Salve a tutti,
dopo il veloce thread di presentazione mi sono fiondato in quest'area. Oggi infatti stavo proprio leggendo articoli sul giochi retrò quando inevitabilmente mi è venuto in mente quello che per me è IL gioco retrò per eccellenza: Solaris, uno spara spara spaziale uscito su Atari 2600.
Quello che mi viene in mente pensando a Solaris è l'amico d'infanzia di quegli anni: Lorenzino. La cosa non è che sia corretta, per la verità, abbiamo giocato poco insieme a Solaris, noi perseguivamo soprattutto la fine di Enduro, sempre VCS, perché eravamo convinti che sopravvivendo fino alla mezzanotte del secondo giorno si arrivava al finale. Forse il ricordo è più legato al fatto che giocavamo più a casa sua che mia, all'Atari e al C64, e ricordo perfettamente l'odore del suo salotto e la madre seduta accanto a noi nella perenne posa di cucire a maglia.
Solaris prevedeva non ricordo quante 'scacchiere'.
Queste prevedevano dei quadri in cui non c'era nulla, sui quali quindi ci si spostava 'gratis', e altri in cui c'erano i nemici, le basi o dei blocchi. Si passava da una scacchiera all'altra attraverso i portali ai quattro lati della schermata.
L'astronave aveva una scorta di carburante, che si consumava se si veniva colpiti di nemici o andando semplicemente in giro, bisognava quindi atterrare su un pianeta non ostile, e mirare perfettamente l'hangar con il joystick affinché la navicella venisse propriamente rifornita. Se si mancava l'hangar, cosa tutt'altro che rara, la navicella andava lunga ed era costretta a decollare nuovamente. Bisogna quindi sbrigarsi e riorganizzarsi.
Scegliendo invece la casella di un nemico la schermata cambiava e diventava simile ad uno sparatutto verticale.
Ci sono diversi emulatori online free e video su Youtube per chiarirsi meglio le idee.
Io adoravo soprattutto l'audio del gioco, incredibile per un 2600, in particolare il rumore dello sparo della nostra navicella; ai tempi non avevo mai sentito di meglio!
Non riuscii mai a finirlo, troppo, troppo difficile. Oltretutto i nemici non occupavano sempre la stessa casella, ma si muovevano nella loro scacchiera. Capitava allora che qualcuno di essi occupasse il pianeta amico, quello usato per rifornire, (in pratica entrambe le icone, del pianeta e del nemico si sovrapponevano sulla medesima casella). Il tutto era anche segnalato da un apposito messaggio sonoro.
Bé, basta cambiare quadro e chissenefrega, penserà qualcuno. E no, perché se non si intervenire in tempo i pianeta amico esplodeva, e i comandi in tutte le battaglie di tutti i nemici della medesima scacchiera, cose già non facili di loro, a quel punto prevedevano i comandi invertiti...
Se vi capitasse un emulatore sottomano provatelo, ancora oggi è infognante e geniale.
Parlo per me ovviamente, non mi permetterei mai di dirlo per altri ma... forse la cosa è persino giusta e sacrosanta.
Io amo la tecnologia in tutte le sue salse, ci credo e sono convinto contribuirà (non sarà l'unica artefice, ovviamente, ma contribuirà) ad un futuro migliore.
Non si torna a mangiare pasta in banco una volta che hai assaggiato un ottimo sugo. E' triste, anti tradizionale, ma sacrosanto.
I giochi vecchi, simbolici come citi, sono un fottuto casino: a volte non si capisce nemmeno cosa bisogna fare perché... bé, non si capisce nemmeno chi sei 'tu' e chi il nemico. Ma noi avevamo quello, su quello abbiamo imparato e quello capivamo.
In ogni caso Solaris, se lo vedeste girare, difficilmente credereste sia per VCS, sembra minimo minimo (minimo) un NES.
Il fatto di non averlo mai finito mi farà morire, tra duemila anni, con un senso d'incompiuto che non ti dico.
Mi costringi al pippone. Beh, anche se sembrasse un gioco dello SNES sarebbe comunque tecnologicamente strasorpassato. E se la visione che si ha è che conti solo la tecnologia, per cui solo il videogioco nuovo di pacca vale la pena di essere provato e quello antico no perché è pasta scotta, ecc. non varrebbe la pena stare a sentire quello che dici su questo gioco o provarlo. Trovo che invece la metafora della pasta sia superficiale (la quasi totalità delle persone è superficiale in maniera insopportabile, per questo me ne tengo bene e sempre più alla larga) e che i videogiochi dell'era simbolica non siano solo "un casino", ma abbiano diversi aspetti che li rendono interessanti e affascinanti. C'è l'aspetto storico, culturale, il fascino legato a determinate "epoche" (i programmatori che facevano tutto da soli barricati nelle loro stanzette, ecc.).
