Ma le armi come cannoncini e contraeree staffate sui sottomarini poi quando questi immergono...
hanno qualche sistema di chiusura stagna oppure l'acqua di mare entra nelle canne rovinando al interno?
:uhm:
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Ma le armi come cannoncini e contraeree staffate sui sottomarini poi quando questi immergono...
hanno qualche sistema di chiusura stagna oppure l'acqua di mare entra nelle canne rovinando al interno?
:uhm:
Sui mezzi moderni non credo che li montino più, specie quelli anti-aerei che oggi servono quanto i botti di capodanno.
Su quelli d'epoca, immagino che di sicuro avessero almeno un qualche blocco della canna, ma qualcuno più esperto potrà essere più preciso.
Me lo sono sempre chiesto pure io.
Ma non tanto per l'operatività dopo essere stato in acqua, quanto per il fatto che l'acqua di mare è uno degli ambienti peggiori dove operare...
Io produco componenti che finiscono in oleodotti sottomarini e i materiali che devo usare son roba da spararsi sui coglioni...
usavano delle paratie mobili integrali, sostanzialmente dei gusci flessibili in misto lattice che ogni volta l'equipaggio doveva montare e smontare a mano.
si chiamavano condom
se non erro avevano dei tappi che chiudevano la canna :uhm:
I cannoni avevano "tappi" e coperture adatte. Le mitragliatrici antiaeree venivano smontate dai supporti all'immersione e rimontate in emersione. Sì, nei film ne fanno a meno di certe incombenze. :asd:
Credo che avessero comunque una vita utile abbastanza ridotta e venissero sostituiti, visto che fra salsedine e corrosione galvanica in un tempo abbastanza breve il metallo era irrimediabilmente compromesso.
Roba comunque dei tempi che furono.
https://i.postimg.cc/4xY9ddgK/unnamed-13.jpg
scusate mi riferivo ai sottomarini prima e seconda guerra mondiale..
su quelli moderni non c'è nulla di tutto ciò...
si presume che a bordo avevano tra la ciurma artiglieri...
:fag:
Certo che avevano cannonieri e mitraglieri tra l'equipaggio.
E' utile ricordare che i sommergibili in uso fino alla seconda guerra mondiale passavano la maggior parte del proprio tempo in superficie, dove nettamente migliori erano le loro prestazioni di velocità ed autonomia; s'immergevano soltanto in presenza di navi da guerra nemiche od in zone in cui la sorveglianza aerea avversaria rendeva troppo pericoloso rimanere emersi di giorno. Viceversa le unità subacquee costruite dal secondo dopoguerra ad oggi sono pensate per passare la maggior parte del proprio tempo sott'acqua, ed anche le forme di scafo sono per questo sensibilmente diverse. Difatti queste si chiamano, tecnicamente, sottomarini, mentre sommergibili sono quelli che si usavano fino alla seconda guerra mondiale (distinzione però esistente praticamente solo nella lingua italiana).
Le mitragliere contraeree sulle unità subacquee sono state abolite, dalla fine degli anni '40, perché si è visto che con l'evoluzione del potere aereo la miglior difesa contro un attacco aereo è l'immersione, e non la reazione armata.
Non era infrequente, fino al 1943 suppergiù, usare i cannoni di coperta contro mercantili privi di scorta (ma non indifesi, in quanto di solito erano anch'essi armati: ne scaturivano talvolta duelli d'artiglieria che non sempre si concludevano con la vittoria del sommergibile).
