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No, è più sul meccanismo di auto-illusione di sentirsi alla fine del tragitto e con ampie risorse rimanenti, e poi ti accorgi che le risorse rimanenti non sono poi così ampie (ma almeno sei alla fine del tragitto).Citazione:
Originariamente Scritto da Arnald
Non so se sia più affine al principio di indeterminazione di Heisenberg o al banale rincoglionimento. :asd:
La cosa che mi ha colpito non è tanto il fenomeno di per se stesso, quanto averlo visto chiaramente all'opera.
Significa che stai diventando più saggio.
Sei in una pista automobilistica. Vedi il traguardo da lontano, ti avvicini, sprint finale, tagli il traguardo solo per accorgerti che quello è l'inizio di una nuova gara.Citazione:
Originariamente Scritto da golem101
Ancora, no. Molto meno aforisma/insegnamento e molto più constatazione.
Sono su una pista automobilistica. Ho distanziato gli altri concorrenti, sono all'ultimo giro, e quando penso che posso godermela prima di tagliare il traguardo almeno per un giro, uno solo, uno intero, mi accorgo che sto girando con le ultime gocce di benza e le gomme sono quasi andate, senza parlare del cambio che fatica a salire dopo la terza. Problemi che sapevo potessero arrivare, ma che non avevo immediatamente presenti perchè stavo ad allungare sugli avversari.
Quindi anche nell'ultimo sprint, a dispetto di tutti i vantaggi accumulati nel corso della lunga gara disputata, devo stare lì a misurare ogni dettaglio e schivare il minimo errore, o verrò ripreso dai concorrenti e magari non arrivo nemmeno al traguardo.
Niente gara nuova, ciclo di eventi inarrestabile o robe così. So che fanno sentire meglio, ma non me ne frega niente. :asd:
E' la coperta corta, e come il cervello si concentri sul non vederla corta nel suo complesso, ma sufficiente nei lati in esame.
Per alcune (molte?) persone, quella è l'intera vita: passano il tempo a rincorrere la carriera, i soldi, le donne, la fama o che altro, per poi accorgersi di essere diventato troppo vecchio per godersi quelle cose.
Mi sembra una visione un po' romanzesca.
Di solito i puttanieri arrivisti fanno esattamente la vita che desiderano. :asd:
Siamo noi miti (nel senso di mitezza) che di solito ce la prendiamo nel culo.
Poca gente fa la vita che realmente vuole. Specialmente se si considera che non tutti sannonesattamente cosa vogliono e cosa comportino i loro desideri. Questo a netto di tutti i compromessi e delnfar necessità virtu'
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Se vogliamo fare filosofia da bar la vita che FAI è per forza di cose diversa da quello che VUOI.
Quello che fai è il percorso, quello che vuoi è la meta.
Questo al netto di gente che non ha progetti/ambizioni e vive a seconda dell'emotività del momento (sempre che il non avere progetti/ambizioni non sia esso stesso il progetto/ambizione).
Mi sto incartando.
Svegliarti vivo tutte le mattine è già qualcosa.
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Secondo me quello che dice Golem è diverso da quello che avete inteso.
Il suo è il punto di vista del "vincente", cioè colui che ormai sta in pole position fissa e si rende conto che nonostante questo non si può mollare un centimetro perchè basta un nulla per buttare al cesso tutto il lavoro e la fatica fatta per raggiungere quel risultato.
Noi siamo quelli invece che rincorrono di continuo, siamo quelli che aspiriamo alla pole e forse, anche un po' per questo, viviamo un pelo più sereni.
Giocare in attacco è sempre un po' più facile che giocare in difesa
State un filo sovraelaborando. :asd:
La mia era una considerazione molto autoconclusiva sul meccanismo inconscio (subconscio?) che stavo sperimentando, non una lectio magistralis sugli infiniti cicli di competizione o la solitudine del comando.
Stanno solo cercando di ravvivare la sezione, secondo me :asd:Citazione:
Originariamente Scritto da golem101
Provo io!
Banana!
Patata! :alesisi:
Pere!
Perché ho scritto banana? :-( ho paura
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Avrai carenza di potassio.
Si si, è proprio così ehm...Citazione:
Originariamente Scritto da Talismano
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Stai tentando di dirci qualcosa? :fag:
Potassio, potassico :snob:Citazione:
Originariamente Scritto da Don Luca
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