Ok, quello che non mi è chiaro è il valore aggiunto della distinguibilità. Il fatto che quelle artigianali non abbiano la precisione al decimo di millimetro me le rende più gradevoli?
Il problema, per dire, dei mobili IKEA non è la precisione con cui sono prodotti tutti in maniera indistinguibile, è che sono fatti con legno di infima qualità o - più spesso - cartone pressato e ricoperti da un sottile strato di merda che si scheggia solo a guardarla.
Sì, se l'arancino lo compri a Roma
Se lo compri qua 1.20/1.50.. di più solo nei posti più centrali o pettinati. Giusto l'altra sera ci ho cenato con due arancini pagando 3€ ( fino all'anno scorso sto posto li faceva 1€ l'uno, adesso non rientra più delle spese a quanto dice).
Parli di "gradevolezza", quindi la cosa diventa necessariamente soggettiva.
Da persona che si diletta di falegnameria, ti dico che ho seguito corsi da artigiani che fanno del lavoro puramente manuale la loro cifra distintiva.
E quando parlo di "manuale", intendo che usano esclusivamente attrezzi a mano, senza elettricità e nulla.
Il trapano a manovella, le seghe a mano, la pialla manuale, gli scalpelli ecc ecc... di fatto producono mobili che un altro artigiano avrebbe potuto produrre 200 anni fa.
La cosa rende i loro mobili più "gradevoli"?
Dipende, magari alcuni preferiscono avere 3 sgabelli assolutamente identici davanti al piano della cucina, mentre altri sono disposti a pagare di più per avere della roba fatta a mano in cui ogni pezzo è di fatto un pezzo unico (perchè pur avendo quasi le stesse dimensioni ed essendo quasi - se l'artigiano è bravo - indistinguibile dagli altri, avrà sempre quel particolare, quel segno più marcato di una scalpellata, quella curva leggermente diversa... che lo rendono unico).
Nel campo dell'alimentazione, il problema imho è che l'effetto catena di montaggio da l'impressione di mangiare qualcosa di scarsa qualità.
Non è necessariamente detto che sia così (se gli ingredienti sono buoni e la procedura è rodata, il risultato è cmq di qualità), ma trovare la stessa identica pizza, con la stessa identica forma, con la stessa quantità di ingredienti e lo stesso livello di cottura in ogni punto vendita di una catena, un po da l'impressione di aver tirato fuori una pizza surgelata ed averla messa nel forno.
Idem con posti tipo OWW, dove la sensazione è un po sempre quella che ti abbiano messo nel piatto uno di quei set pronti di "el tequito" della Lidl, a cui hanno aggiunto carne peggiore di quella che ci avresti messo te a casa
È quello che sto cercando di contestare, perché qui la gente critica una cosa ammettendo contemporaneamente di non avere idea di cosa sia, proprio per via di questo pregiudizio.
Il punto è che i prodotti industriali (quelli veramente industriali, non secondo la fantasiosa definizione di kayato) sono quasi sempre fatti con l'ottica di ottimizzare i costi fornendo un prodotto passabile a un buon prezzo. L'alta qualità in generale non è lo scopo dell'industrializzazione di un prodotto.
Però qui viene fatto il collegamento "processo standardizzato" -> "industrializzazione" -> "pessima qualità" che non è affatto sempre vero, soprattutto il primo passaggio. Il solo fatto di riprodurre qualche cosa nella stessa maniera seguendo delle procedure non significa automaticamente fare un prodotto di bassa qualità. Soprattutto nel campo del cibo, se usi ingredienti freschi e di buona qualità il tuo prodotto sarà buono anche se lo fai uguale tutti i giorni in tutti i negozi (anzi, per me questo è un valore aggiunto).
Poi, voglio dire, è una pizza: impasto, pomodoro e mozzarella. Non sono i bulloni di precisione per le sospensioni delle macchine di formula 1
Nel tuo post hai parlato di "impressione" e "sensazione" diverse volte. Ecco, quando si fa un discorso si potrebbe cercare di usare argomenti un po' più razionali di "ho la sensazione che abbiano solo messo una pizza surgelata in forno"
Aggiungo: obiettivo di tutti i grandi chef stellati è fare un piatto complesso ma esattamente con gli stessi odori/sapori per tutti i clienti, se lo chef nabbo a cui hai dato il compito di riprodurre il tuo piatto sbaglia la cottura di 30 secondi partono le urla, più processo standardizzato di quello si muore... eppure non mi pare siano di bassa qualità
una trattoria che offre cucina tradizionale ma usa prodotti industriali è considerabile artigianale?
Comunque il supplì nasce per recuperare gli avanzi e a Roma è risaputo e ci si fanno volentieri battute
Mia nonna ci riclava la carne del pranzo della domenica per dire.
A parte le degenerazioni gourmet tanto in voga, è un cibo "povero".
Quando feci il tour dei parenti in Sicilia e scoprii l'arancino (essendo la famiglia di mio nonno di Mascalucia per me sono maschili) però fu una rivelazione
Ma voi davvero pensate che una pizzeria che sforna 100 pizze a sera stia lì a pensare all'univocità di ogni singola esperienza gastronomica?
Ma guarda che siamo d'accordo su questo eh
L'ho scritto più volte: se gli ingredienti sono di qualità ed il processo è valido, il risultato sarà di qualità.