Questo per esempio è il piroscafo britannico Shakespeare sforacchiato dal sommergibile Comandante Cappellini (sapevatelo: un nucleo di sommergibili italiani partecipò alla battaglia dell'Atlantico, con discreto successo dopo un'iniziale fase di rodaggio e correzione).
http://imagizer.imageshack.us/v2/800...921/GHqlHy.jpg
Queste le conseguenze sul medesimo Cappellini della reazione di un altro piroscafo armato britannico, l'Eumaeus, che alla fine ebbe comunque la peggio
https://3.bp.blogspot.com/-521OrpHbe...via%2BBeta.jpg
Questo il piroscafo danese Agnete Maersk che viene cannoneggiato dal sommergibile Veniero, affonderà senza lasciare superstiti
https://1.bp.blogspot.com/-B46r0ngUy...esini%2529.bmp
Questo il greco Aghios Nikolaos cannoneggiato ed incendiato dal Maggiore Baracca dopo essere stato sorpreso a fare il birichino trasportando materie prime per gli inglesi mentre la Grecia era ancora neutrale. Qui invece l'equipaggio si salverà per intero
https://1.bp.blogspot.com/-JIc-v9LX1...esini%2529.JPG
Se volete l'aspetto ludico, la serie della GMT è più che ottima (e sì ci sono gli italiani, e pure nello stagno atlantico):
Crucchi
https://www.gmtgames.com/images/product/medium/556.png
https://www.gmtgames.com/p-556-the-h...-printing.aspx
https://www.gmtgames.com/images/product/medium/590.jpg
https://www.gmtgames.com/p-590-the-h...s-1943-45.aspx
Italiani
https://www.gmtgames.com/images/product/medium/697.jpg
https://www.gmtgames.com/p-697-beneath-the-med.aspx
Gringos nel Pacifico
https://www.gmtgames.com/images/product/medium/650.png
https://www.gmtgames.com/p-650-silen...-printing.aspx
Per quello videoludico era carina la serie Silent Hunter, specialmente il terzo
Dopo otto anni di oblio per queste vacanze di Natale ho rispolverato Silent Hunter III :sisi:
L’anno è il 1940, parto da Lorient al comando di un IX-B, gli ordini sono di raggiungere un quadratino in mezzo all’Atlantico settentrionale e pattugliarlo per ventiquattr’ore. La navigazione trascorre lenta, ogni tanto qualche messaggio inutile di altri U-Boote che si vantano delle navi che hanno affondato, ci sono due cacciatorpediniere in quest’altro quadrante, l’U 702 non è rientrato alla base, l’U 702 non rientra mai alla base. Un paio di segnalazioni di navi non troppo lontane dalla mia rotta, devio per andare a vedere, non trovo niente.
Raggiungo il mio bel quadratino ed inizio a pattugliarlo, dopo non molto tempo avvisto un grosso piroscafo inglese che se ne va in giro tutto solo per il mare. Pessima idea tommy, lo affondo a cannonate, non serve nemmeno un siluro. Riprendo il pattugliamento, allo scadere delle ventiquattr’ore inizio la navigazione di rientro e comunico alla base la situazione: affondato un piroscafo di 9000 tonnellate, ho ancora la riserva di siluri intatta – 22 siluri! Dopo poco mi rispondono, ottimo lavoro, continuate la missione compatibilmente con la vostra disponibilità di carburante e siluri. In effetti sarebbe un peccato rientrare alla base senza aver lanciato neanche un siluro. Siccome questa parte di oceano non sembra troppo frequentata decido di dirigermi verso il Mare Celtico, le mie memorie dei tempi andati mi rammentano che quelle sono acque trafficate.
Dopo un’altra lunga traversata arrivo nel Mar Celtico di notte, dopo non molto tempo incontro un grosso piroscafo inglese a due fumaioli. Adesso il mare è mosso e non posso usare il cannone, quindi gli lancio una coppiola di siluri: doppio centro e l’inglese affonda in fiamme. Riprendo ad incrociare, dopo non molto mi viene segnalato un grosso convoglio non troppo lontano da me, dirigo verso la zona indicata, è mattina appena fatta quando le vedette iniziano a comunicare avvistamenti di navi in lontananza: che ben di dio, saranno almeno una quindicina di mercantili di tutte le forme e dimensioni. La scorta è composta da tre fregate inglesi, disposte due sui lati ed una in coda. Per non essere avvistato dalle fregate m’immergo e cerco di avvicinarmi al convoglio a quota periscopica, ma sono in posizione sfavorevole e data la bassa velocità in immersione, ci vogliono parecchio tempo e svariate accostate per giungere in una posizione favorevole al lancio dei siluri.
