ha curiosità e tempo da perdere, segnalo questi documenti che possono risultare interessanti:
http://www.senato.it/Leg17/4593?resoconto_anno=2017
http://www.senato.it/Leg17/4593?resoconto_anno=2016
http://www.senato.it/Leg17/4593?resoconto_anno=2015