Piaggio Vespa Piaggio Vespa

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Discussione: Piaggio Vespa

  1. #1
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    Piaggio Vespa

    Buon compleanno Vespa, 70 anni e sempre in viaggio

    Prodotti 18 milioni di scooter. Festa e mostra in casa Piaggio a Pontedera




    • [*=-15]


    Compie 70 anni ma è sempre in viaggio. E' la Vespa, che contribuì a rimettere in moto l'Italia uscita dalla guerra ma che poi, fabbricata dall'India al Brasile, diventò simbolo di libertà e fenomeno di costume, leggenda vivente dell'ingegno e del design italico, copiata in mille modi ed esposta al Moma di New York. E campionessa di vendite, con oltre 18 milioni di di esemplari venduti dappertutto. (di Paola Catani)
    Il suo compleanno sarà a breve, il 23 aprile: quel giorno del 1946 fu depositato a Firenze il brevetto per una "motocicletta a complesso razionale di organi ed elementi con telaio combinato con parafanghi e cofano ricoprenti tutta la parte meccanica". Era lo scooter destinato a diventare il più famoso al mondo, nato dall'intuito di Enrico Piaggio, che voleva riconvertire l'azienda di aeroplani di famiglia, e dal genio di Corradino D'Ascanio, ingegnere aeronautico che non amava la motocicletta: insieme al disegnatore Mario D'Este, ne progettò una, l'Mp6, che ne avesse le prestazioni ma con la "popolarità della bici e l'eleganza e la comodità dell'automobile". Eliminò la catena - sporcava -, optò per una scocca portante a presa diretta, mise il cambio sul manubrio per una guida più agevole, creò una sospensione a pantografo mutuata dai carrelli degli aerei per facilitare il cambio gomma. A battezzarla ci pensò Piaggio: la forma ampia ma dal 'vitino' stretto gli sembrò una vespa. Il primo modello uscito dallo stabilimento di Pontedera, che non ha mai smesso di fabbricarla, fu la Vespa 98cc. Duemila esemplari la prima produzione del '46, più che quadruplicati l'anno dopo quando esce la 125, 'non una motocicletta - recita la pubblicità - ma piuttosto una piccola vettura a due ruote', un milione a 10 anni dal debutto. I vespisti 'dilagano', anche fuori confine: nel 1950 parte la produzione in Germania, nel 1953 sono diecimila le stazioni di servizio nel mondo e i Vespa club, ideati dallo stesso Piaggio, contano 50.000 iscritti (oggi sono 60.000), mentre nel 1951 alla Giornata italiana della Vespa sono in 20.000.
    'Per il vostro lavoro, per il vostro svago Vespizzatevi' è lo slogan-imperativo in quegli anni della casa di Pontedera che anche nelle campagne pubblicitarie fa storia, segnando i cambi d'epoca. Tra tutte la più famosa, e surreale, 'Chi Vespa mangia le mele (chi non Vespa no)', inventata nel 1969 da Gilberto Filippetti: divide il mondo e 'schiera' lo scooter con i giovani. Tra i testimonial invece i migliori rimangono Gregory Peck e Audrey Hepburn in 'Vacanze romane', anche se son decine le pellicole che l'hanno immortalata. La Vespa insomma fa boom, anche in modelli, versioni e varianti: più di 150 in 7 decenni. La più ricercata dai collezionisti è la 125 U (che sta per utilitaria): lanciata nel 1953 per far concorrenza alla Lambretta Innocenti, estetica spartana ma costo ridotto, è prodotta in soli 7.000 esemplari. Le più longeve la mitica 125 Primavera (varo 196 e la successiva Px (1977), il 'vespone' che vanta il primato di singolo modello più venduto: 3 milioni. C'è il 'vespino' 50, ultima creatura di D'Ascanio per fare a meno della targa quando diventa obbligatoria per le cilindrate superiori: 3,5 milioni commercializzati in più versioni dal 1963, tra cui l'ET4 del 2000, che promette 500 km con un pieno. L'ET4 125 nasce invece nel cinquantenario: è la prima spinta da un motore a 4 tempi e ridà anche fiato all'azienda - due ruote targato più venduto in Europa nel '97 e '98 - che sta attraversando anni difficili dopo quelli d'oro, e chiude il secolo passando addirittura al fondo tedesco Morgan Greenfell.
    Con Roberto Colaninno nel 2003 Piaggio torna italiana e poi in utile. E la Vespa torna a viaggiare: in un decennio triplica le vendite (complessivamente quasi un mln e mezzo, 166.000 l'anno scorso) e le fabbriche. Allo stabilimento di Pontedera si affiancano prima quello vietnamita di Vinh Phuc, poi quello indiano di Baramati. Nel 2003 nasce la Granturismo, la più grande e potente, nel 2012 la 946 che rievoca nel nome il suo anno di nascita ma guarda al futuro e nel 2015 esce in una nuova veste firmata da Giorgio Armani. Affiancata, in commercio, dalla Primavera, la Sprint, la gamma Gts dalla grande scocca. Un'avventura lunga 70 anni, celebrata con una versione speciale, in uscita a metà anno, caratterizzata da cromie uniche, e festeggiata in casa, a Pontedera, con l'inaugurazione del nuovo stabilimento automatizzato della verniciatura, un raduno internazionale dal 23 al 25 aprile e la mostra, al museo Piaggio, 'In Viaggio con la Vespa', inaugurazione il 22. Protagonisti le imprese di chi, come Giorgio Bettinelli, ci fece più giri del mondo macinando 254.000 km, ma pure le gite fuori porta e le vacanze al mare in sella al mitico scooter: Piaggio ha lanciato una raccolta per selezionare foto, video e testimonianze di 200 appassionati e convinti che, per dirla con la pubblicità, 'Con Vespa si può'. (ANSA).

