Negli ultimi giorni è emerso, qui nel gruppo, l'annoso tema sui reali volumi di vendita del C64. Siamo tutti abituati a una narrativa che vuole il C64 il "singolo modello di personal computer più venduto della storia" anche se questo, ovviamente è già un falso di per sé: di C64 ne sono usciti diversi modelli (non uno solo) e tutti sono stati conteggiati per concorrere al numero finale di unità vendute; seguendo questo criterio, anche al netto di cambiamenti disruptive della tecnologia, sono comunque volumi largamente inferiori alla quasi totalità dei modelli iconici usciti tra la fine degli anni '80 e ancora esistenti (per esempio l'iMac).
Tralasciando quindi l'enfasi sulla quale ci piace assopirci per avere un'ulteriore ancora d'orgoglio per il nostro amato bene, vi è poi comunque il mistero di quanto grande sia il numero che rappresenta le unità vendute del singolo modello di personal computer più venduto della storia. 17 milioni, 20 milioni, 22 milioni, 27 milioni fino alle ultime sparate del vecchio Tramiel: 30 milioni! Numeri difficili da quantificare e per giustificare i quali si leggono in giro le più ardite teorie: sono 17 milioni ma diventano 22 sommando i 5 milioni di C128 che incorporano un C64 all'interno; no, sono 27 milioni perché oltre ai C128 bisogna contare i C64G (che stranamente sarebbero fuori dai conteggi) e gli SX-64! Altri ancora arrivano a giustificare i 30 milioni dicendo che vanno contati tutti i C64 "refurbished" secondo una prassi Commodore di riparare e rimettere in vendita con serial number diverso le unità restituite perché difettose!
È chiaro quindi che questi numeri sono tutti da prendersi con le molle. Per questo, da qualche anno, mi sono appassionato al tema e ho provato a fare dei ragionamenti di testa mia cercando elementi quantitativi a supporto di un minimo di fattualità dell'elaborazione. Premetto che ho trovato abbondante riscontro nelle evidenze che ho raccolto nell'opera di Michael Steil che potete trovare online all'indirizzo che riporto in calce a questo post. Potete prendere per buoni i suoi grafici (io mi sono fatto inviare i dati grezzi) oppure, se avete dimestichezza con i metodi Bayesiani prendere i dati e condurre una vostra indagine statistica. Io ho trovato riscontro tra il suo dataset e le mie analisi, quindi considero il mio lavoro come corroborante la sua indagine (non viceversa, per ragioni temporali) ma ovviamente entrambi potremmo aver condotto analisi errate su premesse errate.
Ci sono due modi di procedere per una disamina della questione: il primo è l'esame dei documenti disponibili e l'incrocio delle informazioni per finalità di validazione/invalidazione; il secondo è un'analisi quantitativa basata su una qualche forma di distribuzione di dati certa.
Per ragioni di spazio e tempo passerò rapidamente sui due approcci così come li ho affrontati in questi anni.
Partiamo dal primo approccio, procurandoci un insieme di dati CERTI e di dati declaratori. Sono dati certi i dati forniti dalla Commodore stessa nei suoi report fiscali noti, quelli presentati tra il 1990 e il 1993.
Stando alla Commmodore, il C64 ha avuto i seguenti volumi di vendita a consuntivo:
1990: ~800.000 pezzi
1991: ~800.000 pezzi (in una intervista coeva il management dichiara alla stampa 1M di pezzi, probabilmente per cercare di tamponare il crollo di vendite che si era avuto tra il 1989 e il 1990 e dare evidenza di un'inversione di tendenza o di una sostanziale tenuta)
1992: 650.000 pezzi
1993: ~200.000 pezzi
Nel rapporto di chiusura del 1993 la Commodore tira anche le somme del consolidato complessivo delle vendite cumulate - ma senza valore fiscale perché non indica i volumi annui del decennio precedente) dichiarando un totale di 17 milioni di C64 venduti tra il 1982 e la fine del 1993, oltre a 4,5 milioni di C128 (per inciso, con 4,5 milioni di unità il C128 fu tutt'altro che un fallimento avendo venduto più di qualsiasi modello di Amiga del quale, anzi, probabilmente contribuì a ridurre le vendite).
Sappiamo a che numero dovremmo arrivare secondo la Commodore del 1993 (17 milioni) e sappiamo quanti C64 sono stati venduti dal 1990 al momento del fallimento: circa 2.450.000 pezzi. Dobbiamo quindi trovare gli altri 14.5 milioni di C64 distribuiti in qualche modo nei meravigliosi anni '80.
