20 anni fa, eh![]()
20 anni fa, eh![]()
guarda che è di quegli anni il NAT ti ricordi quando nel 2004 dovevano finire gli indirizzi IP pubblici? che poi piano piano hanno spostato avanti perchè cominciavano a dare a più domini lo stesso indirizzo.
I primi esempi di NAT (Network Address Translation) e PAT (Port Address Translation) sono stati introdotti nelle reti backbone e nei provider a partire dagli anni '90. Ecco una panoramica storica:
1994: NAT viene formalizzato nella RFC 1631, proposta da K. Egevang e P. Francis. L'obiettivo era mitigare la scarsità di indirizzi IPv4 permettendo a più dispositivi privati di condividere un singolo indirizzo pubblico.
Metà anni '90: I provider iniziano a implementare NAT per i clienti con più dispositivi, in particolare le aziende e le reti domestiche emergenti.
Fine anni '90: Con la diffusione di connessioni Internet domestiche (ADSL, ISDN), il PAT (che è una forma di NAT con traduzione delle porte) diventa comune nei router dei provider per gestire la condivisione della connessione tra più dispositivi con un unico IP pubblico.
Anni 2000: I grandi ISP e le reti backbone iniziano a usare tecniche come il Carrier-Grade NAT (CGNAT) per gestire la carenza di indirizzi IPv4, applicando NAT su larga scala nelle infrastrutture di rete.
Quindi, l'uso del NAT nei provider è iniziato a metà degli anni '90 ed è diventato essenziale con la crescita esponenziale di dispositivi connessi a Internet.
Non puoi insegnare la fotografia, devono imparare da soli come farla meglio che si può, guardando ottime fotografie e facendone di pessime. (Cit. Cecil Beaton)
BattleTag F1r3st0rm#2428
25/08/2012 - Un ultimo piccolo passo per un grande uomo, un grande ricordo per tutta l'umanità.
Le mie foto su 500px - PER ASPERA AD IMAGINEM
www.andreamanna.it
Mi ricordo quando arrivò fastweb a casa mia, nessun ip c'era perché dovevano ancora inventatarli
Il router era senza cavi e senza wifi
Ma funzionava tutto
Bei tempi
cosa usavi, il protocollo IPoAC ?![]()
ahhh che bello che l'IPv6 esiste da svariati anni e ancora non è usato su larga scala![]()
Non puoi insegnare la fotografia, devono imparare da soli come farla meglio che si può, guardando ottime fotografie e facendone di pessime. (Cit. Cecil Beaton)
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Mi ha chiamato il direttore di un reparto di una ditta cliente. Si sentiva e che era particolarmente "nervoso".
Mi ha chiesto se c'era un modo per recuperare le mail che un ex dipendente che non lavora più li da 3 giorni, aveva cancellato dal computer. Io nemmeno sapevo che si era dimesso.
Quindi con calma gli dico "La vostra posta è sui server di google, ci accedete dal web, non usate outlook o altro. Possiamo vedere nel cestino di google, ci sono anche altri livelli per il recupero dei messaggi da google ma la casella era <NOME.COGNOME QUI> quindi era suo diritto cancellarle"
Lui "Ma che diritto e diritto? Quella è posta dell'azienda!"
Io "La legge italiana non la pensa così, se la casella è intestata ad una persona, quella corrispondenza è di quella persona e quella persona ha diritto di cancellarla e voi non avete diritto di conservarla".
Lui "Ma che cazzo dici? Quella è roba nostra, intanto ho già avvisato l'avvocato perché ora gli chiedo i danni e la liquidazione col cazzo che gliela mollo con tutti i soldi che gli chiedo".
In quel momento lo chiama l'avvocato su un'altra linea, mentre cambio la password d'accesso a quell'account passando dall'account admin, sento tutto quello che il cliente dice all'avvocato e quando capisce che non può chiedere i danni all'ex dipendente mogio mogio mi fa "ma quindi non si recupera nulla?".
una volta fatto l'accesso all'account incriminato ho levato l'inoltro automatico e messo la risposta automatica che chiede di inoltrare il messaggio all'indirizzo che era stato messo per l’inoltro automatico, ho cercato nei sistemi di recupero e non c'era nulla. L'utente ha fatto un buon lavoro andando nelle impostazioni account e cancellando quasi tutto anche da li, non solo poteva farlo DOVEVA farlo e deve averlo fatto almeno un mese fa forse qualcosa di più, non certo 3 giorni fa.