    http://www.ansa.it/lifestyle/notizie...b490922f7.html

  2. #2
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    Re: Piaggio Vespa

    Vespa PX a rischio con l'Euro 4? Forse no, potrebbe salvarsi ancora

    Adeguare il motore 2 tempi del mitico Vespone alla normativa Euro 4 costerebbe un patrimonio, per questo Piaggio, almeno fino a qualche settimana fa, sembrava intenzionata a porre fine alla produzione del suo storico modello. Poi qualcosa è cambiato, forse c'è ancora speranza...






    Cancellata la parola fine?
    La Vespa PX è un modello storico di casa Piaggio: è stata presentata nel 1977 e nel corso di questi quasi 40 anni il classico Vespone a cambio manuale ha macinato successi (3 milioni gli esemplari venduti). Finora solo due stop alla produzione: nel 1988 per l'arrivo della "sciagurata" Cosa e poi, più recentemente, nel 2007, a causa della Euro 3 (già piuttosto ostica per i motori 2 T di vecchia generazione). In entrambi i casi la PX è tornata in produzione a furor di popolo. Ora la storia potrebbe ripetersi: l'arrivo della stringente normativa Euro 4 segna la "morte" per i due tempi e in Piaggio si era deciso di mettere fine definitivamente alla produzione, troppo alti i costi per mettersi in regola. La PX doveva terminare la sua "vita" entro la fine dell'anno, ma la decisione, oltre a rattristare gli appassionati, ha inviperito i lavoratori Piaggio, preoccupati per l'ennesima riduzione dei volumi produttivi dello stabilimento di Pontedera. Ora, secondo quanto riportato dai quotidiani toscani, sembra che ancora una volta la parola fine sia ben lontana dall'essere scritta: Piaggio ci avrebbe ripensato e sarebbe al lavoro per realizzare un motore tutto nuovo con cui equipaggiare la PX e permetterle così di restare in produzione per tanti altri anni. Incrociamo le dita.
    http://www.insella.it/news/vespa-px-...-ancora-136358

  3. #3
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    Re: Piaggio Vespa

    Piaggio a Eicma con nuova Vespa

    Una soluzione per affrontare sfide mobilità del futuro


    (ANSA) - MILANO, 8 NOV - Una Vespa elettrica, per affrontare la sfida della mobilità del futuro: viene presentato in questi termini a Eicma 2016 alla fiera di Rho dal presidente e ad del gruppo Piaggio Roberto Colaninno il nuovo progetto della Piaggio, la cui produzione e commercializzazione partirà nella seconda metà del 2017.

    Una soluzione che, nelle intenzioni del gruppo, punta a mantenere lo stile e la facilità di utilizzo della Vespa tradizionale, con soluzioni tecnologiche innovative di motorizzazione elettrica sviluppate dai più avanzati a attori a livello mondiale. "Il mondo della mobilità - scrive il gruppo Piaggio in una nota - si trova di fronte a un cambio di scenario che propone sfide epocali legate ad ambiente, inquinamento e qualità della vita. La propulsione elettrica, nei suoi sviluppi più avanzati, è oggi la soluzione privilegiata per le esigenze di questa nuova mobilità".
    http://www.ansa.it/sito/notizie/econ...506789a09.html

  4. #4
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    Re: Piaggio Vespa

    Piaggio, via alla Vespa elettrica
    Sarà prodotta da settembre


    Da ottobre si potrà ordinarla online, a novembre sarà su strada. E dal marzo 2019 disponibile anche in versione ibrida. Prezzo: circa 6 mila euro. L’espansione negli Usa

    di Stefano Righi




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    In Borsa il titolo Piaggio ha aperto le contrattazioni con un rialzo dell’1,2%. È di oggi l’annuncio ufficiale: il gruppo di Pontedera partirà la prossima settimana con la produzione della Vespa elettrica, che si potrà ordinare anche online.

