Primo e tanto atteso (dall'autore stesso) libro di Raymond Carver, uscito nel 1976. Una raccolta di racconti che scrisse nell'arco di tutta una vita e, che lo trascinò fuori dal baratro in cui si era cacciato.
Una scrittura ponderata e al tempo stesso d'impatto, sentita; descrittiva ma non eccesivamente romanzata. Dialoghi mai surreali, al contrario di altri artisti dei racconti brevi, come potrebbe essere un Bukowski.
I racconti spazieranno nei contenuti ma, le ambientazioni saranno sempre le stesse. Una tavola calda, le pianure americane, un'auto scassata, una falegnameria, una fabbrica, famiglie dissestate e perse nell'ipocrisia e nella mediocrità.
Carver inventa, pur utilizzando una vita intera di ricordi e ciò che apprese nei suoi studi per descrivere al meglio le situazioni narrate.
Uno stile minimalista, mai eccessivo, quasi mai volgare, a volte fuori dalle righe nel caso cui sia richiesto.
In questa edizione Einauidi, 225 pagine circa di scritto effettivo, per un totale di ventidue racconti.
Lettura assolutamente consigliata, soprattutto agli scrittori desiderosi di ampliare le proprie capacità descrittive attraverso delle buone letture.