Freedom Wars Remastered – Recensione

PC PS5 Switch Xbox One Xbox Series X

Truculento e brutale, nonché alla base assolutamente originale, Freedom Wars Remastered, al tempo uscito su PlayStation Vita, torna in una versione aggiornata al 2025 non apportando, tuttavia, grosse novità. È la tipica operazione nostalgia che fa luccicare gli occhi a coloro che, al tempo, cercavano in ogni modo di uscire dalla condanna che gravava sulle loro teste.

Sviluppatore / Publisher: Dimps Corporation / Namco Bandai Entertainment Prezzo: ND Localizzazione: Testi Multiplayer: Presente PEGI: Non disponibile Disponibile su: PC (Steam), Switch Data d’uscita: 10 gennaio 2025

Siamo tutti figli del peccato, secondo la prima lettera di Giovanni. Siamo condannati al patimento, alla lenta agonia, alla perdizione e pure al disfacimento mentale. La speranza è per pochi e non è un assolutismo. Nel compatimento che persegue una pena qualunque, nell’oscurità della fine e nel lento sfacelo che apparecchia un lieto arrancare verso l’oblio, c’è da scontare una pena. Quindi, altro che Mare Fuori, o chissà quale altra serie televisiva che racconta di carcerati costretti ad attendere che qualcuno conduca loro fuori.

Di ingiustamente carcerati, infatti, ci sono quei classici bravi ragazzi che si sono lasciati sospesi nel 2014, in attesa che Namco Bandai Entertainment tirasse loro fuori dal cilindro per apparecchiare quel ricco contorno che si era provato, per l’appunto, nel Natale del 2014, quando magari era stata donata una dimenticatissima ma comunque mica male PlayStation Vita.

Siamo tutti figli del peccato, secondo la prima lettera di Giovanni

Con l’avvento del 2025, anno dispari tanto per capirci, alle volte serve tornare alle cose che, a quel tempo, ci facevano stare bene. Galeotto fu quel periodo, considerando che il 2014 fu un anno molto divertente per un numero imprecisato di motivi. Uno su tutto la perculata di Charlie Hebdo, indimenticabile. Ma lo fu anche perché, al tempo, giunse questo giochillo qui che, senza arte né parte, provò a dire qualcosa al prossimo. E ci riuscì, specie a coloro che, appassionati da Monster Hunter, ci persero la testa. Sono uno di quelli.

COSTRETTI A VOLARE LIBERI

Più o meno, insomma. La storia ruota attorno ai Panopticon, delle creature che, abituate a convivere con un oscuro passato, si scontrano con i Peccatori, esseri che vivono anch’essi nell’oblio, costretti a dover sopravvivere – come in una sorta di eterno supplizio – in una prigione di massima sicurezza, che confina con un pianeta Terra ormai completamente prosciugato dalle sue risorse. La produzione, in tal senso, esplora cosa significhi vedersi una libertà qualunque tolta e schiacciata selvaggiamente. L’epica della storia esplora i lati umani dei protagonisti attraverso i loro patemi, mentre sopravvivono in questo luogo angusto e informe, in cui la bellezza non esiste. Seppure il contesto comunque regali delle ottime riflessioni sulle condizioni del mondo moderno, nella narrazione e nell’approfondimento dei protagonisti non entra mai nell’obiettivo, spezzando in modo frammentato il ritmo.

Ci sta il mare fuori? Non saprei…

Complice una lentezza generale nell’espressione che si palesa al suo interno, nonché una sorta di difficoltà a dare spazio ai personaggi secondari, il protagonista che si muove è purtroppo privo di una personalità tale che non si riesce mai effettivamente a entrare nella sua anima. Si tratta di un protagonista che si costruisce attraverso un menu intuitivo, ricco, rimasto pressocché identico a quello conosciuto in passato e che si è adoperato quando ce n’è stato bisogno. In tal senso, al suo interno il giocatore indossa i panni di un Peccatore, costretto a dover sopravvivere svolgendo missioni pericolose con l’obiettivo di abbassare la sua pena. Non un compito semplice, considerando le innumerevoli difficoltà che il nostro è costretto a vivere, davanti all’imprevedibilità messa in campo dagli autori della produzione.

La trama non è mai stata il punto forte di Freedom Wars

Accompagnato comunque da vicende complesse e intricate, mentre tutto diventa improvvisamente sottile e particolarmente complesso da vivere, il protagonista è costretto ad avanzare in uno scenario imprevedibile fatto di costrizioni, tanto che è pure costretto a pagare per potersi sdraiare e dormire. Le libertà individuali, quando calpestate, diventano rischiose da perdere come gran parte della propria volontà. Il videogioco parla esattamente di questo, facendo leva sugli atteggiamenti umani e la privazione della dignità. Considerando i discorsi da fare anche sulle carceri e cosa accade nel mondo, ciò diventa rilevante e, sottolineo, esageratamente sofferente per coloro che non vedono la luce del Sole da molto.