    Settantadue anni dopo quel 23 aprile del 1946, quando venne brevettata, Vespa smonta il suo vecchio motore a due tempi e mette in produzione la sua prima anima elettrica. Una power unit da 4 kilowatt consentirà prestazioni del tutto simili a quelle della tradizionale versione da 50 centimetri cubici: l’ideale per muoversi in città, con una autonomia annunciata di 100 chilometri.Il progetto, presentato lo scorso novembre a Milano, vede la casa di Pontedera (552.800 veicoli venduti nel 2017) accelerare sul percorso della nuova mobilità sostenibile. Un concetto caro a Michele Colaninno, 42 anni, il figlio di Roberto (74) che di questa inversione a «U» è l’entusiasta fautore. Un progetto avveniristico: che parte da un motore elettrico e conta di arrivare alla mobilità assistita dai droni, quegli stessi che Piaggio, la casa madre di Vespa, sta mettendo a punto a Boston, sotto il nome di Gita e Kilo.



    Michele ColaninnoVespa arriva sul segmento degli scooter elettrici con ampio e meditato ritardo: la produzione sta per mettersi in moto, da ottobre sarà possibile ordinare online il proprio modello, che uscirà dalla fabbrica a metà novembre nella versione full electric, mentre dal prossimo marzo sarà disponibile l’alimentazione ibrida, forse più pronta per supplire alla carenza infrastrutturale di rete in Italia. Ma lo fa con un modello che andrà a inserirsi nella fascia alta del mercato, con soluzioni nuove e un prezzo che si aggirerà sui 6 mila euro. Soprattutto lo fa con l’intento di rinnovare una magìa. Infatti, quello che a questo scooter e non ad altri è riuscito è cosa diversa dagli obiettivi di un banale mezzo di trasporto: la Vespa è stata in grado, sempre, di interpretare l’epoca in cui si trovava, evolvendo di decennio in decennio.

    Le due ruote messe assieme per la prima volta dal genio di Corradino D’Ascanio sono un simbolo di comodità informale. La Vespa è passata da Audrey Hepburn e Gregory Peck nell’Italia del secondo dopoguerra alla versione «Et3 Primavera» degli anni Settanta, fino alle scorrazzate romane di Nanni Moretti e alle ali sotto ai piedi dei Lunapop di Cesare Cremonini, con cui girare la domenica fuori città, meglio se per i colli bolognesi.

    Un simbolo del made in Italy che ha sfondato all’estero, soprattutto in Vietnam e in India e che sul mercato statunitense - dove però i numeri del segmento scooter sono storicamente risicati - vale il 33 per cento del totale. Uno scooter ogni tre venduto in America è una Vespa. Proprio all’America sta probabilmente pensando Colaninno, perché il mercato a stelle e strisce è storicamente capace di interpretare, prima di altri, le tendenze in atto, che in questo caso viaggiano sulla direttrice che coniuga robotica e meccanica.

    La Vespa elettrica sfrutterà la piattaforma multimediale già allestita dalla casa, per connettere immediatamente scooter e smartphone. Anche per questo, nei piani non svelati da Pontedera, gli Stati Uniti sono un punto di riferimento importante per lo sviluppo di domani. E non solamente perché a Boston, dove è basata Piaggio Fast Forward, c’è un advisory board a cui partecipano Nicholas Negroponte, Daniela Rus (Mit), John Hoke (Nike), Doug Brent (Trimble) e Jeff Linnell (ex Google). Soprattutto perché lì le nuove tendenze - verso un ecosistema di mobilità a zero emissioni - sono maggiormente avvertite.

    Quindi, il progetto che prenderà concretezza dalla prossima settimana a Pontedera ha come riferimento principale l’Italia, che rimane il primo mercato del gruppo e poi per la Vespa elettrica sarà soprattutto Stati Uniti – dove sarà disponibile dal prossimo gennaio - e tre grandi metropoli orientali: Pechino, Shanghai e Singapore. Una strategia mirata, che vuole offrire un’alternativa concreta, una via d’uscita, al traffico allucinante delle metropoli orientali e avvicinare, come direbbe Cremonini, una gira fuori città à-a.



    https://www.corriere.it/economia/cor...6010fdbf.shtml

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