ceccazzo nel caso come ti piacerebbe essere nominato ai tg
il mostro di gallarate?
la strage di merdor?
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the cinisello's mobster
il parere di marco crepaldi, giovane psicologo attivo prima di tutto per l'aiuto e la ricerca sugli hikkikomori in italia e poi per gli incel
n queste ore l’Italia intera è scossa dal triplice omicidio di Paderno Dugnano (Milano). In molti si chiedono come un ragazzo, apparentemente senza alcun tipo di problema, possa decidere di sterminare l’intera famiglia. Per cercare di dare una risposta a questa complessa domanda, dobbiamo partire dalle parole giovane:
"Non c’è un vero motivo per cui li ho uccisi. Mi sentivo un corpo estraneo nella mia famiglia. Oppresso. Ho pensato che uccidendoli tutti mi sarei liberato da questo disagio. Me ne sono accorto un minuto dopo: ho capito che non era uccidendoli che mi sarei liberato”. E ancora: “Non so davvero come spiegarlo. Mi sento solo anche in mezzo agli altri. […] Non avevo un vero dialogo con nessuno. Era come se nessuno mi comprendesse".
C'è sempre un movente
Come nell’omicidio di Sharon Verzeni, anche in questo caso si ripresenta la medesima confusione sul movente. Ma ribadiamolo: il movente c’è, sempre, e in questo caso viene identificato dallo stesso carnefice in un non meglio specificato “senso di oppressione”, che a sua volta sembra essere strettamente legato un mancato riconoscimento emotivo e a una conseguente percezione di solitudine.
Ma affermare che il movente possa essere ricondotto esclusivamente alla solitudine adolescenziale sarebbe riduttivo. Dietro a questa tipologia di reati si può infatti scorgere tutto l’egoismo malato della nostra società adulta. Un egoismo che ci porta a distruggere la vita degli altri nel disperato tentativo di migliorare la nostra, salvo poi renderci conto che questo gioco al massacro non fa che portarci tutti nel baratro.
Non è una questione adolescenziale
Dunque no, questa non è solo una questione “adolescenziale”, come in molti stanno sostenendo in queste ore. L’adolescenza sicuramente è una fase estremamente delicata della vita, soprattutto dal punto di vista della gestione delle emozioni, eppure la dinamica psicologica dietro la strage di Paderno sembra ricordare drammaticamente una tipologia di reato che può essere commesso a qualunque età. Pensiamo, per esempio, a quegli uomini che sterminano la famiglia per poter avere una relazione, senza intoppi, con l’amante. Oppure a quelle madri che, prima di suicidarsi, uccidono i figli per portarli con sé e per toglierli al padre.
L'egoismo sopra tutto
Tutte queste stragi sono accomunate da un movente: l’egoismo. Il "mio" benessere è più importante di quello di tutti gli altri; "io" soffro più di tutti gli altri; la "mia" sofferenza mi giustifica, sempre e comunque. Una deriva narcisistica pericolosa, che rompe ogni equilibrio, ogni significato, e spinge alla follia.
Non riempiamoci dunque la bocca di parole vuote, come “Dobbiamo educare i giovani”, perché il problema non è legato solo alla gioventù. Se è così che la pensiamo, rischiamo di cadere sempre nella medesima dinamica stereotipica. Allora se è una persona nera a commettere un reato, il problema è l’etnica (e l’immigrazione), se è un uomo allora è il genere (e il patriarcato), se è un giovane allora il problema è l’età (e la scuola o la famiglia). Tutto troppo banale. Allarghiamo lo sguardo e non fermiamoci alle apparenze, o non risolveremo mai nulla.
La mente umana è ancora troppo complessa per essere compresa appieno, di questi tempi io preferisco archiviare tutto sotto la categoria ombrello "testa di cazzo".
Erika notevole, con l'occasione mi son riletto del delitto, peggio di quel che ricordavo, da quel che ho capito lei da ancora la colpa all'altro, non mi pare che sia cambiata granchè...
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a me eccitano le stronze che tradiscono il loro marito o fidanzato,e mi è capitato più volte ahahaha spruzz!, le assassine no,magari potrei avere un impulso sessuale nello strangolarle,forse.
Ah sì,mi piacerebbe anche fare molto male alle fan dei serial killer, purtroppo però è contro la legge.
Coniugare un senso di giustizia con un impulso di sana violenza
Ultima modifica di Biocane; 03-09-24 alle 09:02
Io ripeto che in questi casi non esiste un perché riconducibile a qualcosa che abbia senso per una persona normale.
Madonna santa cinquantasette coltellate, ne hai di tempo per pensare che "forse" non è il caso.
La detenzione a vita in isolamento è l'unica chance di non fargli fare altri macelli.
Il chiedersi "dove abbiamo sbagliato?" è una auto-tortura inutile, sarò cinico ma in casi simili non trovo la speranza di poter reintegrare nella società civile i colpevoli.
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Il buon Omar se non sbaglio si è fatto i suoi boh 15-16 anni e ora se la spassa libero e picchia la ex moglie (altra mente geniale andare con uno che accoltella un bambino)
Le donne adorano i violenti, sono le principali cosumatrici di questo genere di narrativa e nella realtà riempiono di lettere d'amore i peggio serial killer nel braccio della morte.
DISCLAIMER: Questo post non invita a commettere reati ne tantomeno ad infrangere la legge (degli uomini o Divina). Quanto scritto può essere parzialmente o totalmente falso o frutto della fantasia (malata) dell'autore. L'autore non si assume responsabilità per quanto scritto, suggerito o sottointeso da questo post.
Aggiungo che se trovate Erika bombabile il livello si sta abbassando notevolmente eh!
DISCLAIMER: Questo post non invita a commettere reati ne tantomeno ad infrangere la legge (degli uomini o Divina). Quanto scritto può essere parzialmente o totalmente falso o frutto della fantasia (malata) dell'autore. L'autore non si assume responsabilità per quanto scritto, suggerito o sottointeso da questo post.
I ragazzi sono stati chiusi in casa per due anni, in un periodo critico dello sviluppo, e questi sono i risultati. Una generazione rovinata con drammi sociali che ci porteremo avanti per molto tempo