Ora il direttore parlerà meglio con l'avvocato perché “vuole capire”. Ha poco da capire, 2 anni fa in quella ditta avevo già detto cosa significa avere caselle email personali e generiche ma mi avevano detto "Ma non sono personali, sono aziendali".
Per lo stato italiano no, se l'indirizzo è NOME.COGNOME o anche solo N.COGNOME diventa personale e la costituzione italiana garantisce la riservatezza della corrispondenza, il fatto che: usi il dominio aziendale e che per avere quella casella chi paga è una ditta e non l'utente, non rende il contenuto della casella di proprietà della ditta. Glielo avevo detto due anni fa, solo che sta cosa non la capisce nessuno, non vuole capirla nessuno.
Ed è pieno di sentenze di tribunali che danno torto alle aziende anche recenti. Niente non la capiscono.
Capisco perché tutti i miei fornitori hanno mail info@, amministrazione@, vendite@, commerciale@ etc etc.
Se sono personali sono le mail che arrivano al titolare
Inviato dal mio Pixel 7a utilizzando Tapatalk
Per non stravolgere troppo le cose forza i cinque indirizzi a fare l'inoltro automatico ad un indirizzo generico così resta copia?
AMD R7 5800X 8C/16T, Noctua NH-D15, Gigabyte X570 AORUS ELITE, 16GB DDR4 3600MT/s CL16, AMD Rx 6800, ASUS XG32UQ + LG 32UL750
SSDs M2: Samsung 960EVO 500GB, Solidigm P41+ 2TB | Windows 11 Pro
eh ma se rimane la personale non risolvi
Se la persona va via e cancella la sua restano le copie nel account generico.
Non era quello il problema?
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non rimane traccia nella copia del mandante con account aziendale?
Eh? Inoltra come allegato?
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email ricevuta da
Mi sembra che le regole degli automatismi permettano di fare un po' quello che vuoi.
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la legge italiana in proposito è complicata perché è un accozzaglia di norme che vengono da diversi regolamenti.
la costituzione, lo statuto dei lavoratori e legge sulla privacy.
quando una persona smette di lavorare per un'azienda il suo archivio di posta dovrebbe essere cancellato e la casella chiusa dopo un tempo ragionevole. non essendoci una legge in propostito per sentenze il tempo ragionevole è 3 mesi.
l'inoltro automatico verso un'altra casella è vietato perché se chi scrive mette destinatario tizio e la mail arriva a caio stai violando la corrispondenza non tanto di caio ma del mittente.
in passato ci sono state ditte che si sono fatte firmare dei documenti dall'ex dipendente per poter conservare l'archivio di posta, non basta. si dovrebbe chiedere il permesso anche a tutti i mittenti di tutte le mail.
se io mando una raccomandata alla canistracci oil all'attenzione di tizio... la raccomandata è destinata alla canistracci oil, questa poi può farne quel che vuole.
se io mando una mail a tizioCHIOCCIOLAcanistraccioil.quachecosa la mail è destinata a tizio e la canistracci non può farne quel che vuole.
come aggirare questa cosa?
al momento nessuna sentenza parla degli alias. quindi ad alcuni clienti abbiamo suggerito di usarli.
hai la casella tizio.caioCHIOCCIOLAsempronio.it? gestisci gli impianti di corso sempione, via sforza, largo cairoli e altri? bene, usa gli alias e ai clienti fornisci quelli.
sempioneCHIOCCIOLAsempronio.it, sforzaCHIOCCIOLAsempronio.it ecc. il mittente sa che sta scrivendo ad una persona specifica perché poi arriverà a tizio.caio ma sta usando un indirizzo non personale o almeno non nominale quindi "fino a prossima sentenza o disposizione di legge" dovrebbe essere tutto a posto. il problema arriva con le risposte, in quel caso sarebbe davvero il caso di creare varie caselle, una per impianto o caselle generiche come amministrazione, info, impianti, assistenza eccetera.
inoltrare le mail che già sono arrivate tecnicamente viola la legge, è un click ma a rigor di legge dovresti avvisare il mittente che il messaggio che lui ha scritto a te personalmente verrà inoltrato ai tuoi colleghi e se questo dice no (non capiterà mai, ma mai mai mai mai mai) non potresti farlo.