Bravi bravi, mettete pure la crocetta su C.C. ....
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Suore, monaci, diocesi e parrocchie: in fumo anche i fondi dell’8 per mille
Quaranta enti religiosi nell’elenco di chi ha visto dilapidare i propri patrimoni
Anche la fiducia più solidale, quella degli enti religiosi, è stata tradita. Tra gli azionisti di Veneto Banca che da ieri si trovano con titoli che valgono tre-quattrocento volte meno di quanto erano stati pagati ci sono suore oblate, poveri servi della provvidenza, conventi, oratori, parrocchie. La congregazione del sacro ordine cistercense di Casamari ha investito centinaia di migliaia di euro, la parrocchia di San Giovanni Battista a Marano Ticino (Novara) circa 30.000, l’opera diocesana di San Narno di Bergamo più di 200mila. In tutto sono una quarantina gli enti religiosi coinvolti.
Organizzazioni a cui i fedeli avevano affidato le loro disponibilità, sperando che venissero usate per chi ne aveva più bisogno. Ma anche profitti provenienti dagli affitti del patrimonio immobiliare ecclesiastico. E persino i fondi dell’8 per mille, che ogni anno valgono per le casse cattoliche qualcosa come un miliardo di euro. Un disastro che, se si calcola il prezzo a cui era arrivato a valere ogni azione (40,75 euro) ammonta a circa 7 milioni e 800mila euro. Oggi, quelle stesse azioni, valgono poco meno di 20mila euro.
Nell’elenco figurano anche tre istituti diocesani per il sostentamento del clero: quelli di Nardò (Lecce), Tricarico (Matera) e Treviso. I primi due con investimenti di poche migliaia di euro, il terzo con quasi 50.000 azioni passate da un valore di due milioni di euro ai cinquemila di oggi.
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Può stupire l’investimento in azioni da parte di un istituto con questa finalità, ma d’altra parte è previsto nell’articolo 2 dello Statuto che il consiglio d’amministrazione di questi organismi debba fare tutto il possibile per mettere a frutto il capitale. Qualche dubbio, legittimo, potrebbe sorgere sul fatto che quel denaro è per più della metà rappresentato dall’8 per mille che viene destinato secondo un meccanismo già più volte criticato dalla Corte dei Conti: oltre alle scelte dei contribuenti, la quota che non è stata destinata in modo volontario viene ridistribuita percentualmente a seconda delle preferenze raccolte da ciascuna confessione religiosa. Risultato: nel 2015 il 36,75% degli italiani ha assegnato l’8 per mille alla chiesa cattolica, ma la Chiesa cattolica ha ricevuto l’80% dell’intero gettito (995 milioni di euro). Ora il notissimo slogan della campagna dell’8 per mille per la chiesa cattolica, «Chiedilo a loro», rischia di avere come protagonista un manager di banca piuttosto che un parroco di frontiera.
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Originariamente Scritto da darkeden82
STRAORDINARIO per raccattare fondi!
Tutte le pubblicità coi bisognosi e la suora e il bambino e il pozzo dell'acqua nel deserto e la mensa degli affamati
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