Come dio vuole ci arrivo, lancio due siluri contro un piroscafo che passa abbastanza vicino, centrato ed inizia ad affondare. Così però ho segnalato la mia presenza: in rapida successione, le due fregate più vicine si dirigono verso di me per farmela pagare. Puntano dritte verso il mio periscopio: le adoro quando fanno così, non devo neanche fare fatica a mirare, aspetto che siano abbastanza vicine prima di lanciare, corrono letteralmente incontro ai miei siluri. Una breve corsa e bum, la prima fregata affonda spezzata in due. Trovo il tempo di lanciare un altro paio di siluri ad altrettanti mercantili (colpiti, affonderanno entrambi dopo una lunga agonia) prima che arrivi la seconda: stesso trattamento, corre incontro al siluro come un cagnolino incontro alla pallina, nel giro di qualche minuto tutto quel che rimane sono un po’ di rottami sulla superficie del mare e qualche zattera carica di naufraghi. Diamine, non me lo ricordavo così divertente.
Arriva anche la terza fregata, che sembra avere un piccolo incendio a bordo: ho notato lo stesso anche per un paio di mercantili del convoglio dopo i primi avvistamenti, chissà chi è stato? Certo non io. Forse avevano subito un attacco aereo poco prima del mio arrivo, in effetti siamo certamente entro il raggio d’azione della Luftwaffe. Questa mostra un po’ più di originalità rispetto alle sue colleghe: punta sempre dritta verso di me come un’idiota, però arriva da poppa, non da prua. Ottimo: finalmente posso usare anche i tubi poppieri. Le lancio un siluro e poi, siccome è molto vicina e non voglio rimetterci il periscopio o peggio, ordino l’immersione rapida a settanta metri. Seguono attimi carichi di tensione: non ho mirato benissimo ed il siluro sembra defilare accanto allo scafo dell’inglese invece di colpire; ma giunto all’altezza delle eliche, proprio quando tutto sembra perduto, esplode. La fregata sobbalza, ma non sembra riportare danni tangibili, e prosegue la sua corsa. Per poco: rapidamente inizia a perdere velocità, mentre sviluppa un appoppamento sempre più vistoso. A poco a poco impenna la prua verso il cielo, poi scivola silenziosamente sotto le onde. Scampato così il pericolo, me ne torno a quota periscopica: riesco a silurare ancora un altro mercantile, dopo di che mi ritrovo ad avere esaurito tutti i siluri disponibili nelle due camere di lancio. Ci sono però altri otto siluri delle riserve esterne, sei a prua e due a poppa: per utilizzarli dovrei necessariamente emergere ed espormi a maggior pericolo, ma con tutto questo ben di dio davanti a me sarebbe un peccato battere in ritirata. E poi, non vedo più nessuna nave scorta: le ho affondate tutte? Se così fosse, sarei un lupo libero in mezzo al gregge. Emersione.
Brutte notizie: i tempi di trasferimento dei siluri delle riserve esterne sottocoperta sono biblici, un quarto d’ora ciascuno; e qualcuno mi sta sparando addosso, anche se da molto lontano e con scarsa precisione. Sulle prime penso che sia qualche mercantile del convoglio che è armato, e non ci do troppo peso, gli equipaggi dei mercantili hanno sempre una mira di merda. Dopo un po’, però, il tiro si fa più centrato, e tornando ad osservare il convoglio mi rendo conto che non è un mercantile armato che mi sta sparando contro: è una fregata, il diavolo se la porti, erano quattro e non tre. Siccome non ho ancora trasferito sottocoperta un solo siluro, e mi secca immergermi interrompendo il trasferimento del primo che è ancora a metà, tento stupidamente di rimanere in superficie manovrando per frapporre tra me e la fregata uno dei mercantili del convoglio, ma la manovra non ha successo. Con le distanze che calano rapidamente il tiro della fregata si fa più preciso, ergo non ho altra scelta se non di immergermi rapidamente. Proprio mentre m’immergo, un colpo particolarmente centrato colpisce la torretta e distrugge entrambi i periscopi. Con ciò posso dire addio a qualsiasi velleità di reazione o di continuazione dell’attacco: quand’anche riuscissi ad allontanarmi per ricaricare i siluri in superficie, non potrei più tornare ad attaccare il convoglio in queste condizioni.
