Attacchi su Facebook a Sgr per le bollette: condannate le ideatrici del gruppo “Ubriachi di gas”
Due donne condannate a tre mesi per diffamazione aggravata su Facebook contro l’azienda Sgr
Sono state condannate a tre mesi di reclusione le due donne che ricoprivano i ruoli di amministratrice e moderatrice del gruppo Facebook “Ubriachi di gas”, pagina social che tra il 2018 e il 2019 raccolse più di 10.000 iscritti, contestando gli importi delle bollette del gruppo Sgr, che aveva poi presentato denuncia, incaricando l’avvocato Moreno Maresi.
La Procura, ritenendo che i post pubblicati sul gruppo avessero superato il diritto di critica, ha chiesto condanna a 2 mesi per le imputate, difese dagli avvocati Paolo Righi e Giovanna Ollà e accusate di diffamazione aggravata e turbata libertà dell’industria e del commercio.
Il Tribunale di Rimini ha anche riconosciuto una provvisionale a Sgr di 75.000 euro, disponendo che i danni siano liquidati in sede civile.
“Esprimiamo soddisfazione per la conclusione della vicenda, che ha visto riconoscere le ragioni dell’azienda Sgr e dei suoi amministratori, che hanno subito una grave aggressione alla propria reputazione e attività economica”, dichiara l’avvocato Moreno Maresi.
Maresi cita il sequestro preventivo, disposto in sede cautelare dal gip del tribunale, della pagina Facebook, evidenziando come i commenti contenuti in essa, fossero “del tutto gratuiti e totalmente disancorati da una sia pur essenziale contenuto di analisi o da un sia pur minimo sforzo di riscostruire i fatti secondo verità (es. un confronto serio delle tariffe applicate dal gestore locale con quelle di altri operatori del settore), che invece anche l’esercizio del diritto di critica deve necessariamente presupporre“.
“Si chiude una vicenda che per lungo tempo ha coinvolto un’azienda che sul territorio, in questi quasi 70 anni di attività, ha fatto della trasparenza e della disponibilità al dialogo coi clienti la sua forza. L’azione che fu intrapresa contro il Gruppo Sgr superò abbondantemente i limiti della dialettica, pur critica”, scrivono i vertici di Sgr in una nota.
“Gli attacchi ricevuti tramite i social e la conseguente eco mediatica avevano superato ogni limite e dopo numerosi incontri pubblici decidemmo di difenderci in sede legale. La sentenza è un punto di arrivo, non abbiamo mai avuto dubbi che si trattasse di offese gratuite e senza fondamento. L’entità della condanna è una conseguenza che non vogliamo commentare, mentre confermiamo l’iniziale intenzione di devolvere le provvisionali disposte dal Giudice, quando saranno disponibili, a iniziative di solidarietà. Ringraziamo inoltre l’Avv. Moreno Maresi e il suo studio per l’assistenza”, chiosa la nota di Sgr.
Una delle due condannate commenta: “Una sentenza che ci ha lasciato attonite e sgomente”, in particolare per la condanna anche per il reato di turbativa della libertà dell’industria e del commercio: “Reato che si commette con azioni che rientrano nella categoria della fraudolenza e della violenza”.
Per le imputate la condanna è “pesantissima nonostante le numerose prove a nostra discolpa e nonostante la mancanza di prove della controparte”.
La sentenza, per le condannate, “è iniqua e punitiva” con l’aggiunta di una “punizione economica”. In merito alla richiesta di risarcimento danni, evidenzia, “è una richiesta a dir poco ingiustificata, perché formulata in totale mancanza di presentazione di documenti formali che ne attestino la necessità”.