I volumi di quegli anni non sono certificati. I dati provengono o dai dichiarati dei marketing nei comunicati stampa o in eventi celebrativi particolari.
Stampa, record storici delle fiere internazionali e comunicati ufficiali in periodo di chiusura d'anno fiscale (quindi tendenzialmente veritieri), portano a un consenso storico sulle seguenti forbici annuali:
1982: 300.000 pezzi
1983: 2.000.000 pezzi
1984: 2/3.000.000 pezzi
1985: 2/3.000.000 pezzi
1986: 2/3.000.000 pezzi
1987: 1/2.000.000 pezzi
1988: 1/1.500.000 pezzi
1989: 1/1.500.000 pezzi
per un totale del decennio '90 compreso tra 11.300.000 e 15.300.000 pezzi. Gran totale quindi tra 13.750.000 pezzi e 17.750.000 pezzi. Apparentemente la parte alta della forbice è sufficientemente simile a quanto dovremmo trovare stando al dichiarato negli anni '90.
Non abbiamo ancora iniziato ma, trattandosi di dichiarazioni coeve di Commodore riprese dalla stampa dell'epoca e congrue con il dichiarato degli anni '90, possiamo dedurre subito che qualsiasi numero superiore a 17 milioni di unità è figlio di narrativa esegetica successiva al fallimento della Commodore e quindi privo di qualsiasi fondamento o figlio di un'aritmetica esegetica che conteggia anche le vendite del C128 e di qualsiasi altro prodotto o figlio indebito del marchio o delle fantasiose invenzioni di fantomatiche fabbriche semi-segrete dedicate ai mercati indiano e cinese (che non solo non sono mai esistite ma non esistevano neanche i relativi mercati asiatici continentali, nati come mercati di consumo solo nella prima decade degli anni '2000).
Quindi, ricapitolando, prendiamo per buoni i 17 milioni di pezzi figli delle declaratorie del 1993 e vediamo di trovare riscontri di congruità all'esterno della narrazione della Commodore.
Nel 1984, al CES di Las Vegas (quindi parliamo dell'edizione di *gennaio*) la Commodore festeggia ufficialmente i 2 milioni di VIC20 venduti cumulativamente e il *primo* milione di C64. Essendo il CES invernale e assumendo che la Commodore fosse in grado di consolidare le vendite fino al 31/12/1983 senza neanche un po' di gap time, allora la stima di 2.000.000 di pezzi venduti nel 1983 va enormemente ridotta e si tratterebbe di soli 700.000 pezzi, cosa che è conforme alla pressione di comunicazione riscontrabile sulle riviste dell'epoca. Puliamo quindi l'intervallo dichiarato di vendita cumulativa di questo valore: correggendo il 1983 troviamo che il C64 dovrebbe aver venduto tra i 13.050.000 e i 17.050.000 pezzi.
Proseguiamo. Siamo a marzo del 1984 quando Commodore GMBh dichiara la vendita di 125.000 C64 che diventeranno 500.000 a metà novembre. È un trend importante perché le fabbriche tedesche sfornano tanti C64 quanto quelle inglesi e la Commodore dichiara che l'Europa vale circa il 60% del mercato globale di Commodore. Diciamo che l'Europa, tra fabbriche inglesi e tedesche, sforna circa 1.5 milioni di C64 nel corso del 1984: questo porterebbe a circa 2.500.000 C64 venduti nel mondo durante il 1984. Un valore vicino ai 3 milioni dichiarati dalla Commodore ma più basso di mezzo milione di unità.
Togliamo questi 500.000 in eccesso dalle stime ufficiali per il 1984: complessivamente sono stati venduti tra 12.550.000 e 16.550.000 pezzi e un cumulato, a tutto il 1984, di 3.200.000 pezzi. Il 1984 è stato l'anno di picco del C64. Teniamolo a mente perché questo anno, in una derivazione lineare, produce le stime Commodore del 1993...
Del 1985 non ci sono dati ufficiali diffusi, neanche in interviste varie se non la dichiarazione generica della conferma dei volumi e del successo già riscontrato nel 1984. Diciamo che vogliamo prendere questa markettata per buona e diciamo anzi che sull'onda del successo del 1984 e proseguento la massificazione dell'informatica, il 1985 è davvero un anno che coincide con le stime maggiori: 3.000.000 di pezzi worldwide. Quindi si confermerebbe la forbice di cui sopra e saremmo a un totale generale di 5.500.000 pezzi venduti nel mondo.
