allora, con un regime ordinario non lo farei mai da solo, ma con il forfettario mi pare uno spreco cacciare soldi per il commercialista (così come per l'apertura della partita IVA o i versamenti Enpam, che ho fatto in autonomia), unitamente al fatto che mi piace comprendere in fondo questi aspetti burocratici e arrivare da solo ovunque possa (in b4 "in carcere").
Alla fine per il forfettario devi fare una banale somma del fatturato, non c'è NULLA di detraibile e l'UNICA cosa deducibile sono le spese previdenziali obbligatorie (l'unico dubbio è se inserirle in quadro RP21 o LM35 ma ho capito che è corretta quest'ultima). Altri redditi da dichiarare nulla, sui titoli ho scelto apposta la sostituzione d'imposta per non avere cazzi.
Il modulo da utilizzare so perfettamente qual è (PF2023), per i versamenti c'è l'F24 con codici 1792 (saldo anno precedente) e 1790 (1° acconto dell' anno in corso), a cui dovrò aggiungere una sciocchezza di sanzione e interessi (rispettivamente codici 8944 e 1944).
Fin qui tutto bene, l'unica cosa che mi manda in pappa è questo:
Ora: io ho aperto P.IVA nel 2022, quindi nessun pagamento in tale anno; il 30 giugno 2023 (poi posticipato al 20 luglio, ma concettualmente non cambia) avrei dovuto versare il saldo dell'anno precedente, ma come posso farlo senza aver fatto la dichiarazione dei redditi, che ha scadenza successiva? Cioè, non capisco perché non fare a questo punto la dichiarazione stessa entro il 30 giugno.La scadenza per la trasmissione e la presentazione della dichiarazione dei redditi 2023 è il 30 novembre 2023. Tuttavia, è importante fare i calcoli già alcuni mesi prima. Le date per il pagamento delle tasse, infatti, sono le seguenti:
30 giugno: pagamento saldo 2022 e primo acconto 2023;
30 novembre: pagamento secondo acconto 2023.