https://en.yna.co.kr/view/AEN20191127004800315
Visualizzazione Stampabile
era solo questione di tempo
ma qualcuno di voi gioca a go? io ho fatto un paio di partite e mi ha sempre intrigato (da quando l'ho visto per la prima volta nel film π) ma non ho mai approfondito
Giocato un paio di volte; è interessante/divertente, sembra la versione figa del "quinquis" (evoluzione del "tris" su foglio a quadretti di cui mi spaccavo al liceo). Ha però alberi decisionali molto più stretti degli scacchi: credo che questo lo esponga computazionalmente al brute force, ergo i computers hanno giocoforza un vantaggio nei confronti degli umani. Mi sa che lo rigiocherò appena le bimbe sono grandi abbastanza, la scacchiera ce l'ho.
Chissà come vanno le macchine con lo hnefatafl: i pezzi hanno tutti lo stesso movimento, ma le tattiche alternative sono molto "ampie" e il gioco è asimmetrico. Mah. Mi sa che siam spacciati lo stesso.
Alle AI ci è voluto parecchio di più per coricare i campioni del Go (che da quelle parti è molto popolare) che quelli di scacchi.
Questo è un articolo di tre anni fa, quando fece notizia il fatto che l'AI avesse stracciato un campione.
http://maddmaths.simai.eu/divulgazio...mo-e-lo-batte/
<<Il software AlphaGo ha battuto il professionista Fan Hui con il risultato di 5-0, giocando alla pari>> una notizia che può facilmente passare inosservata o non essere neppure compresa, eppure è sensazionale perché segna un punto di svolta fondamentale nell’informatica e in particolare nel campo dell’intelligenza artificiale.
Qui non si tratta solo dell’ennesimo gioco da tavola (il Go in questo caso) dove la macchina è riuscita grazie alla sua enorme e sempre crescente potenza di calcolo a sopraffare l’uomo, il passo fatto è di gran lunga più significativo di quanto avvenuto ormai venti anni fa quando Kasparov (leggenda degli scacchi) perse contro il computer Deep Blue. Cercheremo di chiarire perché e per farlo c’è bisogno innanzitutto di riassumere alcune regole fondamentali di questo gioco.
Cos’è il GO
Benché quasi sconosciuto alla stragrande maggioranza degli occidentali, il Go è molto giocato in Asia e in particolare in Giappone, Cina e Corea. E’ il gioco da tavola più antico del mondo (risalente forse a 4000 anni fa) e allo stesso tempo però quello più complesso. Eppure le regole del gioco sono di una semplicità disarmante per cui bastano pochi minuti a chiunque per essere in grado di cimentarsi in una partita. Si gioca in due, bianco contro nero, su una scacchiera (detta goban) composta da una griglia di 19 righe orizzontali e 19 verticali, con pedine (in gergo dette pietre). A differenza degli scacchi e della dama le pietre si giocano sulle intersezioni tra righe e non sulle caselle. All’inizio della partita il goban è vuoto. Si gioca a turno, comincia il nero e ogni mossa consiste nel posare una pietra del proprio colore su una qualunque delle intersezioni vuote disponibili. Quando una o più pietre viene circondata da quelle avversarie allora si dice che è stata “catturata” e va rimossa dal goban. Lo scopo del gioco non è catturare le pietre avversarie bensì prendere il controllo di almeno metà delle 361 intersezioni presenti.
Nulla di più semplice e allora da dove nasce la sua complessità? Semplicemente dallo smisurato numero di partite possibili ovvero dalla difficoltà che un giocatore ha nel trovarsi ad ogni turno di fronte ad un numero elevato di possibili alternative tra cui scegliere.
La complessità del gioco
Per avere un’idea di quanto sia complesso il Go è possible confrontarlo con altri giochi. Gli scacchi, che vengono solitamente erroneamente considerati come il non plus ultra della complessità, non sono in grado neanche lontanamente di reggere il confronto con il Go. Per fare un esempio semplice consideriamo la prima mossa. Negli scacchi il bianco ha solo 20 possibili alternative, così come solo 20 sono quelle che ha il nero, per un totale di 400 posizioni dopo il primo turno. Nel go invece il giocatore che inizia (il nero) può scegliere una tra le 19*19=361 intersezioni inizialmente vuote e il bianco, stando a quanto detto prima, una tra le 360 rimanenti, per un totale di 129.960 posizioni! La differenza è abissale. Andando avanti nella partita negli scacchi la media in ogni turno è di 35 mosse possibili tra cui scegliere. Nel Go 200!
Questa differenza diventa una voragine se dopo un conto un poco più elaborato si confronta il numero di posizioni che si possono teoricamente verificare nei due giochi. Negli scacchi possiamo disporre i pezzi (in un modo compatibile con le regole del gioco) in circa $$10^{45}$$ modi diversi, un numero davvero enorme. Nel Go però questo numero è stato calcolato con esattezza e supera $$10^{170}$$ che è più di quanto oggigiorno si pensa che siano gli atomi presenti nell’universo ($$10^{80}$$). Si tratta di un numero talmente grande da aver reso vano ogni tentativo fatto negli ultimi 60 anni di far giocare decentemente i computer attraverso algoritmi utilizzati con successo in altri giochi.
Nella complessità del gioco poi c’è un’altra caratteristica del Go da tenere presente ovvero che questo gioco è stato pensato specificamente per non finire pari. Negli scacchi il risultato di parità, la cosiddetta patta, svolge un ruolo fondamentale. Oggi più di un terzo delle partite giocate da professionisti è destinata a questo risultato, il che vuol dire che spesso un leggero vantaggio negli scacchi non si concretizza. Negli scacchi si possono commettere piccoli errori e non perdere. Nel go invece un solo errore può essere fatale. Per vincere basta controllare alla fine della partita anche una sola intersezione in più del tuo avversario (una delle 361 disponibili). E’ un gioco dove si porta a casa la vittoria anche con un margine minimo. Non devi annientare il tuo avversario catturando il suo re (come negli scacchi) o mangiando tutte le sue pedine (come nella dama), ma devi solo fare un po’ meglio di lui. [...]
Mah, IHMO la differenza è che , nel Go, le mosse che impattano negativamente la giocata a lungo termine sono più facilmente "sgamabili" anche da una macchina; per questo parlo di alberi decisionali più stretti. Il fatto di avere più possibili configurazioni impatta relativamente poco. Altrimenti potremmo dire che se aggiungo, attorno alla scacchiera degli scacchi, millemila caselle allora aumento di millemila volte la complessità del gioco, mentre invece questo credo che impatterebbe le dinamiche di gioco in modo marginale (dopo il primo paio di caselle di lato, ecco). IHMO, eh.
Mi ero divertito tempo fa a contare quante fossero le combinazioni massime possibili a scacchi in risposta a delle affermazioni di un maestro di scacchi.
Credo di aver riportato i calcoli proprio qui
Era comunque il limite massimo di combinazioni, ovvero tutte quelle possibili a livello combinatorio, dove ovviamente ce ne erano molte praticamente irraggiungibili considerando le dinamiche di gioco e la configurazione di partenza