Estremizzando, pure i processi dietro i ristoranti di Cracco sono standardizzati (anche se immagino che lo chef che dirige il singolo ristorante, possa cmq metterci qualcosa del suo), anche perchè se vado in uno qualsiasi dei suoi ristoranti e prendo il famoso "uovo fritto di Cracco" mi aspetto di trovare quella roba lì, fatta secondo i canoni e le indicazioni di chi l'ha inventato.
Con tutte le ovvie e scontate differenze che ci sono tra un ristorante "stellato" ed una catena che vende fette di pizza da asporto, ovviamente
Da lì poi diventa tutta una questione di impressioni e sensazioni, ed è per questo che non si può non parlarne, e di gusti personali (quello che preferisce la sicurezza di trovare sempre la stessa cosa ovunque vada VS quello che preferisce essere magari "sorpreso" da questo o quel particolare).
E si, la sensazione quando ti portano del cibo "standardizzato" è un po quella lì... ma è una impressione, può tranquillamente essere sbagliata
Ultima modifica di Bobo; 13-10-23 alle 09:34
Ma qualsiasi ristorante se vuole sopravvivere segue un processo standardizzato. Ma tu andresti in un ristorante che ti cambia sapore alla stessa pasta ogni volta o che è ottimo o fa schifo a seconda del cuoco che ti becchi?
Se no l'unica definizione accettabile di artigianato è la nonna che fa i biscotti pesando ad occhio
Non stiamo parlando di un ristorante, stiamo parlando di una catena.
Che un ristorante (se ha sempre lo stesso pizzaiolo) mi faccia bene o male sempre la stessa pizza è normale e scontato, e non ti da nessuna sensazione di catena di montaggio.
Che una catena di 50 punti vendita sparsi per tutta italia, mi dia sempre esattamente lo stesso piatto, con le stesse proporzioni, la stessa quantità di ingredienti, lo stesso livello di cottura e lo stesso identico aspetto, mi restituisce invece una sensazione diversa.
Poi è chiaro, una catena di qualità è certamente preferibile al pizzaiolo sotto casa che non sa fare la pizza, ma credo che questo sia anche inutile sottolinearlo
Ultima modifica di Bobo; 13-10-23 alle 10:01
La cucina è chimica. Se uno trova la ricetta per fare una pizza ottima, non si capisce perché dovrebbe essere un problema fornire istruzioni perché venga fatta esattamente nel modo da garantire sempre quella qualità, fosse anche seguire alla lettera la temperatura, l'umidità, le percentuali di tutto ecc
Guarda, per il bimbo ho preso delle scarpe decorate a mano.
Ho contattato una persona che le fa.
Ha preso delle Adidas da 30€ del piffero abbiamo concordato il disegno ed a manina le ha decorate con il soggetto richiesto (Venom, per la cronaca).
100€ tra scarpe e lavoro.
Mi sarebbero costate meno fatte stampare? Si
Avrebbero avuto lo stesso valore? No perché sennò una stampa di un quadro di Bansky varrebbe come il quadro stesso.
È un'opera unica ed in ciò sta il suo valore.Ni, un ristorante segue una ricetta ma i piatti non sono standardizzati come in una catena perché quella volta magari i gamberetti sono più piccoli, la carne ha una marezzatura differente, nel prendere il pizzico di sale il cuoco ne ha presi due grani in più o in meno, l'olio era mezzo grado più caldo e quindi più fluido e ne è uscito un goccio in più ed altre mille varianti.
Hai una procedura standard ma poi ci sono mille varianti che possono cambiarti,seppur di poco, il risultato finale proprio per natura del processo.
Una catena standardizza TUTTO, dalla fornitura degli ingredienti (che sono fatti da macchine e surgelati) alle procedure per lo staff.
Non c'è "una presa di sale" c'è "passo 3: schiaccia il tasto per il sale".
Da un lato hai un piatto sempre uguale, fatto perfetto come da progetto, ma asettico e senz'anima.
Dal lato opposto hai un piatto che pur essendo buono potrebbe avere imprecisioni ma dietro c'è il lavoro e la passione di una persona.
Tra uno che cucina (artigianale) e uno che fa da mangiare (catena) c'è la differenza che c'è tra la donna che fa l'amore con l'uomo che ama e la prostituta che vende una prestazione.
Avrai altissima qualità forse ma manca la passione.
C'è un locale che adoro, la sala da pranzo è letteralmente una galleria d'arte che espone e vende quadri di artisti locali.
Dalla sala vedi, attraverso una vetrata incorniciata, la cucina.
Vedi l'amore che mettono in ogni piatto, ogni piatto viene rifinito, coccolato, a suo modo perché quello spaghetto allo scoglio è comunque diverso dal precedente (il pescato non è standard) e quindi va bilanciato con la coccola specifica, vuoi il giro d'olio, vuoi l'aggiunta di un gamberetto.
È una performance artistica e, com'è giusto, è incorniciata come tale.
Solo vedere l'amore, la passione che mettono in cucina, vale il prezzo del piatto.
Non esageriamo, forse idealizzi troppo la cosa, sono sempre li per lavoro dopotutto. L'amore e la passione semmai ce la metti quando cucini a casa per te o per gli amici
Passione, ci vuole passione!