non ho capito niente ma sono contento che il KOMPAGNO pongo è tornato a dire la VERITA'
non ho capito niente ma sono contento che il KOMPAGNO pongo è tornato a dire la VERITA'
In occasione del settantantesimo anniversario della nascita della Repubblica è stata ricordata anche la legge che ha consentito il voto alle donne. Il decreto applicativo del provvedimento ordinava la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, e ricordava che alle categorie escluse dal diritto di voto dovevano aggiungersi le donne schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati“.
I “locali autorizzati” venivano chiamati correntemente “casini”, chiusi il 20 settembre 1958 a seguito della “legge Merlin”. Io li conobbi. Il che non vuol dire che fossi un “cliente frequentatore”. Non era stato consentito l’accesso ad un minore di diciotto anni, e le leggi in proposito erano severe.
Mi spiego. Tra i vari “luoghi autorizzati” o “casini” funzionava quella che oggi si chiamerebbe una “rete”. I gruppi di donne ospiti si spostavano ogni quindici giorni da una città all’altra. Probabilmente l’organizzazione, per comprensibili motivi, faceva in modo che le “signorine” non capitassero nella città di provenienza. I congiunti che volevano tenere i contatti dovevano necessariamente servirsi del mezzo più veloce e sicuro che c’era: il telegramma, in quanto la corrispondenza ordinaria non avrebbe potuto seguire la destinataria nel suo peregrinare, e l’uso del telefono aveva anche i suoi limiti.
Ora, a me sedicenne era capitata una cosa che nel tempo si dimostrò una fortuna in quanto a sistemazione lavorativa: venni assunto alle Poste quale “fattorino provvisorio”, di fatto in pianta stabile, e assegnato al recapito dei telegrammi. Forse con un po’ di cattiveria degli anziani, affetti da “nonnismo”, il recapito dei telegrammi in “quei luoghi” veniva affidato agli ultimi arrivati.
Di primo acchito, io e gli altri minorenni non capivamo nulla del tranello che ci era stato teso per crearci imbarazzo. Recapitai più volte telegrammi nei “casini”. All’ingresso, abbastanza elegante e a luci rosse, la maitresse vigilava e controllava il documento d’identità dei più giovani. Il telegramma doveva essere consegnato nelle mani della destinataria, che, chiamata, si precipitava uscendo dalle tende così svestita com’era e spesso leggeva o si faceva leggere il testo in mia presenza, esclamando il nome del mittente: la madre, la sorella, il fidanzato, che davano notizie anche dei figli.
Mi si chiede spesso se mi dessero la “mancia”, alludendo anche a qualcos’altro. Debbo dire di sì: cinquanta, cento lire, che non erano poche. Una volta anche un buffetto di una “signorina” ospite. Probabilmente gli ricordavo il figlio adolescente che stava con la nonna al suo paese.
Sulle “case chiuse” sociologi, giuristi, storici, politici , opinionisti e moralisti hanno avuto e avranno molto da dissertare. Storico il pamphlet di Montanelli “Addio Wanda” . Un discorso a parte meriterebbe la storia che la parola “casino” ha attraversato nel corso degli ultimi decenni. Oggi rumore, baccano, chiasso, caciara. Solo gli anziani lo ricordano come luogo riservato e discreto. Un linguista affermava che le parole sono come le monete, a furia di usarle perdono il rilievo.
Ultima modifica di Cesarino; 09-06-16 alle 20:56
The street of broken links? lol
From EsseSette
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Ultima modifica di Ciome; 09-06-16 alle 22:02
riassunto topic pirateria domestica:
l'apice di svapo:
rondella's way:
Non ho capito che è successo, ma chiaramente sto con Pongo.
...there's no need to say thank you, the best way to say it is beeing here and fight with us. - Skip
Caro Beppe, cari Italians e caro Tex, la notizia era troppo ghiotta perché me la lasciassi scappare, e ora ve la racconto. Si tratta del “Gaokao”, omologo cinese dei nostri esami di maturità, iniziati da poco, che vedrà competere in una battaglia all’ultimo voto nove milioni di studenti cinesi, che confrontati ai nostri cinquecentomila o poco più sono un’enormità. Ma, si sa, ogni numero in Cina va elevato a potenza. E veniamo ai particolari che mi hanno colpito. Uno è sapere che da quest’anno i controlli sugli studenti che svolgono le prove si sono inaspriti, e chi è sorpreso a copiare non solo perderà la possibilità di sostenere esami in tutto il paese per almeno tre anni, ma rischia la reclusione in carcere per sette anni. E qui urge subito fermarsi. No, dico, riuscite soltanto lontanamente a immaginare se in Italia decidessimo di applicare lo stesso metodo? Nel nostro paese, dove trovare chi arriva alle prove d’esame senza un bastimento carico di smartphone sperando di usarlo è difficile come vincere al Superenalotto? Una pena così severa vi sembra comminabile? Da noi, dove tra condizionale, benefici vari, ogni variante di attenuante, sette anni in cella se li fa solo qualcuno baciato dalla sfortuna? Ovviamente non sto parlando di reati gravi come l’omicidio plurimo, ma copiare a un esame non mi rientra nel novero. Quello sui cui vale ancora la pena di soffermarsi sono le fotografie a corredo della notizia. Colpisce innanzitutto vedere migliaia di studenti disposti nei propri banchetti (quadrati) come a creare una coreografia degna dei giochi olimpici. Ancora, gli addetti al controllo che scrutano decine di monitor allineati che pare di stare nel settore TV di un centro commerciale. Infine, la polizia che all’esterno disciplina traffico e genitori.
I genitori, sì, loro meritano un po’ di spazio. Noi madri italiche veniamo spesso etichettate come nutrici di futuri bamboccioni e responsabili di una generazione molliccia. Bè, vedere che quelle cinesi se ne stanno con i loro ombrellini parasole ad aspettare per ore in piedi i loro pargoli intrisi di sudore per il sostenuto affaticamento meningeo, ha avuto su di me un effetto catartico. Guardandole mi sono sentita riabilitata, gongolando nel concludere che, al di là delle latitudini, e nonostante l’apparente contraddizione con la severità dello Stato, le mamme sono sempre mamme e “i figli so’ piezze e’ core”. Urge traduzione in cinese, please.
Cesarino, mi stai rovinando il topic. Puoi andare viah?! Grazie
C'è UN PRECEDENTE, SI PUO' INSULTARE SENZA ESSERE BANNATIH! SENTENZA 2016 10 06 ART.233423
:autismo:
Abbiamo la censura! Complimenti
Solidarietà a Pongo! Per un forum libero!
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Riassunto?
Se è contro il suffragio universale io concordo
Metà jas perderebbe il diritto di voto