Il problema rispetto ai numeri del 1985 arriva con le dichiarazioni ufficiali del 1986. Il 5 dicembre 1986 (quindi a fine anno) la Commodore festeggia il milionesimo C64 venduto in Germania (che quindi avrebbe venduto "solo" 500.000 pezzi in un anno e mezzo, ben lontana dal trend del 1984) e il *seimilionesimo* C64 nel mondo! Qualcosa non torna, seriamente. Stando ai trend 1984 e 1985 per l'anno corrente mancano 3.000.000 di pezzi all'appello, la qual cosa porterebbe il totale dei C64 venduti in una forbice compresa tra 9.550.000 pezzi e 13.550.000 pezzi. Difficile che le stime del 1986 siano totalmente sconfessate ed è più facile che il 1985 abbia segnato un primo rallentamento rispetto all'anno d'oro 1984 e che il 1986 sia rimasto sostanzialmente flat. Questo dato è importante perché, come vedremo dai grafici di Steil e dai miei, l'andamento di produzione si è sostanzialmente appiattito nel 1985 a volumi di circa la metà di quelli del 1984.
Senza bisogno di grandi analisi, potete verificare che un flat da 500.000 pezzi all'anno in Germania porta ai volumi dichiarati da Commodore GMBh (che era fiscalmente più precisa rispetto a CBM) di un totale di 3.000.000 di C64 venduti nel paese nella sua storia commerciale. Un riscontro significativo sui reali trend di produzione perché i dati della produzione tedesca sono certificati a livello governativo.
Ora, anche solo da questi primi riscontri è evidente che costruire le statistiche sui dati forniti dalla Commodore nelle sue dichiarazioni e in una chiusura fiscale finalizzata alla vendita è come credere quando ci dicono che in sei mesi le tasse caleranno del 30% e che non solo ci sarà un milione di posti di lavoro ma saranno tutte posizioni da collaudatori di sex toys.
Entra in scena il C64 Preservation Project coi suoi dati di censimento esaustivi e ampi (anche se sbilanciati sul mercato americano).
Sappiamo che il C64 è stato prodotto in molte fabbriche in giro per il mondo. Io sapevo di 9 fabbriche ma leggo in giro che sono state 14. Se ci limitassimo quindi a prendere in considerazione il seriale della macchina, la stima dei volumi di produzione sarebbe quindi molto complessa perché la conoscenza esatta del numero di fabbriche e soprattutto la ricettività dei mercati che servivano sarebbe elemento indispensabile per poter azzardare di tracciare una distribuzione statistica di questi volumi. Però queste fabbriche erano fabbriche di *assemblaggio*! TUTTE le PCB sono state prodotte a Hong Kong, dalla prima all'ultima, codificate serialmente in modi peculiari ma coerenti. A essere rilevanti sono quindi i seriali delle board e non delle macchine! I seriali delle board, peraltro, non venivano rinumerati in caso di riutilizzo dopo una riparazione, a differenza del seriale della macchina che - in una delle tante stranezze commodoriane, produceva di fatto una nuova unità!
Il C64 Preservation Project, così come il C64 Registry, hanno il pregio di raccogliere non solo i seriali delle macchine ma anche quelli delle board ed è possibile tracciare un grafico degli andamenti di produzione per ciascun ASSY e variante, cosa che non starò qui a rifare perché lo ha fatto con pazienza e qualche imprecisione da Michael Steil già 6/7 anni fa e vi rimando al suo post (indicato in calce).
Una produzione seriale, con varianti di produzione, ha un andamento a dente di sega: parte un lotto di produzione che incrementa cumulativamente dal seriale più basso al più alto con una pendenza che è figlia inizialmente delle stime di vendita futura e poi dei dati di vendita corrente proiettati secondo stagionalità, fatica del consumo, ecc. Poi interviene un cambio tecnologico (per esempio una revisione della board o una nuova board) e il cntatore si resetta, ripartendo dal seriale più basso e seguendo lo stesso schema. Mettendo in fila temporalmente il grafico di produzione, l'effetto è proprio quello di una sega, con ogni dente a rappresentare una combinazione ASSY/revisione. In modo soddisfacente e non sorprendente, costruendo il grafico dei seriali delle varie ASSY/revisioni quello che si ottiene è un grafico a dente di sega con un dente molto tipico ("a slope significativo", direbbero gli statistici) e una serie di denti con una pendenza tutta simile (ve lo riporto qui sotto ma trovate tutto nel post di Michael). È una chiara indicazione di un andamento di produzione che sfonda nel 1984 ma poi si appiattisce a partire dal 1985 per poi decadere dopo il 1989 sia per varietà della produzione sia per quantità (sostanzialmente sarebbero stati prodotti tra il 1986 e il 1994 tanti C64 quanti nel periodo 1982-1985).