Decido quindi di andarmene e basta, tentando di “attraversare” il convoglio in immersione nel tentativo di scrollarmi di dosso il dannato mastino, ma la prima scarica di bombe di profondità, mentre ancora non ho raggiunto la quota prestabilita, mi investe in pieno: danni dappertutto, quattro o cinque compartimenti con vie d’acqua che minacciano la sopravvivenza del battello, subito metto insieme una squadra per le riparazioni e la metto al lavoro per esaurire gli allagamenti. Intanto continuano i lanci di bombe di profondità, e si unisce alla caccia anche un peschereccio armato antisommergibili: da dove diavolo è sbucato? Ci penserò dopo. Adesso il problema è un altro: appesantito dall’acqua imbarcata, il sommergibile inizia lentamente a sprofondare ben oltre i settanta metri a cui avevo ordinato d’immergersi, avvicinandosi pericolosamente ai cento. Rischia di finire male, con lo scafo così danneggiato la quota di collasso si è certamente abbassata ben al di sotto dei duecento metri teorici indicati sul profondimetro. I miei ripetuti ordini di risalire ad una quota minore non sortiscono effetto, quindi ordino l’emersione rapida senza avere realmente intenzione di emergere, ma nella speranza che l’immissione di aria in tutte le casse permetta al sommergibile di risollevarsi almeno un po’: in effetti funziona, e quando siamo risaliti fino ad una settantina di metri do ordine di interrompere l’emersione rapida e fermarci a quella quota. Siccome la squadra d’emergenza fa fatica ad arrestare gli allagamenti, però, poco dopo il sommergibile riprende a sprofondare: devo così ripetere il giochino emersione rapida-contrordine altre due volte. Due o tre dei compartimenti allagati vengono esauriti, ne rimangono altri due nei quali l’allagamento è più esteso e ci vorrà più tempo per arrestarlo; ma tutto sommato la situazione sembra adesso essere sotto controllo… e invece no. Concentrato com’ero sulla riparazione dei danni e l’arginazione degli allagamenti, dopo l’ultimo ordine di emersione rapida mi sono dimenticato di dare l’ordine di fermare la manovra ad una certa quota. Me ne accorgo quando vedo che il profondimetro segna meno di venti metri: ordino allora di ridiscendere in profondità, ma ormai è troppo tardi. L’U-Boot affiora in superficie, sono pochi attimi ma bastano al dannato peschereccio armato per spararmi addosso a bruciapelo. Altri danni, un altro compartimento con vie d’acqua. Riesco precipitosamente ad immergermi di nuovo, ma ormai l’integrità dello scafo è compromessa: mentre mi rimetto a controllare i danni ed a mandare la squadra riparazioni dove più ce n’è bisogno, la pressione esterna – e dire che saremo sì e no a trenta metri – ne provoca il cedimento. Fine dell’U 73, del suo equipaggio e dell’oberleutnant zur see Walter Schmidt, che si accingeva a tornare alla base con 30.000 tonnellate di naviglio albionico sulla coscienza. Peccato, era stato un pattugliamento fruttuoso.
Quanti ricordi :o
Ma SH3 liscio o con mod? Io ne avevo uno anni fa con realismo totale, robe tipo il punto nave sulla mappa fatto con sestante e orologio ecc.
Che si poteva automatizzare ma il navigatore ci metteva tot tempo a seconda della skill, con margini di errori vari
Con mod, Grey Wolves più Merchant Fleet Mod v3.3 (che serve a dare maggior varietà di naviglio mercantile) e Lifeboats&Debris (che aggiunge zattere con naufraghi e/o cadaveri e rottami vari dopo l'affondamento di una nave, un piccolo particolare che però da quel tocco in più di scenicità).