[Esplora il significato del termine: il nuovo caso Emissioni non a norma, Renault potrebbe richiamare 700 mila auto Ad annunciarlo il ministro dell’Ambiente Segolene Royal che ha spiegato che il colosso si è impegnato a richiamare 15mila autovetture, prima di immetterle sul mercato, per verifiche e controlli sul sistema di filtraggio. «E non è l’unica» aggiunge la Royal di Redazione Online ] il nuovo caso
Emissioni non a norma, Renault potrebbe richiamare 700 mila auto
Ad annunciarlo il ministro dell’Ambiente Segolene Royal che ha spiegato che il colosso si è impegnato a richiamare 15mila autovetture, prima di immetterle sul mercato, per verifiche e controlli sul sistema di filtraggio. «E non è l’unica» aggiunge la Royal
di Redazione Online
La Renault richiamerà 15mila auto, prima di immetterle sul mercato, per regolare il motore. Ad annunciarlo è stato stamattina il ministro dell’Ambiente Segolene Royal, dopo l’audizione della casa automobilistica davanti alla commissione tecnica per la vicenda dello scandalo emissioni. La Royal, ai microfoni di Rtl, ha spiegato: «La Renault si è impegnata a richiamare un certo numero di veicoli, 15mila auto, per verificarli e regolarli correttamente in modo che il sistema di filtraggio funzioni» a tutte le condizioni di temperatura. La Royal ha poi specificato che Renault non è l’unica a d aver infranto le regole, senza però specificare quali altri gruppi siano coinvolti: «I controlli - ha detto - dovranno riguardare le emissioni quando la temperatura ambientale è molto alta o sotto i -17 gradi, perché in quelle condizioni l’impianto di filtraggio degli scarichi non lavora più».
Le conferme del management
Il chief competitive officer di Renault, Thierry Bolloré, ha poi spiegato che la casa automobilistica potrebbe richiamare fino a circa 700 mila auto per il mancato rispetto dei limiti alle emissioni inquinanti dei motori, in particolare per i livelli di ossido di azoto. Le misure definitive saranno annunciate a marzo. In un briefing presso la sede Reanult di Parigi, Bolloré ha spiegato ai giornalisti che le modifiche ai motori, che saranno svolte aggiornando un software, saranno disponibili per le ultime generazioni di motori Euro6 diesel. I controlli per le eventuali messe a norma dovrebbero partire a luglio. Bolloré ha ammesso che la casa francese, di cui lo Stato detiene una quota, deve risolvere qualche problema in materia di emissioni. «Siamo d’accordo che la nostra posizione non è soddisfacente», ha detto con un eufemismo il manager, ma «siamo i primi ad ammettere che abbiamo margini di miglioramento». Bolloré, secondo nelle gerarchie solo all’amministratore delegato. Carlos Ghosn, aveva già annunciato il mese scorso l’intenzione di Renault di investire per migliorare le proprie prestazioni in materia di emissioni di ossido di azoto. La casa ha stanziato 50 milioni di euro per migliorare i diesel attuali, accelerando lo sviluppo a 3 da 5 anni dei nuovi Euro 6D di nuova generazione, per cui verranno spesi in totale 1,2 miliardi di euro. Separatamente Renault ha confermato quanto annunciato dalla ministra dell’Ecologia francese, Segolene Royal, che aveva annunciato un richiamo per oltre 15 mila auto del gruppo per la questione delle emissioni. Un problema al processore del motore del mini-Suv Captur porta le emissioni di ossidi di azoto a salire. Il veicolo viene assemblato nella fabbrica spagnola di Valladolid.
Class action in Italia
In Italia le associazioni dei consumatori affilano le armi. Se emergeranno responsabilità da parte della Renault e il coinvolgimento di autovetture circolanti nel nostro Paese, daremo vita ad una nuova class action, analoga a quella presentata a Venezia per il dieselgate Volkswagen, chiedendo un equo risarcimento danni in favore degli automobilisti italiani», avverte il Codacons.
Centinaia di migliaia i veicoli da richiamare
Secondo l’edizione on line del quotidiano Les Echos Renault, nel mirino per il mancato rispetto dei limiti anti-inquinamento con i suoi motori, potrebbe richiamare in tutto fino a 700.000 veicoli per una messa a norma. Altre 15.000 auto saranno richiamate in fabbrica ancora prima della commercializzazione, i proprietari di auto già in circolazione potranno chiedere a partire da luglio se sul loro veicolo sia necessario intervenire per un’operazione di messa a punto gratuita.
Il ministro francese e la richiesta di chiarezza
Il governo francese aveva chiesto che fosse fatta chiarezza sullo scandalo che a settembre ha travolto Volkswagen dopo che l’ad della casa di Wolfsburg, Martin Winterkorn, aveva ammesso l’uso dei software per aggirare le leggi antismog negli Usa. L’azienda è al centro di un’indagine penale negli Usa per lo violazione delle norme anti smog. Ma il ministro francese delle Finanze Michel Sapin aveva rincarato: “Serve un’inchiesta europea. Bisogna controllare tutti i costruttori compresi quelli francesi per rassicurare i cittadini”.
Le ispezioni in Francia
Le ispezioni delle autorità francesi antifrode svolte negli stabilimenti Renault a inizio gennaio pare vertano sulle centraline di gestione del motore. La Commissione tecnica creata dal governo francese dopo lo scandalo Volkswagen ha rilevato anomalie sulle emissioni in altri due modelli di auto, oltre alla Renault Captur. Lo rivela il quotidiano economico Les Exchos, precisando che si tratta della Renault Espace 5 (Euro 6), uscita la primavera scorsa, e del monovolume Opel Zafira. Secondo i test preliminari, questi modelli sorpasserebbero di molto i limiti sulle emissioni fissati per legge. La notizia di livelli troppo elevati di CO2 e ossido di azoto in alcune auto targate Renault è arrivata solo settimana scorsa, alimentando forti timori di un nuovo Dieselgate. A quanto rilevato finora dalla Commissione tecnica però non ci sarebbe nessun meccanismo o software illecito, come invece rilevato in Volkswagen, che falsificherebbe i test anti-inquinamento.