http://www.pagetable.com/docs/c64_sales/allboards.png
Applicando un metodo statistico frequentista su questa distribuzione multipla, Steil ha derivato un volume totale di vendita (a meno di dati mancanti nel database) nell'intorno dei 12.680.000 pezzi. Il metodo di calcolo è estremamente efficace nello stimare i volumi e, per quanto non credo sia di interesse qui nel gruppo, se qualcuno avesse curiosità può contattarmi in privato per i dettagli. Per semplificare, il metodo è noto per il "problema del carro armato tedesco", essendo stato applicato per la prima volta durante la seconda guerra mondiale per stimare i volumi di produzione dei carri armati tedeschi a partire dal numero di carri osservati e censiti dai soldati inglesi sui vari siti del fronte di combattimento.
Come scrivevo, Steil ha applicato un metodo frequentista e ha ottenuto un certo valore, non distante dalla stima che deriva semplicemente depurando il dichiarato Commodore dei riscontri incongrui che abbiamo già rilevato (e che ci portavano a stimare al più 13.550.000 pezzi). Al suo metodo di analisi io ho applicato sdue correttivi: il primo è l'eliminazione delle sovrapposizioni dei periodi produzione che si osservano nei suoi grafici e che secondo me sono dovuti a errori di digitazione nel database, giacché una fabbrica (oggi come allora) per questioni di tooling non può produrre due diverse schede. Quindi o ci sono dei refusi nel data entry oppure c'è un effetto calendario - non essendo note le durate dei batch di produzione - che portano a sommare frequenze anziché sottrarle (in pratica la pendenza della rampa di produzione è alterata da questo effetto somma, mentre dovrebbe essere più piatta). Il secondo intervento è stato quello di usare un metodo inferenziale bayesiano che è leggermente più complesso ma offre un vantaggio: ci permette di poter calcolare anche la *credibilità* della distribuzione probabilistica ottenuta.
I miei calcoli (beh, i calcoli li ha fatti Mathematica!) mi portano a stimare un numero leggermente più basso di quello indicato da Michael nel 2011 di almeno mezzo milione di unità con una credibilità di poco inferiore al 90%: 12.287.000 unità.
Da cosa deriva l'incertezza residua? Deriva principalmente dal fatto che non conosciamo esattamente il tasso di assorbimento del mercato americano rispetto al totale globale ma solo di quello europeo rispetto a quello americano e che i dati inseriti nei db del C64 Preservation Project e del C64 Registry sono fortemente impattati da informazioni provenienti dal mercato americano che l'uso dei seriali delle PCB anziché delle macchine contribuisce a mitiga significativamente ma non a eliminare. Il fatto però che a chiusura del 1993 il mercato tedesco abbia assorbito complessivamente solo 3 milioni di pezzi contro i quasi sei che avrebbe dovuto assorbire se le stime Commodore fossero state corrette è un fattore rilevante nel confermare che la distribuzione classica dichiarata dall'azienda e dai suoi manager è sempre e solo stata una banale derivazione lineare dei valori di picco del 1984 che abbiamo visto essere probabilmente errati per circa 500.000 di pezzi. Anche a distribuzione omogenea, 500.000 pezzi all'anno per i successivi nove anni fanno 4.500.000 pezzi da togliere sicuramente dalle stime alte della forbice che passerebbe da circa 17.000.000 a circa 12.500.000
Per chi fosse interessato al metodo statistico sentitevi liberi di contattarmi.
Se ho tempo posso provare a sviluppare un workbook per Mathematica da condividere online per chi è avvezzo allo strumento.
Trovate il conforto del lavoro di Steil all'indirizzo
http://www.pagetable.com/?p=547
Da bravo sessantaquattrista fatico alla botta di realismo con la quale mi auto-scontro ogni volta che rimetto mano ai dati... per cui, volendo ancora illudermi di essere innamorato del "singolo modello di personal computer più venduto della storia", dove sbaglio? Quali dati mi perdo? Dove posso ottenere i dati integrativi da inserire nel modello matematico?
W il C64, W un'epoca che non tornerà più.