FREEDOM WARS REMASTERED, COINVOLGENTE MA VETUSTO

Per fortuna, o per sfortuna, a seconda del caso, il nostro personaggio invece lo vede eccome, ma è costretto solo a osservarlo, a non stringerlo, a lasciarlo lì dov’è, mentre appura che ogni cosa – anche la più piccola – può perderla da un momento all’altro. La produzione, dunque, mette in campo qualcosa di assolutamente bello e delicato. Se la storia avesse ingranato, il risultato sarebbe stato diverso. Ecco che, dunque, viene in soccorso il gameplay. Se avete giocato al prodotto nel 2014, sappiate che non è cambiato in alcun modo, se non nella fluidità di determinate scelte, con il Rovo, iconico oggetto contundente, che permette di eseguire salti e raggiungere luoghi impossibili da raggiungere.

Cadi, avanti…

Come accennavo, il titolo è ambientato in un mondo nefasto. Il personaggio, tra conflitti brutali di ogni tipo e momenti complessi, convive con un compito che grava sulle sue spalle mentre cerca di capire come andare avanti. Aiutato dall’Automa, una figura che lo controlla e gli affida delle missioni, il nostro può partecipare ai combattimenti con gli altri prigionieri, con l’obiettivo di salvare altri umani o, chissà, di completare via via missioni sempre più complicate. Nonostante il contesto sappia raccontarsi molto bene, quello che non riesce a coinvolgere molto, purtroppo, è l’insieme delle vicissitudini che si fanno a scoprire man mano che si avanza, e i combattimenti, alle volte davvero fin troppo frastagliati, attualmente, nel 2025, lasciano un po’ con l’amaro in bocca.

Un mondo nefasto e devastato

Non dico che non coinvolgano, sia chiaro. Il personaggio dispone di due armi, una ravvicinata e una a distanza, nonché una sorta di rampino, chiamato Ramo, che gli consente di attirare le creature su di sé. Impresa talvolta non semplice, considerando che le creature sono capaci di essere difficili da combattere. Man mano che si avanza, però, il combattimento può mutare anche grazie alla progressione, mai eccessiva ma sempre ben pesata. Il personaggio, oltre a concatenare attacchi di vario tipo, può intercambiare le armi e, dunque, colpire anche da distanza. I combattimenti, mai eccessivamente troppo complicati, riescono tutto sommato a convincere. A non essere perfezionato a dovere, tuttavia, è proprio il modo in cui si arrivano alle soluzioni. Già all’epoca, Freedom Wars era estremamente vetusto sotto il profilo del game design, sebbene sia ricco di tante idee interessanti.

Il design delle creature resta ancora oggi splendido.

Ora, anche con il passare del tempo, forse sarebbe stato necessario un lavoro maggiore anche sul fronte contenutistico. Nel lato tecnico, ho riscontrato diverse problematiche: personaggi che parlano fuori sincrono e tempi di caricamento alle volte eccessivi, specie se pensiamo alla natura dell’archiviazione di PlayStation 5. Regalano gioie, invece, le ambientazioni e i vari mostri da affrontare lungo il percorso. Si poteva fare di più.

In Breve: Freedom Wars Remastered è un’operazione che non riesce a ridare lustro ai suoi vecchi fasti. Già narrativamente non fu qualcosa di mai visto prima che poteva definirsi seminale e, anche oggi, purtroppo l’assenza di un personaggio carismatico si sente tutta. A non aiutare sono i problemi tecnici, come un rallentamento del ritmo a causa di caricamenti eccessivamente lunghi e a un lavoro poco stimolante dal punto di vista di gameplay, davvero vetusto.

Piattaforma di Gioco: PlayStation 5
Com’è, come gira: Caricamenti lunghi e voci talvolta fuori sincrono dal labiale dei personaggi. Imperdonabile nel 2025.

Condividi con gli amici










Inviare

Pro

  • Buone idee di gameplay... / Il contesto è comunque interessante

Contro

  • Remastered eccessivamente pigra / Caricamenti lunghi / Vetusto, eccessivamente vetusto
6.5

Sufficiente

Cosa succede se unite letteratura, tanta curiosità e un mix letale di videogiochi indipendenti e di produzioni complesse? Otterrete Nicholas, un giovane virgulto che scrive tanto e vuole scrivere di più. Chiamato "Puji" ben prima di nascere, dovete dargli una penna per tenerlo calmo. O al massimo un pad.

Password dimenticata