C'è il fatto che, anche se la storia dei videogiochi come arte ha stancato, viene usata bamboccescamente per giustificarsi agli occhi di una società che si reputa ancora ostile al medium ed è forse impropria, il videogioco non è solo un mero passatempo, trovo sia da stupidi pensarlo, e se si dedica così tanto tempo e attenzione a una cosa che si considera solo un passatempo si sia ancora più stupidi (fate altro, allora). La combinazione di varie arti (grafica, musica), il game design, specie quello più autoriale, l'interattività danno vita ad autentici mondi, esperienze spesso singolari e ricche di una particolare carica "espressiva". E trovo che non basti il trascorrere del tempo, il fatto che la tecnologia a supporto del medium si evolva, a cancellare questo. Trovo appunto che i videogiochi dell'era simbolica, i migliori almeno, ma non solo, siano davvero un sacco espressivi. Per questo motivo oggi è pieno di artisti che si ispirano alla pixel art, giochi come Space Invaders (pur oggettivamente monotono in sé come gameplay) sono diventati delle suggestive icone di una certa epoca, ecc.
Ovviamente questo non vuol dire non apprezzare le novità tecnologiche e l'avanzare della tecnologia. Sono cose diverse. Per quanto apprezzi, esteticamente e per il loro fascino vintage, i vecchi computer mica mi collego a internet tramite quelli o cose del genere, sarebbe da scemi. Molti retrogamer sono solo dei nostalgici: la nostalgia fa parte dell'essere umano, è qualcosa di assolutamente comprensibile, ma per quanto mi riguarda incide poco, m'interessa più conoscere la storia dei videogiochi, vedere com'erano titoli che non sono riuscito a provare, scoprire perle, ma anche orrori con gustose particolarità, ecc. Quelli che stanno sempre e solo a piagnucolare sul videogioco che ricorda loro quanto erano bambini (e basta), che intendono in questo modo il retrogaming (termine che forse manco dovrebbe esistere... nel cinema se guardo un film dell'era del muto dico che sto guardando un film, mica un retrofilm) dopo un po' mi stanno sul cazzo.
Oppure sono ottusamente conservatori ("una volta era meglio, i giochi di adesso non hanno un'anima" e cazzate così... non è vero manco questo, ovvio che i giochi di adesso siano molto ma molto più immersivi e coinvolgenti e possano portare il medium verso nuovi, incredibili e scintillanti traguardi; una volta inoltre usciva infinitamente più rumenta di adesso, adesso anche il titolo brutto di solito è comunque formalmente presentabile; ma, appunto trovo che i giochi antichi abbiano talvolta pregi diversi, ma si tratta di aspetti più oscuri, difficili da cogliere e da spiegare a chi è solo intento a cambiare affannosamente scheda grafica e console e vede solo quella cosa là, giudicando tutto sulla base di quel parametro... può trattarsi dell'immediatezza, per la quale un platform o uno spara e fuggi 2D creato da un maestro del game design soppesando certosinamente ogni elemento può darti qualcosa che non trovi nel titolone moderno in 3D con la telecamera da gestire che richiede magari dozzine di ore di tutorial e missioni interlocutorie per entrare nel vivo del suo potenziale; può trattarsi invece di una maggiore profondità, perché per alcuni generi si è andato semplificando ma mano che il videogioco diventava meno di nicchia e più da mass market e quindi si è ritenuto dover spiegare e banalizzare qualsiasi cosa, prendendo per mano il giocatore come se fosse un regazzino, perché sennò la maggior parte dei giocatori si fermava all'inizio e tutto il lavoro di chi ci stava appresso veniva sprecato, facendo piangere aggesùbambino; può essere che è espressiva e affascinante da guardare anche la grotta di Altamira o l'opera di un pittore naïf a digiuno di prospettiva e altro, perché rappresenta un'allucinazione spiazzante, il mondo visto e raccontato con QUEGLI occhi e non con altri; può essere interessante vedere, specie per chi ne sa, come si sono ingegnati gli autori per aggirare determinati limiti dell'hardware; può essere inebriante e arricchente il viaggio storico a ritroso, tipo il percorso che sta facendo quello che sul blog recensisce tutti i CRPG mai usciti; ecc.).
Ultima modifica di Major Sludgebucket (ABS); 26-04-19 alle 17:23
Bel primo post, è sempre bello rivivere un'epoca attraverso ricordi "presi in prestito". Di mio posso dire che uno dei giochi che più mi affascinano è Galaxian, uscito nel 1979. Nonostante io sia nato 6 anni dopo e lo abbia scoperto solamente 4-5 anni fa, trovo che ci sia qualcosa di magico nelle musiche, nei suoni e nel vedere quelle astronavine scendere e ondeggiare. Nella sua estrema semplicità (è di poco più evoluto del capostipite Space invaders) è pure molto divertente.