Questa sera volevo tornare brevemente a parlare di Tim.
Non tanto della vicenda o delle conseguenze di quanto sta succedendo, ma sull'interpretazione che la stampa italiana, ma direi l’intellighenzia del paese, ha dato e sta dando dei movimenti del titolo in borsa.
Questa analisi critica ritengo sia importante, non solo perchè in tale modo si riesce a chiarire i meccanismi principali di funzionamento di un mercato, ma anche perchè getta luce su uno dei tanti problemi dell'intellighenzia italiana, ovvero la mala-interpretazione delle regole di funzionamento di un mercato.
Tutto è iniziato con l'apertura delle contrattazioni il giorno successivo all'Opa di KKR.
Come sappiamo il titolo ha strappato al rialzo chiudendo con un aumento del 30% rispetto alla chiusura precedente e la notizia data dai giornali è diventata più o meno questa: rally di Tim, azione sugli scudi, il titolo in borsa festeggia e quindi il mercato approva l'operazione.
Ma le cose stanno veramente così?
Non proprio.
Quello che almeno per ora abbiamo visto è stato semplicemente l'adeguamento del prezzo di mercato al valore del prezzo dell'Opa, all'interno di un mercato efficiente.
Se vogliamo quindi, un puro movimento tecnico.
Tutto qui.
Spieghiamo velocemente.
KKR ha lanciato un Opa totalitaria,
https://it.wikipedia.org/wiki/Offert...ca_di_acquisto
Ora, una Opa è una offerta pubblica d'acquisto, ovvero KKR ha detto al mercato ne più ne meno che questo: se ci vendete le vostre azioni TIM, noi le compriamo ad un prezzo fissato in 0,505 euro per azione e senza limiti di quantità.
Quindi, dato che un soggetto compra e vende azioni in borsa con lo scopo di guadagnare, e dato che il valore precedente di TIM al lancio dell'Opa era di 0,35 euro per azione, quindi inferiore, ecco, dato tutto questo, il valore del titolo non poteva che adeguarsi al valore indicato da KKR come prezzo dell'Opa, ovvero i 0,505 euro visti sopra.
E infatti il mercato ha fatto esattamente questo: ha semplicemente adeguato il prezzo di mercato al valore dell'Opa.
Ovviamente al netto di tasse e commissioni.
Quindi non c’è nessun rally o speculazione o giudizio di valore, ma la semplice dinamica conseguente ad una Opa.
Ma cosa centra in questo discorso il fatto che il mercato debba essere efficiente?
Questa in realtà è la variabile chiave di tutto il discorso e per capirlo bisogna immaginare che tale movimento di adeguamento del prezzo non si sia verificato, ovviamente a parità di informazioni liberamente disponibili (1).
In questo caso ipotetico noi avremmo da un lato un prezzo di mercato poniamo fermo ai 0,35 euro della chiusura precedente, dall’altro avremmo l’Opa fissata a 0,505 euro.
Ma se abbiamo un prezzo che non si adegua al prezzo dell’Opa, noi ci troveremmo in una situazione dove chiunque acquistasse il titolo in borsa a 0,35 euro, avrebbe la certezza di poterlo rivenderle entro breve tempo a 0,505, guadagnando così all’incirca il 40%.
L’acquisto del titolo in borsa quindi, diventerebbe una scommessa sicura.
Ma visto che chi compra una azione nel mercato lo fa per guadagnare, se gli investitori che seguissero tale regola vedessero questa discrepanza del valore del titolo, e quindi l’esistenza di una scommessa sicura, si getterebbero in massa ad acquistare il titolo in questione.
L’abbiamo detto: gli investitori vogliono guadagnare.
E se c’è la possibilità di fare un arbitraggio certo
https://www.treccani.it/enciclopedia/arbitraggio , perché aspettare?
Il fatto quindi che nel mercato ci sia una scommessa sicura, ma nessuno che ne approfitti, non avrebbe il minimo senso.
Vorrebbe dire che nel mercato esistono dei problemi.
Quindi il mancato ed ipotetico adeguamento del prezzo di mercato al prezzo dell’Opa, ribadiamo ovviamente date le informazioni liberamente disponibili, avrebbe creato una possibilità di arbitraggio non sfruttata dal mercato, rendendolo così inefficiente.
Ecco allora che la vicenda dell’Opa Tim ci permette anche di comprendere cos’è un mercato efficiente e uno inefficiente.
Mercato inefficiente che non è quello dove una azienda che magari non fa utili da trent’anni, fallisce, o dove i mercati non fanno quello che desidera la classe politica, ma è quello dove le nuove informazioni non vengono velocemente incorporate nei prezzi, lasciando così in vita opportunità di arbitraggio non sfruttate.
E come possiamo vedere qui, nel grafico ormai a 5 giorni
https://it.finance.yahoo.com/quote/TIT.MI?p=TIT.MI , l’incorporazione della notizia dell’Opa è avvenuta in gran parte istantaneamente, visto che all’apertura dei mercati il prezzo già era di 0,42 euro ad azione, indicando così che il mercato azionario italiano è tutto sommato efficiente in forma semi forte, qui
https://it.wikipedia.org/wiki/Efficienza_del_mercato...
Sia chiaro: questo non vuole dire che il prezzo sarà sempre coincidente con quello dell’Opa, almeno fino alla sua certezza definitiva.
Perché c’è da scontare come detto tasse e commissioni e perché soprattutto per società come Tim, c’è da valutare quanto e cosa farà e deciderà la classe politica.
Questa situazione crea nuove informazioni, che possono rendere più o meno sicura l’Opa, o addirittura cambiarla e conseguentemente il mercato istante per istante adeguerà il prezzo.
Ma il concetto fondamentale è chiaro: quello che abbiamo visto soprattutto lunedi sul titolo Tim, è in gran parte un movimento puramente tecnico di adeguamento del prezzo di mercato al prezzo dell’Opa.
Adeguamento che deve sempre esserci in un mercato efficiente.
(1) L’incorporazione di informazioni non liberamente disponibili è ciò che definisce un mercato efficiente in forma forte da uno efficiente in forma semi forte.
Ma ovviamente, la risposta sull’esistenza o meno di informazioni rilevanti ma non liberamente disponibili, la avremo solo a conclusione dell’operazione.